L’autunno è ideale per i tornei robotici per giovani
Anche questo autunno, puntuale come la caduta delle foglie, riprendono le sfide robotiche per giovani a livello internazionale: i tornei della First Lego League (FLL). Il titolo del tema di quest’anno é Nature’s Fury.
In Ticino, l’eliminatoria svizzera del torneo robotica della FLL 2013 avrà luogo al Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della SUPSI di Locarno il sabato 30 novembre.
Pure la finale svizzera della FLL del 2013 si svolgerà a Locarno al DFA il sabato 14 dicembre 2013.
Consultate il sito web o seguite su twitter per conoscere le informazioni di dettaglio dell’associazione Robo-Si che organizza entrambi i tornei, in collaborazione con il DFA e sponsorizzata dal Dipartimento della pubblica educazione e dello sport (DECS) e da enti privati.
Cos’è la First Lego League (FLL)
La FIRST LEGO League (FLL) è un torneo internazionale di robot per ragazze/i tra i 10 e i 16 anni, utile a suscitare divertimento ed emozione in favore della scienza e della tecnologia. Il concetto è stato fondato da LEGO e dall’organizzazione FIRST. Nel 2012 oltre 18.000 squadre provenienti da 59 paesi del mondo hanno partecipato alla FLL.
Ogni anno, a settembre, ai team iscritti alla FLL viene proposta una nuova sfida. La sfida si basa su problemi ispirati a temi che ingegneri e scienziati del mondo reale devono affrontare. La sfida si compone di due parti principali: una competizione robotica e un progetto di ricerca.
Nella sfida robotica, i team devono progettare, costruire, programmare e testare automi che compiono una serie di compiti o missioni. Nel progetto di ricerca i concorrenti conducono una ricerca su un problema attinente il tema della sfida, proponendo una soluzione innovativa e condividendo le proprie scoperte all’interno della propria comunità.
Per otto impegnative settimane i team FLL lavorano sulle missioni della sfida robotica e sulla presentazione del progetto di ricerca. Ogni team é guidato da almeno un coach adulto. Al termine della preparazione i team si incontrano con altri team FLL nei tornei regionali.
Informazioni di dettaglio: sito di Robo-Si | sito di Hands on Technology | sito della finale svizzera
Un progetto tecnologico volante
L’opzione tecnologia inserita nella fascia opzionale di orientamento in IV media è un’opzione settimanale della durata di due ore, per gruppi di al massimo 12 allieve/i. In questa opzione le/gli allieve/i lavorano all’interno di più squadre col robot NXT della Lego, risolvendo compiti complessi, indagando, pianificando, programmando, per poi presentare il loro progetto a fine opzione.
Dopo un inizio di sperimentazione promettente, l’Ufficio d’Insegnamento Medio del canton Ticino (UIM) ha deciso di proporre questa offerta formativa alle sedi di SM che condividono questa visione di orientamento alla tecnologia. Per insegnare in questa opzione è necessario seguire un Certificato di Studi Avanzati (CAS) denominato Tecnologia e lavoro per progetti nella SM. Il CAS in questione, tenuto dal Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della SUPSI è alla sua quarta ripetizione e i docenti preparati o in formazione sono oltre trenta.
Lo scopo principale dell’opzione è rintracciabile nell’orientamento dei/lle giovani che si iscrivono verso professioni di tipo informatico. L’opzione tende quindi a proporre l’informatica come oggetto di studio ed è interdisciplinare poiché fa riferimento a varie discipline, a dipendenza dal progetto scelto.
Nel quadro di questa opzione la creatività e la progettualità sono due referenti importanti, oltre a quelli esplicitati.
Molti sono i progetti interessanti realizzati nelle varie i sedi dagli allievi dell’opzione. Quest’anno scolastico ne segnaliamo uno particolarmente meritevole di attenzione: il progetto realizzato nella Scuola media di Stabio (docenti Manuel Weiss e Mattia Rossi) che ha permesso la costruzione di un dirigibile pilotato da due NXT. Guarda il video della dimostrazione finale.
Giovani, robotica e pedagogia
Pubblicato sul numero di maggio della rivista Scuola ticinese un mini-dossier sul tema Giovani, robotica e pedagogia.
Temi trattati:
Perché orientare i giovani alla tecnologia
La robotica nella scuola obbligatoria?
Una didattica per progetti
L’associazione Robo-Si
Un torneo di passione robotica
Intervista a una docente dell’opzione tecnologica
Quali robot per attività formative ed educative?
Autori: Andrea Albertini, Marco Beltrametti, Sara Cataldi, Aurelio Crivelli e Pierre Ograbek
La scuola deve cambiare | Perché e come – tecnologie e formazione
C’è un’opinione comune che pensa a un cambiamento come a un “aggiornamento”, soprattutto di tipo tecnologico. Non si possono non utilizzare le nuove tecnologie digitali che, dopo tutto, hanno a che fare con informazione e conoscenza, e cioè due capisaldi della scuola.
In questa visione il cambiamento è soprattutto un fatto tecnico-tecnologico: tablet, lavagne interattive, libri elettronici; con tutte le difficoltà che la loro introduzione comporta. Se così fosse, passati ormai quasi 15 anni dalle prime applicazioni di queste tecnologie in ambito scolastico, dovremmo vederne i risultati, o almeno una loro prospettiva. Ma questo non avviene, o avviene in misura ridicola rispetto a premesse e aspettative.
Il problema è che non si è capito che il cambiamento portato dalle nuove tecnologie digitali non è meramente tecnico-tecnologico: interagisce, invece, col processo cognitivo più centrale e cruciale all’ambito scolastico: l’apprendimento. Di più: lo rivoluziona e richiede quindi approcci e metodologie del fare scuola molto diversi da quelli conosciuti. (altro…)
E-education: un rilancio per l’integrazione delle ICT nella scuola?
Il 14 maggio è stato presentato il rapporto del gruppo di lavoro e-education, voluto dal consigliere di Stato Manuele Bertoli. Dopo un anno di lavori il dossier è stato consegnato al committente e presentato in successione ai quadri, agli operatori scolastici. Dal 14 maggio presentato ai docenti e a tutte le persone interessate dal tema.
Quali sono i contenuti del rapporto elaborato da e-education?
In estrema sintesi, rimandando a una lettura approfondita del rapporto scaricabile da qui, si può affermare quanto segue. (altro…)
Perchè orientare i giovani alla tecnologia
Nel campo delle professioni tecnologiche è stato lanciato un grido d’allarme: nel giro di pochi anni, la Svizzera mancherà di addetti e specialisti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT). Studi recenti mostrano, infatti, un bisogno crescente di giovani talentuosi o motivati. Secondo la Training Association Svizzera (ICTS), 32’000 posti rimarranno vacanti nelle varie professioni ICT nel 2017 in Svizzera. Questo settore rappresenta il 5% del prodotto interno lordo, tradotto in soldoni, oltre 25 miliardi di franchi.
“Quando scoppiò la bolla Internet all’inizio del 2000, molti professionisti ICT persero il lavoro” dice Andreas Kaelin, presidente di ICTS “una grande insicurezza ha fatto capolino e il numero di giovani interessati a queste professioni è diminuito.” L’immagine della passione e professione solitaria pure non aiuta, dice Andreas Kaelin. “Il luogo comune vede un professionista seduto da solo in un piccolo ufficio, cercando di programmare qualcosa.” “L’industria è un elemento chiave per la competitività dell’economia svizzera in ambito ICT. Specialisti ICT sono indispensabili alle imprese per sviluppare soluzioni così da renderle più competitive.“[1] (altro…)
A scuola col tablet
È subito apparso evidente che il tablet – soprattutto grazie al capofila iPad della Apple – sarebbe stato prima o poi sperimentato in classe. Infatti, come ultima evoluzione del computer, anch’esso ha prerogative che lo rendono interessante come strumento didattico. Il largo uso da parte dei molti utenti incita al suo impiego anche a scuola: ci siamo!
Nelle sperimentazioni attivate in Europa (in Ticino una nel SMS – con gli studenti della SCC -, una nella SM – uso da parte dei soli docenti – e un’altra nelle biblioteche – implementazione di ebook-reader), si tende a mettere in evidenza lo strumento a scapito della didattica. Ricordiamo che lo strumento didattico ICT – il tablet fa parte di questo insieme – esorta al cambiamento del modo di fare scuola. Non fosse così, non ipotizzeremmo modifiche e innovazioni. Infatti, se la didattica non cambia, non avremo grandi modifiche nel processo di insegnamento/apprendimento in cui il fulcro è pur sempre il docente. Fare didattica in modo “tradizionale” con uno strumento digitale, non modifica perciò il modo di fare scuola e quindi ha poche ricadute innovative sul processo.
Il tablet non sarà quindi la panacea ma tuttavia propone cambiamenti nella didattica e stimola il discorso dell’integrazione delle ICT a scuola.
I versanti di questa integrazione sono due: tecnico e didattico. (altro…)
LIM come i computer: conta di più il software o l’hardware?
Le LIM (Lavagne Interattive Multimediali) si stanno diffondendo anche nella scuola ticinese nei diversi settori. A macchia di leopardo, si installano nelle classi comunali e cantonali LIM di marche diverse, con software proprietari differenti, forniti dalle ditte che producono l’hardware. Risultato: un docente che cambiasse classe o scuola e si trovasse con una LIM diversa da quella usata con i suoi allievi sarebbe costretto a rivedere l’insieme didattico delle sue produzioni con risultati quasi sempre deludenti.
Queste difficoltà di passaggio da una LIM all’altra si sono subito notate anche nel corso CAS3i (Informatica Integrata nell’insegnamento, organizzato dal servizio di formazione continua del DFA per docenti di scuola media, vedi) dove – all’interno delle attività formative del modulo 2 dedicate all’uso delle Lavagne Interattive Multimediali – si è costretti a giostrare tra LIM di marche diverse con problemi di scambio di itinerari didattici di cui avemmo volentieri fatto a meno.
Se poi constatiamo l’esistenza di tecnologia che offre alle scuole LIM senza lavagna (un videoproiettore che con un pennarello elettronico permette di usare muri come lavagne, vedi per esempio…), con software pure diversi, ci accorgiamo che si ritorna ai tempi della diatriba Mac-Windows, che per anni ha fatto da sfondo integratore all’integrazione delle ICT nella scuola. Questa non compatibilità dei dati inficia l’insegnamento.
Come superare questo problema? (altro…)
La robotica scolastica nella scuola obbligatoria svizzera è realtà
Bentornato!
Il blog precedente è stato migrato su nuovo server. Questo è il primo post redatto nel blog sostitutivo. I post e i commenti precedentemente scritti sono mantenuti.
Mentre da noi (scuola media, opzione tecnologia, fascia orientamento in IV) si sperimenta con successo come usare il robot per permettere agli allievi e alle allieve di costruire, programmare e soprattutto creare un loro progetto, da anni in altre scuole svizzere la robotica è ordinaria e apprezzata.
In questi momenti di robotica (atelier) si offre all’allievo di scuola obbligatoria (sono attivi atelier di robotica partire dalla III elementare) l’opportunità di di esprimersi attivando diverse forme d’intelligenza (motoria, creativa, logica, matematica, manuale,…). Ogni allievo si sente a proprio agio in uno degli ambiti d’attività che nell’atelier si sviluppano, seguendo progetti definiti dai protagonisti.
Il docente è un “coach”, aiuta e suggerisce, cercando di non dare soluzioni ai problemi che via via gli allievi incontrano e supportando come esperto il gruppo. Di regola si tratta di un lavoro di gruppo realizzato secondo una pedagogia per progetti.
I progetti degli allievi sono sempre ambiziosi. Devono essere portati a termine e ci si impegna fortemente per farlo. Non è il docente che suggerisce e propone. Sono gli allievi che creano. Il docente deve limitare e rendere coscienti gli allievi che esiste un tempo entro il quale il progetto andrà terminato.
Il referente teorico di questi atelier è il costruttivismo. In questo ambito si dimostra molto valido a livello pedagogico. Le discipline come ambiti di studio esistono ma unicamente poiché utili al progetto. Le riflessioni di logica, di matematica e di altre discipline servono se necessitano.
Insomma, gli atelier di robotica permettono la realizzazione di un’avventura pedagogica ed educativa. Questo affermano docenti che da anni lavorano in questi atelier.
Un spunto per saperne di più sul tema ci è dato dalla pubblicazione Résonance no 7 di aprile 2012 (mensile della scuola vallesana) in cui è pubblicato un dossier sul tema: La robotique en classe.
Ripensare la scuola nell’era del tablet e del web?
Lo si è recentemente letto sui quotidiani e nei siti di informazione online ticinesi (vedi): è stato istituito un gruppo di lavoro sul tema ICT e insegnamento. Tema che concerne questo blog e che, a prima vista, parrebbe ricalcare quanto precedentemente portato a termine da altri gruppi di lavoro o commissioni istituite sullo stesso argomento negli ultimi 2 decenni. Questi gruppi hanno infatti prodotto rapporti interessanti ma le loro raccomandazioni sono sempre state disattese e mai applicate.
Allora, un altro gruppo sul tema ICT che farà la stessa fine? Vedremo!
Intanto si può dire che il gruppo è fortemente voluto dal consigliere di stato Manuele Bertoli che invita a “…capire in quale modo usare al meglio le potenzialità offerte dalle moderne tecnologie, con l’obiettivo finale di migliorare la qualità di vita di tutti, allievi e docenti.” Egli invita pure a lavorare “in particolare a due orizzonti primari molto pragmatici ma anche carichi di valore: togliere (in senso figurato e metaforico) peso dalle spalle delle nostre alunne e dei nostri alunni; aumentare le possibilità di un insegnamento differenziato che consenta a chi è più in difficoltà di tenere il passo e a chi ha maggiori facilità di spingersi in avanti.”
Il consigliere di stato fa notare che un cambiamento – se ci sarà – ” necessita certamente di strumenti e di risorse (umane e finanziarie), ma anche di visioni e di strategie.”