Educazione

Torneo di robotica al DFA

First Lego League di LocarnoSabato 26 novembre si è svolto con successo alla SUPSI, Dipartimento formazione e apprendimento di Locarno, un torneo di robotica, eliminatoria regionale svizzera della First Lego League (FLL).

10 team – composti da ragazze e ragazzi tra i 10 e i 16 anni – si sono sfidati con i loro robot nelle prove della FLL. I team erano accompagnati da un adulto in veste di coach. Le prove prevedevano di trattare problemi inerenti al tema dell’alimentazione (Food Factory), presentando a una giuria di esperti una soluzione originale. Inoltre, i team dovevano costruire un robot NXT con cubetti Lego in modo da poter eseguire su grandi tavoli da gioco delle sfide robotiche, sempre attinenti al tema dell’alimentazione, coordinate da arbitri. I ragazzi e le ragazze sono stati infine valutati sulla loro capacità di lavorare e progettare in gruppo e sull’originalità della costruzione del robot e della sua programmazione.

Dopo una giornata intensa di presentazioni, lavori di gruppo e sfide, davanti a un numeroso pubblico, i 3 team vincitori sono stati:

  1. SAMIC (Lugano)
  2. Scarcerle (Padova)
  3. Generator (Lugano)

Queste 3 squadre parteciperanno alla finale svizzera del 3 dicembre a Brugg. Da questa finale saranno scelti i vincitori che rappresenteranno la Svizzera alla finale europea. La finale mondiale seguirà a fine inverno 2012. La FLL infatti si svolge regolarmente in autunno/inverno in oltre 50 nazioni e vede coinvolti più di 100′000 ragazze e ragazzi.

Lo scopo della FLL è di indirizzare i giovani verso professioni di tipo tecnologico, nonché di approfondire lo spirito di gruppo e la creatività. Questi sono pure gli scopi dell’associazione ticinese Robo-Si che ha organizzato il torneo con il supporto della SUPSI, del DECS, del Centro professionale di Trevano e di sponsor privati.

I co-presidenti dell’associazione Robo-Si e animatori del I torneo di robotica ticinese Marco Beltrametti e Andrea Albertini si dichiarano soddisfatti dell’evento, reso possibile grazie alla collaborazione di oltre 30 volontari (giudici, arbitri e animatori) e  seguito da un numeroso pubblico. Essi intendono riproporre il torneo FLL il prossimo anno a Lugano.

Per le ragazze e i ragazzi interessati alla costruzione e alla programmazione del robot si organizzeranno dei corsi di formazione  a partire da inizio 2012. Interessati scrivere a [email protected].
Informazioni di dettaglio sul torneo 2011 e sul prossimo (da primavera 2012), con foto e filmati sono disponibili sul sito www.fll-si.ch

Torneo di Robot al DFA di Locarno: si parte!

PrintÈ ufficiale: il sabato 26 novembre 2011 si terrà presso il DFA di Locarno il primo torneo di First LEGO League (FLL) della Svizzera italiana.

Come già scritto in un precedente post (vedi), il torneo permette a giovani tra i 10 e i 16 anni, suddividi in squadre con ognuna un coach adulto, di confrontarsi in varie sfide. Essi devono progettare, costruire  e programmare un robot LEGO NXT, costruito con cubetti Lego e con sensori e automazioni, affinché sia in grado di svolgere, durante il torneo e in un periodo di tempo limitato, una serie di compiti, muovendosi su un tavolo da gioco con vari percorsi e ostacoli. Inoltre, sempre in gruppo, devono riflettere attorno a un tema diverso ogni anno presentando nel torneo di FLL le loro conclusioni.
Le squadre si incontrano in tornei a livello nazionale e/o internazionale. In questi tornei le squadre vengono valutate secondo quattro criteri: la concezione e la programmazione del robot, il progetto di ricerca, il lavoro di squadra e il torneo.
Il tema della FLL per il 2011 è “Food Factor”.

Per saperne di più sul torneo al quale tutti sono invitati come spettatori, seguite il sito ufficiale della FLL-SI (Svizzera Italiana) via RSS oppure seguite l’account di FLL-Si via twitter.

Siete invitati come spettatori dalle 9.00 alle 16.30 al 21 novembre. Buvette e pranzo in luogo.

Un torneo di robot in Ticino

PrintÈ ufficiale: in novembre verrà organizzato anche in Ticino un torneo di robot, all’interno della First Lego League (FLL) svizzera.

Cos`è la First Lego League? Quali gli scopi? Perché un interesse nel campo della formazione scolastica?

Cos`è la First Lego League (FLL)?
La FLL è momento di confronto della durata di un giorno che offre ai gruppi di giovani partecipanti la possibilità di risolvere problemi in settori scientifici, utilizzando un approccio professionale. Questo approccio passa attraverso la ricerca, lo scambio, la progettazione, la costruzione e la verifica.

Con l’anticipo di 8 settimane rispetto all’inizio del torneo, i/le giovani da 10 a 16 anni che partecipano – a squadre – devono riflettere attorno a un tema imposto. Essi devono progettare e programmare un robot LEGO NXT, costruito con cubetti Lego e con sensori e automazioni, in grado di svolgere una serie di test in un periodo di tempo limitato. Devono pure riflettere sul tema imposto e proporre i loro pareri. Le squadre iscritte, se verranno selezionate, si incontreranno successivamente in tornei nazionale e internazionale.
In questa FLL le squadre vengono valutate secondo quattro criteri: la concezione e la programmazione del robot, il progetto di ricerca, il lavoro di squadra e il torneo.

Quali gli scopi?
Le ragazze e i ragazzi iscritti al torneo di FLL devono risolvere compiti per loro complessi, indagando, pianificando, progettando e programmando, per poi presentare il loro lavoro a fine anno scolastico. Quindi, scopi inerenti alla programmazione (ambito logico-analitico), alla progettazione (ambito progettuale), alla valorizzazione del lavoro di  squadra (ambito socio-relazionale), nonché al realizzare presentazioni (ambito comunicativo).

Perché un interesse nel campo della formazione scolastica?
L’interesse per l’ambito formativo (scolastico e tempo libero) risiede nel divertimento suscitato dalle sfide all’interno del torneo FLL – simile all’ambiente sportivo -  e soprattutto nella partecipazione ad attività che  innescano la costruzione di  competenze nell’ambito della scienza e della tecnologia, orientando così i/le partecipanti verso questi settori professionali.

Per saperne di più:

sito del torneo FLL ticinese | indirizzo per comunicazioni dirette | twitter di FLL-Si

Non toglieteci l’internet

strade e autostradeI giovani d’oggi -  i cosiddetti “nativi digitali” – usano massicciamente le tecnologie e sono regolarmente connessi a internet, almeno durante il loro tempo libero.
Da questi usi e da questa connessione nascono abitudini comunicative e culturali che essi vorrebbero poter applicare anche a scuola, sia in classe, sia nelle ore buche.
Tuttavia, l’impiego di servizi internet o l’accesso a dati e siti dalla sede scolastica a volte risulta negato, filtrato da firewall.
Su questo punto alcuni di questi studenti legittimamente reclamano e chiedono aperture di rete che non sempre sono possibili.

Questo tema è sentito soprattutto dagli studenti e dalle studentesse maggiorenni, quindi agli ultimi anni di studio delle Scuole medie superiori.
Un gruppo di loro – Scuola Cantonale di Commercio – ha realizzato nel corso dell’attuale anno scolastico un itinerario didattico sul tema, nell’ambito delle ore di Comunicazione  in collaborazione con  retedue, trasmissione Geronimo web.

Il sottoscritto ha pure partecipato – in classe – ad alcune discussioni sui vari argomenti con la docente Natalia Lepori.
Il percorso didattico sul tema, selezionato e montato, è disponibile via podcast nella sezione RSIRETE DUE di Geronimo web.

Sono intervenuti, oltre agli studenti , Luca Botturi e Marco Beltrametti, docenti presso il DFA della SUPSI, Lara Zgraggen, autrice con Michele Mainardi di “Minori e internet” uno studio promosso dal dipartimento Scienze aziendali e sociali della SUPSI, Diego Erba, capo della divisione della scuola presso il dipartimento Educazione Cultura e Sport e Roberto Lauriola, docente presso la SSIG (Scuola Superiore di Informatica e Gestione di Bellinzona).

Menzione a video prodotti al DFA

premiazioneI video prodotti nell’ambito del modulo di formazione del I anno della formazione Bachelor del DFA (ex Formazione di Base dell’ASP), – vedi post precedente – sono stati inviati a 2 concorsi pertinenti con l’ambito formativo.
Il primo è il concorso ICT-Award, interno al DFA. Su questo diremo in un successivo blog quando presenteremo le nomination e i premiati.
Il secondo è il TimeLineFestival di Carate-Brianza, festival al II anno di vita, rivolto alla valorizzazione di lavori multimediali prodotti da studenti,  con agganci prevalentemente collegati alla pubblicità sociale.
Del secondo concorso posso dire che 2 video sono stati selezionati (nomination): “Indovina chi?” (il gioco utilizzato come metafora dei pericoli della rete) e “Colloquio Facebook” (Una ragazza si reca ad un colloquio di lavoro; durante il colloquio le sue risposte la fanno apparire come la candidata ideale; consultando la rete ci si rende però conto che non è proprio così).
Ebbene, oggi si è svolta la premiazione dei quasi 300 video inoltrati da varie parti del mondo al TimeLineFestival. Il  filmato “Colloquio Facebook” è stato tra i premiati, ricevendo una menzione speciale da parte della giuria. Nella foto la studentessa Valentina Turkewitsch ritira il premio a nome dei/lle colleghi/e.
Un riconoscimento che premia questo lavoro ma, indirettamente, anche tutte le produzioni degli altri gruppi e che mi permette di affermare che sul tema dell’educazione ai media, nel nostro ambito si dovrà continuare su quanto iniziato a livello formazione e produzione.

Video prodotti | “Indovina chi?” | Colloquio Facebook

Competenze degli allievi per rapporto a strumenti ICT

Group of young laptop usersQuando i programmi scolastici saranno impostati in funzione delle competenze e non più degli obiettivi, il saper usare strumenti ICT (computer, periferiche e oggetti tecnologici) e servizi informatici (da Twitter a wikipedia, passando per Google), diventerà un fatto normale.

Un’avvisaglia di questa tendenza si intravvede in discorsi emergenti in cui le competenze sono sempre più considerate. Prendiamo per esempio l’idea avanzata all’interno della riforma dei  programmi della scuola primaria inglese (progetto Rose). Ne ha anche scritto Norberto Bottani in un suo post (vedi).
Riportiamo di seguito uno stralcio del suo scritto che interessa il nostro ambito, come stimolo di riflessione e fonte di discussione.
I temi attorno ai quali ruoterebbe la scuola primaria sarebbero meno rispetto alle classiche materie scolastiche.
In questa proposta inglese, le novità concernono l’insieme dei contenuti che…  è descritto in termini di competenze da conseguire entro la fine della scuola primaria. Il nuovo programma afferma che gli allievi dovranno, entro la fine della scuola primaria, sapere usare una tastiera di computer, consultare Wikipedia, utilizzare le applicazioni di comunicazione in rete come Twitter, redigere un testo con un’applicazione di trattamento di testo, utilizzare un correttore automatico dell’ortografia e della grammatica, consultare in linea i dizionari, gestire un blog personale, ecc.

Questo cambio di paradigma ci fa capire come questo discorsi di integrazione delle ICT e di valorizzazione delle competenze -  coscientemente o meno – siano ancora omeopatici nell’ambito della Scuola ticinese.

Multimedialità a scuola: produzioni realizzate in un modulo della FB

http://www.vimeo.com/32497525Nel I semestre di studio della formazione di base (FB) – curricolo di studio che prepara a diventare docenti di scuola elementare o dell’infanzia – si svolge un modulo interdisciplinare denominato “Multimedialità e formazione“.

Gli obiettivi da raggiungere a fine modulo sono:

  • Saper analizzare un messaggio multimediale nelle sue componenti principali: immagine, suono, testo
  • Saper costruire un messaggio multimediale nelle sue componenti principali
  • Intuire come questo messaggio multimediale può essere creato a supporto dell’insegnamento e della formazione
  • Iniziare una riflessione su come sia possibile integrare la fruizione di prodotti multimediali nella pratica didattica

Per arrivare a questo agli studenti viene soprattutto chiesto di creare dei filmati, al seguito di una parte teorica introduttiva e dopo aver seguito dei mini-corsi di tipo tecnico. Quest’anno la scelta del tema è caduta sui pericoli insiti nei servizi di internet. Si trattava cioè di creare dei filmati da poter utilizzare nel videogioco “World of Worlds”, videogioco creato dal DTI della SUPSI per il gruppo di prevenzione Webminore. Il gruppo del progetto “World of Worlds” è così diventato il committente dei lavori multimediali.

I risultati del lavoro a fine modulo (9 filmati di circa 1 minuto ciascuno) sono – a detta del committente – di buona qualità.
Ve ne proponiamo uno…

Maria @ indovina chi sono from DFA on Vimeo.

I nativi digitali

generazione_facebook

Il termine “nativi digitali” è stata coniato da Mark Prenski nel 2001 e definisce la generazione dei nati a partire dal 1990, generazione immersa nelle ICT fin dalla prima infanzia.
Questi nativi digitali sono nostri allievi e saranno gli adulti di domani. Crescendo con la tecnologia giocano coi videogiochi, frequentano i social-network”, consultano il web in modo personalizzato (vedi post precedente) e usano vari sistemi ICT che li collegano in continuità.

Per comprendere questa generazione che noi docenti affrontiamo, scolasticamente parlando, con metodologie e strumenti tradizionali – che non rinnego ma che ritengo parzialmente superati  – invito a vedere l’interessante filmato con interventi di:
- Garry Small, Neuroscenziato, UCLA
- Giovanni Boccia Artieri, docente New Media, Università “Carlo Bo” di Urbino
- Antonio Fini, prof. Tecnologie Educazione
- Paolo Ferri, prof. Tecnologie Didattiche (vedi post)
- Howard Rheingold, scrittore e insegnante (vedi suo twitter)

A cura di Livia Iacolare e Giacomo Cannelli, “Generazione facebook“, pubblicato da current.it

Un ottimo filmato utile per inquadrare la tematica inerente ai nativi digitali e per comprendere le modifiche che essi potrebbero apportare, in prospettiva, all’insegnamento tramite le ICT.

Pubblicare e scaricare da Internet: qualche riflessione

pub_internetRiporto un’interessante proposta didattica dell’Ufficio della comunicazione elettronica dello Stato che ci interessa da vicino e inerente al tema “ICT ed etica:

  • Cosa si può pubblicare sul sito della scuola?
  • È legale scaricare musica dal web?
  • Che succede se carico su un sito una foto dei miei compagni di classe?

“Pubblicare e scarica da Internet: qualche riflessione” è una guida rivolta ai ragazzi che fornisce informazioni, consigli e riflessioni sull’utilizzo di Internet rispondendo a tutte quelle domande che giovani e adulti dovrebbero porsi ogni volta che navigano in rete.

Due sono i temi trattati nella pubblicazione: la protezione dei dati e il diritto d’autore in Internet. Entrambe le tematiche sono affrontate in modo sintetico nella parte “in sintesi” ed in maniera più approfondita nella sezione “in dettaglio”.
La pubblicazione è a disposizione gratuitamente a tutti gli utenti in formato .pdf

I Cavalieri della comunicazione 2009

Notizia di oggi, ricevuta via twitter, che, per inciso, apprezzo sempre più come mezzo di comunicazione e di condivisione e sul quale ritornerò a  tempo debito: vedi mio twitter e quello del DFA. La riporto volentieri poiché il contenuto ha intersezioni con i temi che qui trattiamo.

Biel-Bienne, 10.11.2009 – I Cavalieri della comunicazione di quest’anno vengono da Zurigo, Coira e Lucerna. Il 10 novembre 2009, a Soletta, sono stati premiati cinque progetti che promuovono l’accesso di tutte le fasce della popolazione alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT). Il Consigliere federale Moritz Leuenberger, patrocinatore del concorso, ha consegnato i premi di persona in occasione del congresso “Utilizzo competente dei nuovi media”. Il Cavaliere della comunicazione è un concorso dell’Ufficio federale della comunicazione (UFCOM) che ha luogo sin dal 2001.”

Per saperne di più sui temi selezionati e premiati, andate a questa pagina dell’amministrazione federale.

Videogiochi seri e in classe

2 Girls playing video gameIn un precedente post inerente ai videogiochi (vedi) introducevo l’argomento, segnalando che anche a livello formativo il tema videogiochi (VG) è ormai è entrato – finalmente - tra i temi meritevoli di approfondimento all’intersezione tra ICT,  scuola e  formazione. Segnalavo un congresso svizzero dal tema “Videogiochi, passioni e apprendimenti“, organizzato dal CTIE il venerdì 28 agosto 2009 a Berna, congresso a cui ho partecipato.

Ora, ritorno sul tema, dando ulteriori spunti per approfondirlo.

Cominciamo col dire da per molto tempo scuola e genitori hanno valutato i VG come poco validi da diversi punti di vista. Questo modo di vederli sta cambiando in positivo. Al punto che ora si parla di “Giochi seri” per isolare i VG meritevoli di attenzione a livello educativo, formativo e cognitivo.

Non mi dilungo, rimandando ad altri post gli approfondimenti. Il post precedente (vedi) potrebbe anche entrare in linea di conto.
Faccio notare che il congresso organizzato dal CTIE – segnalato sopra – ha permesso di concludere che alcuni VG – che chiameremo “Giochi seri” – sono utilizzabili scientemente come strumenti didattici, risultano essere efficaci in vari campi disciplinari, permettendo agli allievi di essere indipendenti, attivi e di studiare a ritmi personali. Uno sdoganamento pedagogico importante. Teniamone conto.

Per approfondire il tema segnalo 3 siti (in francese) da cui partire:

- Comprende les jeux vidéo , per un’entrata in materia generale
- PedaGoJeux , per una prima sensibilizzazione ai VG dal punto di vista pedagogico
- Serious Games, compte rendu de la journée d’information “Serious Game” de l’université de Toulouse (23/10/09)

Chi può contribuire con segnalazioni di siti analoghi, in italiano, lo faccia, dando pf una sintesi qualitativa del sito segnalato. GRAZIE

Do you remember?

insegnare logoraSulla “Regione” del 23 settembre 2009, Giorgio Mainini, già direttore di Scuola Media, scrive una lettera aperta dal titolo “Riapriamo il dibattito sulla scuola“.
Mainini sottolinea anche come le ICT possano modificare l’odierno modo ticinese di far scuola, migliorandolo e adattandolo alle attuali esigenze sociali, nonché venendo incontro alle competenze degli allievi -  “nativi digitali” – che usano massicciamente le ICT non ritrovandole che omeopaticamente nella scuola odierna, eccezioni a parte.
Mainini cita pure uno scritto (Nuove tecnologie informatiche nella scuola) del 2001 nel quale il sottoscritto ed altri autori cercavamo di perorare la causa dell’integrazione delle ICT (vedi). In questo  formulavamo proposte operative – disattese – e indicavamo delle proposte di inquadramento, di politica scolastica, pure disattese, almeno finora. Le ribadisco di seguito:

  • elaborazione di una precisa strategia cantonale, realistica ma vincolante, da un lato per la sperimentazione, dall’altro per l’aggiornamento di tutti gli operatori scolastici nella nuova didattica, con la relativa determinazione di spazi, contributi, scadenze, se necessario anche con l’adozione di misure (in positivo e in negativo) nei confronti di quadri (funzionari, esperti, direttori, consulenti, …) e docenti;
  • creazione di una struttura di formazione degli insegnanti e dei quadri, nella direzione volta a considerare l’uso delle ICT una chiave universale per la concezione di una scuola “ (…) che fornisca al ragazzo la capacità di orientarsi nel mondo in cui vive, per fare scelte personali ragionate; che gli insegni non migliaia di nozioni, ma la tecnica per imparare e assimilare quelle che davvero gli serviranno; che gli spieghi come si argomenta, come si progetta, come si pone una domanda sensata; che gli fornisca una maturità di pensiero tale da consentirgli di riconoscere il valore imprescindibile della tradizione storica, e lo ponga in relazione con la contemporaneità e con il contesto culturale e sociale; che gli dia una formazione scientifica certa e accettabile.” (Ignazio Contu);
  • imposizione dell’acquisto di apparecchiature equivalenti, da parte del Cantone, a tutti i Comuni per le SE, se del caso con adeguati sussidi, per ovviare al formarsi di una “scuola comunale” troppo dipendente dalle capacità finanziarie e dalle sensibilità dei Comuni.

Le proposte secondo me sono ancora attuali, benché da adattare, anche alla luce della scarsa valutazione ricevuta dalla scuola ticinese nell’ambito dell’integrazione delle ICT, vedi precedente post. Remember…

Videogiochi in classe?

dadiDa anni seguo l’evoluzione dei videogiochi(VG). Perlomeno di quelli potenzialmente interessanti per l’apprendimento.
Già alla fine degli anni ‘80 sul mercato apparvero dei VG che dal mio punto di vista erano molto interessanti. Il loro referente psico-pedagogico (nella formazione, tutto si potrebbe ricondurre a uno o più referenti psico-pedagogici) era di regola quello costruttivista, che vede il giocatore alle prese con progetti/problemi/situazioni da manipolare in modo libero e cognitivamente interessante: attore delle proprie scelte, in questo caso ludiche.
A partire da questi anni, i VG sono notevolmente progrediti dal punto di vista tecnologico-multimediale. Ora sono molto attrattivi, sempre più apprezzati e il fatturato che generano è impressionante.

Per quanto concerne la formazione e l’apprendimento, il filone costruttivista di riferimento  ha permesso la creazione di VG molto interessanti, alcuni dei quali hanno scalato le vette della hit-parade dei più venduti e sono a mio parere da conoscere, nelle loro architetture tecnica e ludica.

Non entro nel dettaglio; altri post saranno redatti sull’argomento.  Con queste righe mi preme presentare la giornata di riflessione sul tema “Videogiochi, passioni e apprendimenti“, organizzato da CTIE il venerdì 28 agosto 2009 a Berna che ha come scopo il dimostrare come i VG siano anche integrabili nell’insegnamento e utili per la formazione e per l’apprendimento. Al colloquio “Videogiochi, passioni e apprendimenti” seguirà una giornata di esposizione e  di presentazione di VG, nel quadro della mostra svizzera del gioco “SwissToy/E-Games” à la Bea expo di Berna il 3 ottobre.

Per chi volesse saperne di più sulle relazioni della giornata, consulti questa pagina.

Informazioni in francese | scaricare la locandina | Iscrizione al congresso

Facebook come paradigma dei pericoli insiti nelle reti sociali

Nel suo ultimo rapporto (vedi) , l’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT) si è chinato anche sui pericoli delle reti sociali.

Come ebbi a dire in un precedente post su facebook (contro facebook), la tendenza dei giovani è all’impiego massiccio ma anche superficiale di queste piattaforme, sottovalutandone i rischi nel campo della protezione dei dati personali.
Nel rapporto citato ci si sofferma “… sui pericoli insiti delle reti di contatti sociali, che vanno molto di moda. Chi rivela in Internet molte informazioni personali si ritrova in innumerevoli raccolte di dati (anche private) e perde il controllo sui propri dati personali. I gestori di siti di questo genere possono combinare questi dati personali con metadati e redigere profili della personalità esaustivi e lucrosi.”
L’IFPDT offre consigli a utenti, fornitori e autorità sull’impiego conforme alla protezione dei dati di questi servizi . In particolare dedica una sezione a questo tema delle reti sociali.

Come Istituto terziario ci confrontiamo quotidianamente sul tema. Le/i nostre/i studentesse/i sono utenti regolari di reti sociali, in particolare di facebook. Esse/i amano queste piattaforme, le difendono (vedi inchieste interna) e ne sottovalutano i pericoli.
Si impone un’informazione pertinente all’interno dei moduli inerenti i media e le ICT ma non solo. Ne riparleremo…

facebook

Contributi a progetti scuola-famiglia che impiegano le ICT

Le ricerche condotte negli ultimi dieci anni hanno dimostrato l’importanza del sostegno e del coinvolgimento dei genitori nella vita scolastica dei loro figli. In questo senso, la promozione e l’incentivazione della collaborazione tra scuola e genitori è una missione importante del sistema scolastico. Diversi esperimenti hanno dimostrato che le ICT possono offrire interessanti e innovative soluzioni per migliorare il legame tra questi due partner. Alcuni progetti in questa direzione sono stati, sono o saranno condotti nel Comuni o in alcune scuole in Svizzera. Per la sua prossima pubblicazione su «Les MITIC au service de la collaboration école-famille», il Centro svizzero per la tecnologia dell’informazione e della comunicazione (CTIE) lancia un invito a presentare contributi. L’obiettivo è quello di raccogliere informazioni sui progetti cantonali, regionali, i progetti scolastici o le categorie di coloro che hanno risposto i due seguenti criteri:

  • migliorare, sostenere, promuovere la collaborazione tra insegnanti e genitori aumentando la loro partecipazione alla vita della scuola e / o dei loro investimenti nella scuola dei propri figli (dalla scuola dell’infanzia alle scuole secondarie).
  • il progetto è attuato in parte o completamente con le ICT (sito web, piattaforma di apprendimento, video, audio, immagini, email, SMS, blog,…).

Le persone coinvolte in progetti di questo tipo sono invitati a compilare il presente modulo e ritornarlo fino al 26 giugno 2009 al seguente indirizzo: [email protected]
Inoltre, se si è a conoscenza di scuole o di insegnanti coinvolti in questo tipo di progetto, pf fate seguire l’informazione. Grazie!

Liberamente tradotto dal testo inviato da Marian Steiner per email l’11 giugno 2009.

La scuola digitale – podcast

osservatoriorsi2Da circa una trentina d’anni i computer sono diventati strumenti  d’uso corrente, diffusi in tutti i contesti professionali e praticamente in tutte le case. Sono entrati anche  nelle scuole,  portando con sé un potenziale innovativo che influisce sullo scenario didattico tradizionale. Lentamente, in modo non uniforme, con resistenze e controindicazioni, la scuola sta cambiando in rotta verso il digitale con prospettive che potrebbero rivoluzionare modi, tempi e luoghi dell’insegnamento.
Antonio Vassalli, autore della trasmissione “L’osservatorio”.

A discutere su questo tema – all’interno delle offerte di questa trasmissione della RSI, RETE2 – si sono trovati Marco Beltrametti docente di tecnologie didattiche presso l’Alta Scuola Pedagogica di Locarno (autore di questo blog) e Paolo Ferri che insegna “Teorie e tecniche dei nuovi media” all’università di Milano Bicocca e autore di un saggio cui idealmente ci si riferisce nel titolo che è per l’appunto La scuola digitale, pubblicato da Bruno Mondadori (ISBN 978-88-424-2042-2).

La discussione ha permesso di fare il punto il punto sulla situazione in Ticino ma non solo, di  come, quanto e a che livello  l’informatica, i computers sono entrati nelle scuole e che tipo di problematiche didattiche ovvero di risposte di allievi e insegnanti hanno suscitato.

Ascolta/ scarica  il podcast (gentile concessione de L’osservatorio, RSI RETE DUE)

“Formae mentis” informatica: una sfida per la scuola

scratchSul sito “informatica08” molte le opportunità utili per avvicinare i giovani al mondo tecnologico che li aspetta.
Dopo avere presentato le opportunità date dall’uso dei robot nella formazione (vedi post), ecco un estratto di un altro “artefatto cognitivo” interessante e integrabile in un contesto all’intersezione tra formazione, tecnologia e scuola: Scratch.

Dal sito Informatica08:
I giovani che devono decidere quale formazione intraprendere sono per principio degli utenti IT che dispongono di particolare talento, ma che non si interessano necessariamente di programmazione e informatica. Con Scratch Trail ” si può attivare questo talento.
Scratch è il mezzo ideale per avvicinare i giovani all’informatica, senza dar loro l’impressione che si stanno occupando di programmazione. Il contatto con il gruppo target avviene all’interno e all’esterno della scuola.
Proviamolo e vediamone le possibilità… Scarica Scratch

ICT nella scuola: Ticino “appena sufficiente”

Per scattare un’immagine della situazione inerente all’integrazione delle ICT a livello di Cantoni, il CTIE (Centre suisse des technologies de l’information dans l’enseignement) ha effettuato un’inchiesta. Questa ha avuto fine nell’ottobre 2008 ed è stata pubblicata di recente (scarica il documento in .pdf, in francese).
Grazie a questo scritto è possibile conoscere lo stato delle misure (concetti ufficiali) e dei supporti (concetti pedagogici, piani di studio, competenze ICT, decisioni politiche) per quanto attiene all’integrazione delle ICT nei vari Cantoni.

Senza entrare nei dettagli – per questo si consiglia la lettura del documento -, è interessante notare che il Ticino – per quanto concerne la scuola obbligatoria – non emerge in modo brillante (eufemismo).
Infatti, sempre per quanto attiene alla scuola obbligatoria, dimostra di essersi impegnato solo negli ambiti delle misure politiche (documenti e/o progetti che dichiarano un riconoscimento politico al tema grazie a testi ufficiali, esistenti anche se datati, ndr) e in quello dei concetti pedagogici (insieme di riflessioni che descrivono i modi in cui le ICT possono essere integrate, datati anche in questo ambito, ndr).

Mancano invece dei riferimenti nei campi delle misure politiche (documenti che dichiarano un riconoscimento politico grazie a testi ufficiali o insiemi di misure), dei piani di studio (competenze che gli allievi devono acquisire a tappe durante il percorso scolastico, leggi “alfabetizzazione tecnologica”) e nei referenziali di competenze (inventario di competenze richieste per raggiungere gli obiettivi del piano di studio, meta-competenze tra saperi/saper-fare/tecnologie).

Il Ticino esce da questa analisi con una valutazione di “appena sufficiente“. Speriamo possa essere uno stimolo a migliorarsi. Vedremo…

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RomandTIc Journée intercantonale d’intégration des MITIC dans la pédagogie

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La Conferenza  dell’istruzione pubblica dei cantoni della Svizzera romanda e del Ticino (CIIP) organizza una “Giornata intercantonale d’integrazione delle ICT nella pedagogia“, a Losanna il mercoledì 6 maggio 2009 (vedi).
Questa giornata è coerente con le raccomandazioni delle CDPE  in materia d’integrazione delle ICT (doc “Recommandations relatives à la formation initiale et continue des enseignantes et enseignants de la scolarité obligatoire et du degré secondaire II dans le domaine des technologies de l’information et de la communication (ICT)“  del marzo 2004, consulta in .pdf).

Per il Ticino saranno presenti, come relatori, Marco Beltrametti (ASP), Filippo Gabaglio (SE) e Manuela Gerber, Remigio Tartini (SM).

Gli obiettivi della giornata sono:
- favorire l’introduzione delle ICT nelle classi;
- dare esempi concreti d’integrazione delle ICT riusciti (vedi esempio della giornata ASP del I aprile);
- favorire scambi tra rappresentanti ICT dei vari Cantoni coinvolti;
- mettersi all’ascolto dei docenti, notando le loro aspettative in materia;
- discutere dell’importanza delle ICT nel Piano di Studio Romando (PER).

Programma della giornata (.pdf) | iscrizione |

Oggi la lavagna è youtube.com

Su “Scuola ticinese” del novembre-dicembre 2008, in ultima di copertina, il giornalista Orazio Martinetti parla delle forme di trasmissione del sapere (dunque anche di competenza della Scuola) che si stanno modificando grazie alle ICT. Rifacendosi a Raffaele Simone e presentando il testo di Claudio Giunta (”L’assedio del presente”, editore il Mulino), l’autore sottolinea quanto già descritto in un mio precedente post (La rete ci rende più o meno intelligenti?).
In questo articolo opinionistico la linea è  nostalgica e l’accento messo su quanto si potrebbe perdere con l’integrazione della tecnologia (intesa come artefatto cognitivo, forma di trasmissione del sapere) nei processi di formazione/insegnamento/apprendimento. Quanto si potrebbe guadagnare non è menzionato. Il titolo dell’opinione è “Oggi la lavagna è youtube.com”. Sull’argomento ho già detto nel post menzionato.

Riallacciandomi a questo articolo, soprattutto per quanto inerisce alle forme di trasmissione del Sapere veicolate dalle ICT, mi preme sottolineare l’inopportunità del confondere l’apprendimento formale da quello non-formale,
L’apprendimento formale si sviluppa all’interno di un contesto strutturato e organizzato che viene progettato come insegnamento. Questo conduce a una forma di riconoscimento. Dalla prospettiva dello studente l’apprendimento formale individua un processo intenzionale. Di regola è quello diffuso dalla Scuola e fatto proprio dal settore universitario per quanto concerne i Saperi. Questi Saperi evolvono ma mantengono i loro capisaldi e aborrono la “cultura usa e getta”, anche se vengono pure veicolati da queste nuove forme di trasmissione (ICT).
Invece, l’apprendimento non formale si svolge al di fuori delle principali strutture d’istruzione e di formazione e, di solito, non porta a certificati ufficiali. Dal punto di vista di chi apprende, l’apprendimento non-formale è comunque intenzionale anche se, in molti casi, tali attività non rendono esplicito il contenuto dell’apprendimento. In questo ambito, la massificazione dei saperi – ridotta anche ai saper-fare – si è diffusa e massificata grazie a queste nuove forme di trasmissione (ICT).

A mio modo di vedere, le tecnologie richiamate da Martinetti (nuove forme di trasmissione e di diffusione del Sapere, web2.0?), toccano soprattutto l’apprendimento non-formale e non sono che relativamente intersezionate col Sapere e con l’apprendimento formale.
Tocca a noi docenti saper distinguere tra formale e non-formale. Se abbiamo in chiaro questa separazione, le nuove forme tecnologiche della massificazione dei saperi non-formali potrebbero essere viste come un vantaggio per chi apprende.
Inoltre, pur portando a una nuova “rivoluzione culturale” (interpretata negativamente da Martinetti), esse sono uno strumento (innovativo) che intacca omeopaticamente Conoscenza e Sapere, entrambi centrati – soprattutto, ancora e sempre – sul formale.