Archive for Luglio, 2009

La lotta alla condivisione

In un precedente post discutevo di scaricamento di files protetti dal copyright (musica, video, videogiochi, programmi informatici) tramite il protocollo peer-to-peer. A un anno di distanza, riprendo il discorso, aggiornandolo in modo sintetico. L’attività ci interessa poiché praticata da adolescenti, non coscienti della legislazione (discorso educativo legato all’”etica delle ICT“).

L’IFPI, sezione svizzera, è ormai censita “annusare” chi mette a disposizione files protetti dal copyright, divenendo di fatto un corpo di polizia privata di internet. Essa lavora per le major. Una ditta (Logistep, di Zugo) ha tracciato la strada, rendendo possibili queste pratiche di ricerca/denuncia che si svolgono in un ambito giuridico non ancora definito e quindi tollerate.
Scoperti, gli autori della messa a disposizione dei files si vedono costretti a siglare accordi bonali. Se non accettano, vengono denunciati. La denuncia tuttavia non sempre porta a una condanna, essendo i giudici cantonali non ancora allineati su una prassi comune.

Come citato ne LeTemps del 28 luglio 2009, gli internauti che mettono a disposizione files protetti da copyright  si vedono chiedere 1′450 fr  per le spese di giustizia, 3 fr per file reso disponibile, 250 fr per i fornitori di accesso all’internet più da 2 a 3′000 fr per eventuali ricerche di approfondimento. Di regola più del 80% dei casi denunciati vengono chiusi a favore della ditta “annusatrice”.

In altre nazioni occidentali ci si muove con l’adozione di leggi che permettono di negare l’accesso casalingo ai recidivi o di bloccare/multare i provider che tollerano chi condivide files protetti da copyright.

Da questo sistema di scaricamento di files attualmente in discussione, si evincono due temi: il primo attiene alla libertà d’accesso e di condivisione di internet (sempre più ristretto), il secondo all’obsolescenza del copyright (concetto in discussione, vedi Creative Commons).

beccato

I flussi RSS: cosa sono e perché sono utili

rssIl simbolo RSS (e il sistema associato) è diffuso da più di 2 anni sulle pagine web, invitando gli internauti a utilizzarne il servizio. Dalla mia esperienza non lo vedo però molto diffuso come sistema di recupero di informazioni pertinenti ai propri ambiti di riferimento. I Geek e diversi nativi digitali  conoscono i flussi RSS e li usano, apprezzandoli. I formatori e gli studenti del nostro Istituto, non necessariamente li conoscono e li usano poco.
Vediamo perciò da dare alcune minime informazioni che possano rendere più sicuri gli utenti sia sulla comprensione del sistema, sia sul suo impiego.

Cos’è un flusso RSS?
RSS significa “Really Simple Syndacation”: una famiglia di linguaggi informatici usati dagli editori di siti web per notificare le modifiche delle loro pagine o informazioni, creando dei flussi informativi a cui ci si può abbonare. Come per le newsletters ma molto più performanti. In altre parole, i flussi RSS permettono di ricevere le informazioni sugli argomenti interessanti in modo automatico senza doversi recare sui siti web. Di regola, si riceve il titolo dell’ultimo articolo o post; se si volesse leggere il testo integrale, con un clic si apre il contenuto o si visita il sito originale.

Come leggere i flussi RSS?
Ci sono tre modi di farlo. Il primo consiste nell’attivare l’icona RSS nella barra degli indirizzi del nostro browser, dicendo che ci si vuole abbonare: il seguito dell’operazione dipende dal browser usato.
Il secondo modo consiste nell’usare un lettore on-line. Per esempio, iGooglereader, MyYahoo, Netvibes o rss.ch. Il vantaggio di quest’ultimi – che consiglio per rapporto al primo e al terzo modo – risiede nella totale parametrizzazione di come mostrare i flussi e nel poterli consultare da qualsiasi computer in rete.
Il terzo sistema consiste nell’usare un programma costruito per gestire i flussi, come Alert Info o RSbandit.

Coraggio, utenti di siti web non nativi digitali, provate! Magari partendo dal sito dell‘ASP – ricorrendo o all’icona RSS in alto a destra o a quella presente nella barra degli indirizzi – o da questo blog, cercando le possibilità di abbonarsi. Poi, una volta compreso il sistema, generalizzatelo e vedrete che ne apprezzerete i vantaggi, indipendentemente dal modo scelto.