Apprendere, formarsi, comunicare ed essere critici con le ICT
Videogiochi seri e in classe
In un precedente post inerente ai videogiochi (vedi) introducevo l’argomento, segnalando che anche a livello formativo il tema videogiochi (VG) è ormai è entrato – finalmente - tra i temi meritevoli di approfondimento all’intersezione tra ICT, scuola e formazione. Segnalavo un congresso svizzero dal tema “Videogiochi, passioni e apprendimenti“, organizzato dal CTIE il venerdì 28 agosto 2009 a Berna, congresso a cui ho partecipato.
Ora, ritorno sul tema, dando ulteriori spunti per approfondirlo.
Cominciamo col dire da per molto tempo scuola e genitori hanno valutato i VG come poco validi da diversi punti di vista. Questo modo di vederli sta cambiando in positivo. Al punto che ora si parla di “Giochi seri” per isolare i VG meritevoli di attenzione a livello educativo, formativo e cognitivo.
Non mi dilungo, rimandando ad altri post gli approfondimenti. Il post precedente (vedi) potrebbe anche entrare in linea di conto.
Faccio notare che il congresso organizzato dal CTIE – segnalato sopra – ha permesso di concludere che alcuni VG – che chiameremo “Giochi seri” – sono utilizzabili scientemente come strumenti didattici, risultano essere efficaci in vari campi disciplinari, permettendo agli allievi di essere indipendenti, attivi e di studiare a ritmi personali. Uno sdoganamento pedagogico importante. Teniamone conto.
Per approfondire il tema segnalo 3 siti (in francese) da cui partire:
- Comprende les jeux vidéo , per un’entrata in materia generale
- PedaGoJeux , per una prima sensibilizzazione ai VG dal punto di vista pedagogico
- Serious Games, compte rendu de la journée d’information “Serious Game” de l’université de Toulouse (23/10/09)
Chi può contribuire con segnalazioni di siti analoghi, in italiano, lo faccia, dando pf una sintesi qualitativa del sito segnalato. GRAZIE
9 Novembre 2009 - 11:42
Un dossier molto approfondito sul legame tra gioco e scuola attraverso riferimenti alla letteratura scientifica recente, ottimo inizio per approfondire il tema dei giochi eletronici.
http://www.inrp.fr/vst/LettreVST/48-octobre-2009.htm
18 Dicembre 2009 - 21:22
Il tema dei videogiochi utilizzati in ambito didattico e in classe, non può che incuriosirmi ma, nel contempo, indurmi a pormi una serie di interrogativi che esulano dalla semplice applicazione didattica che se ne potrebbe fare. Inevitabilmente l’idea di sfruttare il linguaggio e il codice delle nuove generazioni, può rappresentare un punto di forza per quel che concerne un possibile allineamento linguistico tra diverse generazioni che si incontrano in ambito scolastico. Ma la domanda che mi sorge spontanea è relativa ai livelli di uso dell’idioma italico dal punto di vista lessicale e grammaticale che caratterizza e contraddistingue i giovanissimi di oggi. È indubbia la fatica nell’ordine dell’espressione e dell’uso corrente della lingua degli studenti odierni: incapacità a formulare proposizioni elementari contemplanti il rispetto di quel minimo di ortodossia grammaticale richiesta per delineare un linguaggio corretto; un uso della scrittura che dia dignità e vita al pensiero attraversando trasversalmente le discipline scolastiche per abbracciare tutti gli ambiti della vita. Sono ben conscio delle enormi potenzialità delle tecnologie e di tutte le possibili applicazioni ad esse relative, ma non so se raggiungere questo tipo di compromesso con gli studenti sia realmente sinonimo di qualità oltre che mera sperimentazione. Può essere che la mia identità di storico mi spinga propulsivamente a legarmi al mondo della carta e delle sensazioni tattili e olfattive che essa da sempre mi rappresenta, anche se utilizzo grandemente le nuove tecnologie in sede di ricerca e di pianificazione didattica; ma l’idea di utilizzare in classe videogiochi a fini didattici mi sembra, al momento e per dichiarata ignoranza in materia, un tentativo, buono sì, di rincorrere qualcosa che a detta di molti estranei alla scuola sembra perduta, ma che ai miei occhi non fa che manifestarmi la sua bellezza e straordinaria potenzialità. Quindi la mia titubanza mi spingerebbe ad impiegare e valorizzare l’uso della lingua comunicativa corrente, fatta di sguardi, di non detto, di contemplazione, di fatica interpretativa, di pezzi di carta gettati nel cestino perchè il pensiero non combacia. Quindi, concludendo, utilizziamo sì qualunque mezzo didattico e formativo possibile, sperimentiamo pure ogni dimensione potenzialmente cognitiva, ma non dimentichiamoci che è il discorso, faticoso nella sua costruzione scritta e orale che ci forma e struttura.
22 Dicembre 2009 - 22:53
L’utilizzo del computer, del telefonino, del “giochino elettronico” si trova spesso al centro della discussione nell’ambito dell’educazione, scolastica e non. Molte sono le critiche ed i commenti negativi che sono volte contro l’uso che ne fanno soprattutto i giovani, se non i giovanissimi.
Vorrei a questo proposito soltanto ricordare che molti adulti si ritrovano completamente ipnotizzati durante le incalcolabili ore che trascorrono davanti allo schermo del loro PC senza che facciano qualcosa di utile oppure possano apprendere qualsiasi nozione in quel preciso istante.
Ritornando però alla questione dei piccoli (e meno piccoli), vorrei precisare che, in qualità di mamma, ho sempre limitato l’utilizzo del computer, della televisione o altro aggeggio elettronico. Come per ogni cosa (scusate la frase fatta) bisogna saper trovare un equilibrio affinché il troppo non stroppi! I ragazzi non devono dimenticare come si gioca in società, nel cortile, su un pratone, o semplicemente nel salotto di casa con qualche amico. Questa interazione alimenterà la loro attenzione e la loro voglia di comunicare, risorse fondamentali per riuscire al giorno d’oggi.
Un pò prevenuta, quindi, mi sono avvicinata in questi giorni al mondo dei VG nell’educazione, trovando in diversi siti (ma si rimane delle ore davanti allo schermo!) risposte più che positive a tal proposito. In un articolo del NYTimes del 19 agosto si parla di una ricerca fatta su un campione di studenti rivelatasi a favore dell’apprendimento con il computer perché stimola “meglio di un’istruzione convenzionale”. In un altro articolo, http://it.notizie.yahoo.com/4/20091210/ttc-oitin-videogames-education-fe50bdd.html, si rimanda alla motivazione di apprendere attraverso i VG. Ma un documento decisamente degno di essere consultato é l’articolo di un giornalista, un tale Marco Gasperetti (autore del libro “Computer e scuola. Guida all’insegnamento con le nuove tecnologie”, Apogeo 1998) che ricorda innanzitutto l’uomo in quanto “homo ludens” . Vi rimando quindi alla pagina che a me a colpito a favore dei videogiochi a scuola e vi auguro a tutti un sereno Natale!
http://erewhon.ticonuno.it/arch/rivi/labmulti/giocare/giocare.htm
23 Dicembre 2009 - 11:45
Secondo il mio parere, alcuni videogiochi possono essere utilizzati per fini educativi. Mi riferisco ad un videogioco, uscito qualche anno fa, che potrebbe essere d’aiuto in classe per quanto riguarda le lezioni di scienze. S’intitola Spore (http://www.spore.com/ftl) ed è supportato da PC, Mac e Iphone/Ipodtouch e nintendo DS. Non richiedendo particolari piattaforme (come XBOX e playstation, molto costose) può pertanto essere giocato dalla maggior parte dei ragazzi.
Trovo molto interessante questo gioco perché introduce l’evoluzione (uno degli argomenti di quarta media per le scienze naturali) in modo divertente, simpatico e soprattutto intelligente. Ritengo sia un buon innesco per creare interesse negli allievi verso questo argomento. Infatti è sempre più difficile coinvolgere gli alunni durante le lezioni. Perciò se questo videogioco aiuta a creare una base di curiosità tanto meglio !
In conclusione credo che esistano degli ottimi videogiochi che potrebbero entrare a far parte della didattica. È vero anche che molti altri sono famosi per la loro violenza e che quindi dovrebbero essere banditi. È giusto però mettere in risalto quelli che possono essere utilizzati in classe.
23 Dicembre 2009 - 16:46
Non posso che cominciare dicendo che capisco ed apprezzo parecchio l’intervento di Christian, davvero! È un gran problema, e credo che almeno per una volta fino ad ora abbia toccato tutti quanti noi, indipendentemente dalla materia che proponiamo ai ragazzi. Visitando poi il link messo a disposizione da Patrizia, leggo che le potenzialità dei videogiochi per quanto concerne l’apprendimento a livello cognitivo sono conosciute ai ricercatori e agli educatori da più di vent’anni. Si pensa inoltre che il modo di pensare dei nativi informatici sia sostanzialmente “diverso”, ecco che i giochi seri possono motivare di più l’allievo. Forse però, se ancora non si è arrivati ad un impiego esteso di un tale (e, a questo punto, potente) mezzo didattico, è perché vi sono alcune difficoltà di pura applicazione. Il problema secondo me è riuscire davvero a capire come possa un docente riuscire a sfruttare al meglio questi videogiochi e specialmente come possa integrarli in maniera idonea all’interno del programma scolastico. Oltretutto, per quanto mi concerne, non sono riuscito bene a capire come o chi decide se un gioco possa meritare la definizione di serio oppure no, e su quali criteri si basa questa scelta (anche perché questi criteri sarebbero tantissimi). Si tratta di giochi già esistenti sul mercato nei quali si è intravvisto qualcosa di potenzialmente utile oppure sono giochi creati a pennello per le scuole? O entrambi? Insignire giochi creati per altri scopi di tale titolo trovo possa essere rischioso, bisognerebbe vedere se effettivamente una gran miriade di criteri possa essere soddisfatta e non è facile; senza pensare poi a quanto possa guadagnarci ed approfittarne la ditta produttrice. Nel caso di giochi creati ad hoc, allora le forze andrebbero spese per formare i docenti e per far capire loro come introdurli all’interno del programma, e non è facile nemmeno tutto ciò (un docente dovrebbe sentirlo davvero “suo” il gioco per farlo rendere al meglio a lezione). E poi quanto di pedagogico possa essere contenuto in un videogioco trovo sia qualcosa di molto relativo…dipende sempre da che parte lo si guarda.
Magari in futuro usciranno delle linee guida anche a livello cantonale e si potrà testare l’efficienza dei VG direttamente in classe.
Nel frattempo, cercando alcune risposte, mi sono imbattuto in un paio di siti interessanti:
il primo tratta del rapporto conclusivo del progetto “Games in Schools”, realizzato da European Schoolnet, network di 31 Ministeri dell’Educazione europei, su commissione dell’associazione europea degli editori di videogiochi ISFE
http://www.key4biz.it/News/2009/06/15/Tecnologie/Aesvi_videogiochi_European_Schoolnet_games_in_school.html
Il secondo è un filmato di youtube: VG creati ed utilizzati per scuole, imprese e industrie
http://www.youtube.com/watch?v=CBYQfpoRIVI
l’ultimo invece è il sito ADI (Associazione Docenti Italiani). Dai videogiochi ai giochi seri: analisi del loro crescente uso nell’insegnamento. Contiene alcune interviste molto interessanti.
http://ospitiweb.indire.it/adi/GiocoSerio/gs8_frame.htm