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costruire
un concetto d'ambiente nella scuola elementare
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L’età
tra i 7 egli 11 anni è contraddistinta, secondo la teoria piagetiana
dello sviluppo del pensiero, dalla fase delle operazioni concrete. In questa fase si assiste a una progressiva evoluzione del concetto di causalità. Il bambino si crea un’immagine del mondo circostante sempre più organizzata e stabile. In altre parole inizia a sviluppare una concezione più scientifica della realtà, abbandonando progressivamente la visione prescientifica del mondo caratterizzata dall’ animismo ( gli oggetto anche quelli inanimati sono considerati come esseri viventi dotati di intenzione), dall’artificialismo (ogni cosa viene considerata come un prodotto dell’attività umana) e dal finalismo ( tutto ciò che ci circonda è ritenuto funzionale all’uomo). Astolfi J.P./Drouin A.M. hanno proposto l’evoluzione del concetto di ambiente dal bambino sino all’adulto (vedi schema 1). L’evoluzione viene visualizzata graficamente attraverso uno sviluppo lungo i due assi cartesiani. Quello orizzontale è caratterizzato da un progressivo decentramento (da una visione antropocentrica a una più oggettiva) mentre l’asse verticale indica il formarsi di una crescente capacità d’astrazione. In altre parole sull’asse orizzontale si legge l’evoluzione delle capacità di concepire rapporti causali e il progressivo distacco da una visione egocentrica che porta il bambino a proiettare le proprie sensazioni e le proprie emozioni sul realtà che lo circonda. L’asse verticale riporta lo sviluppo delle capacità logiche del bambino. Dal “tutto non divisibile ” si passa all’idea di componenti, dai componenti statici (che non provocano nessun effetto sull’ambiente) si passa a quelli dinamici (i componenti diventano fattori cioè provocano specifici effetti nell’ambiente). Dal dinamismo unidirezionale (relazioni lineari di causa-effetto) si passa all’interdipendenza tra tutti i fattori. L’organizzazione del pensiero si sviluppa dunque progressivamente da un modo globale e indifferenziato di concepire l’ambiente a una concezione maggiormente analitica, meccanicistica e sperimentale in cui la visione antropocentrica regredisce a una concezione sistemica in cui il vivente non e più distinto o separato dal proprio ambiente ma ne è parte integrante, all’interno di una complessa rete di relazioni che determina, più che i componenti stessi, le proprietà e le caratteristiche dell’ambiente stesso. Nello schema si evidenziano sei concetti di ambiente che corrispondono a progressivi stadi evolutivi. 1. Ambiente luogo: ambiente in cui vivono gli esseri viventi. Esso appare come un “tutto” non divisibile in elementi distinti e che viene vissuto come qualcosa di globale 2. Ambiente armonia: sistema armonioso in cui ogni cosa è “al suo posto giusto”. Luogo ideale per la vita di ogni individuo. Esiste un’idea intuitiva di equilibrio anche se non viene considerato l’aspetto delle relazioni. 3. Ambiente risorse: ambiente come un insieme di beni tra i quali gli esseri viventi possono scegliere secondo le loro preferenze e con la legge del minimo sforzo. 4. Ambiente componenti: l’ambiente viene scomposto nei suoi elementi costitutivi che vengono classificati ed analizzati separatamente. Non è presente l’idea che l’ambiente eserciti un’azione sugli esseri viventi 5. Ambiente fattori: nell’ambiente si riconoscono un certo numero di fattori (es.: acqua, luce, temperatura..) che agiscono sugli altri componenti creando determinati effetti (causa-effetto). L’azione di tali fattori , determina la presenza o l’assenza dei diversi esseri viventi 6. Ambiente relazioni: ambiente in cui i fattori non agiscono più separatamente ma interagiscono tra di loro. L’ambiente non è più considerato separatamente dagli esseri viventi. Esso viene definito come 7. somma delle molteplici relazioni che legano tutte le componenti (biotiche e abiotiche) tra di loro. Nasce il concetto di rete relazionale. |
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