Archive for Novembre, 2009

I nativi digitali

generazione_facebook

Il termine “nativi digitali” è stata coniato da Mark Prenski nel 2001 e definisce la generazione dei nati a partire dal 1990, generazione immersa nelle ICT fin dalla prima infanzia.
Questi nativi digitali sono nostri allievi e saranno gli adulti di domani. Crescendo con la tecnologia giocano coi videogiochi, frequentano i social-network”, consultano il web in modo personalizzato (vedi post precedente) e usano vari sistemi ICT che li collegano in continuità.

Per comprendere questa generazione che noi docenti affrontiamo, scolasticamente parlando, con metodologie e strumenti tradizionali – che non rinnego ma che ritengo parzialmente superati  – invito a vedere l’interessante filmato con interventi di:
- Garry Small, Neuroscenziato, UCLA
- Giovanni Boccia Artieri, docente New Media, Università “Carlo Bo” di Urbino
- Antonio Fini, prof. Tecnologie Educazione
- Paolo Ferri, prof. Tecnologie Didattiche (vedi post)
- Howard Rheingold, scrittore e insegnante (vedi suo twitter)

A cura di Livia Iacolare e Giacomo Cannelli, “Generazione facebook“, pubblicato da current.it

Un ottimo filmato utile per inquadrare la tematica inerente ai nativi digitali e per comprendere le modifiche che essi potrebbero apportare, in prospettiva, all’insegnamento tramite le ICT.

Tra copyright e copyleft

TED1Per i nativi digitali (i nostri allievi di oggi e di domani) la tecnologia è lo strumento quotidiano che permette loro anche di accedere alla cultura in modo individuale (non formale) e di potenziare la loro creatività.
Questo significa tuttavia passare attraverso fruizioni personali di contenuti che sono protetti da copyright, scaricati da internet. Per questo modo di procedere, i nativi digitali, non osservando le regole, potrebbero anche essere criminalizzati (vedi legge attuale sul “peer ti peer”).

Per entrare nel merito del tema che tocca le ICT, la cultura e la legislazione, invito a guardare una presentazione di Larry Lessig (clic sull’immagine) che presenta il tema (è possibile scegliere una sottotitolazione in varie lingue).
Sono d’accordo con molti dei punti di Lessig, che trattano di diritto e di cultura. Questo discorso è iniziato da poco e deve protrarsi grazie al dialogo e tramite discussioni. Ha grandi implicazioni per le persone che utilizzano il web come una risorsa – tra cui appunto i nativi digitali – per le parole, le immagini, i media e per le presentazioni.

Lessig è un eccellente conferenziere. La sua presentazione è piuttosto lunga – 19 minuti – ma passa in fretta, segno distintivo di ottima qualità comunicativa.

Twitter nella didattica

twitter_logo_headerDa alcuni mesi uso Twitter.
Da quando l’ho conosciuto mi è apparso come canale di comunicazione interessante, con potenzialità varie, applicabili anche nella didattica.
Utilizzandolo in modo sperimentale, a 360 gradi, mi accorgo che questa giudizio  intuitivo era pertinente. Apprezzo sempre più questo servizio che è diventato uno dei miei canali informativi preferiti.

Seguendo un corso in rete della GaramondInsegnare e apprendere con i Social Network” ho appurato che, nei cfti di Twitter, le mie aspettative d’impiego a livello didattico sono condivise.
Di seguito riassumo i potenziali impieghi nella didattica (tratto Twitter for Academia, tradotto da Caterina Policaro, mia tutor online sul tema):

  • comunità di classe:Una volta che gli studenti hanno cominciato a twittare, hanno sviluppato un senso dell’altro come persona al di là del ristretto spazio temporalmente condiviso della classe, dell’aula,…
  • Il senso del mondo che ci circonda: “Alcuni studenti guardano spesso e volentieri la  Public Timeline di Twitter che è la pagina dove vengono postati tutti i messaggi pubblici che passano su Twitter. Il tasso di rumore di fondo qui è altissimo, ma ci dà il senso della varietà delle persone e della gente di tutto il mondo...”
  • Tenere traccia di un termine, di una parola, di una conferenza: “Attraverso Twitter è possibile tenere traccia/ “track” parole e termini sottoscrivendo poi il feed a tutti i post contenenti quella determinata parola…”
  • Feedback istantaneo: “Twitter è sempre connesso, e ti invia i messaggi anche sul telefonino, è quindi ottimo per ricevere feedback immediato…”
  • Seguire un esperto: “Gli Studenti possono seguire altre persone su Twitter, che trattano argomenti di loro interesse…” Questa possibilità è molto apprezzata e sfruttata da chi scrive.
  • Grammatica e scrittura basata su regole: ” È sorprendente come Twitter possa essere ottimo come ausilio per insegnare la grammatica. Perché? la forma breve che costringe ad utilizzare regole grammaticali abbreviate e/o ad abusare della grammatica piegandola nei 140 caratteri disponibili…”
  • Massimizzazione del momento didattico: “È spesso difficile insegnare in determinati contesti limitati spazialmente e temporalmente, Twitter ti permette di farlo al di là dei limiti spazio/temporali della lezione.”

Quindi, se non avete ancora un account Twitter, pensateci. Evidentemente, una volta aperto un account su Twitter, ci si deve applicare, provare, approfondire. Gli apprezzamenti e le intersezioni private e didattiche arriveranno, conseguenti.

Dimenticavo: il mio account su twitter http://www.twitter.com/mbeo | quello della SUPSI-DFA

Pubblicare e scaricare da Internet: qualche riflessione

pub_internetRiporto un’interessante proposta didattica dell’Ufficio della comunicazione elettronica dello Stato che ci interessa da vicino e inerente al tema “ICT ed etica:

  • Cosa si può pubblicare sul sito della scuola?
  • È legale scaricare musica dal web?
  • Che succede se carico su un sito una foto dei miei compagni di classe?

“Pubblicare e scarica da Internet: qualche riflessione” è una guida rivolta ai ragazzi che fornisce informazioni, consigli e riflessioni sull’utilizzo di Internet rispondendo a tutte quelle domande che giovani e adulti dovrebbero porsi ogni volta che navigano in rete.

Due sono i temi trattati nella pubblicazione: la protezione dei dati e il diritto d’autore in Internet. Entrambe le tematiche sono affrontate in modo sintetico nella parte “in sintesi” ed in maniera più approfondita nella sezione “in dettaglio”.
La pubblicazione è a disposizione gratuitamente a tutti gli utenti in formato .pdf

I Cavalieri della comunicazione 2009

Notizia di oggi, ricevuta via twitter, che, per inciso, apprezzo sempre più come mezzo di comunicazione e di condivisione e sul quale ritornerò a  tempo debito: vedi mio twitter e quello del DFA. La riporto volentieri poiché il contenuto ha intersezioni con i temi che qui trattiamo.

Biel-Bienne, 10.11.2009 – I Cavalieri della comunicazione di quest’anno vengono da Zurigo, Coira e Lucerna. Il 10 novembre 2009, a Soletta, sono stati premiati cinque progetti che promuovono l’accesso di tutte le fasce della popolazione alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT). Il Consigliere federale Moritz Leuenberger, patrocinatore del concorso, ha consegnato i premi di persona in occasione del congresso “Utilizzo competente dei nuovi media”. Il Cavaliere della comunicazione è un concorso dell’Ufficio federale della comunicazione (UFCOM) che ha luogo sin dal 2001.”

Per saperne di più sui temi selezionati e premiati, andate a questa pagina dell’amministrazione federale.

educanet2 da buttare?

sguardoDa un’inchiesta effettuata in 23 sedi di Scuola media (SM) a fine ottobre 2009, si è potuto appurare che solo il 10% delle sedi usa educanet2, la piattaforma svizzera per l’apprendimento e per la collaborazione.

Prima di entrare succintamente nel merito di questa analisi deludente dal punto di vista dell’integrazione delle ICT nella SM, vediamo di dare alcuni numeri su educanet2, per meglio comprendere.

educanet2 è l’evoluzione di educanet, apparso nel 2001 e “upgradato” nell’attuale versione – tuttora in evoluzione – a partire dal 2004. Si tratta di una comunità con oltre 450′000 persone (350′000 allievi e 100′000 docenti), riunite in 27′000 classi e 16′000 gruppi tematici e disponibile nelle 3 lingue nazionali con l’aggiunta degli idiomi spagnolo e inglese. Le possibilità attivatili dagli attori scolastici (dall’allievo al docente, passando per l’amministrazione) sono molteplici. Qui non si descrivono, rimandando direttamente al sito per il dettaglio di queste funzionalità.
educanet2 stata sviluppata secondo direttive pedagogico-didattiche per essere impiegata nell’insegnamento. È sussidiata dalla Confederazione – tramite il CTIE – e dai Cantoni, tra cui il Ticino.

Per questo ambito, finanziario,  varrebbe la pena interrogarsi sull’opportunità del sussidio ticinese, visto che educanet2 è poco usata nelle nostre scuole. Qualcuno potrebbe anche affermare che educanet2 non serve e quindi suggerire di abbandonarla, risparmiando e attivando nel contempo un “alleingang” ticinese dal punto di vista scolastico.
Se non fosse così – come mi auguro per il bene della scuola -  siamo comunque di fronte a un problema: non si è sufficientemente chiarito il quadro d’impiego delle ICT – ricordiamoci che non esiste in Ticino una politica chiara (vedi)  – e non si è presentato e formato a sufficienza sul tema in questione.

Probabilmente saranno le nuove generazioni di docenti quelle che inizieranno ad apprezzare le potenzialità e gli usi pertinenti di questa comunità/piattaforma.
Come DFA, usiamo da anni educanet2 come piattaforma per il nostro insegnamento, lo apprezziamo e siamo disponibili ad ampliare il discorso didattico che emerge dall’uso di piattaforme tipo educanet2, partendo dal lato tecnico (i servizi e il loro funzionamento) per arrivare a quello pratico (”best-practices”), passando dalle riflessioni pedagogiche.

Riferimenti: sito educanet2 | brochure in .pdf

Videogiochi seri e in classe

2 Girls playing video gameIn un precedente post inerente ai videogiochi (vedi) introducevo l’argomento, segnalando che anche a livello formativo il tema videogiochi (VG) è ormai è entrato – finalmente - tra i temi meritevoli di approfondimento all’intersezione tra ICT,  scuola e  formazione. Segnalavo un congresso svizzero dal tema “Videogiochi, passioni e apprendimenti“, organizzato dal CTIE il venerdì 28 agosto 2009 a Berna, congresso a cui ho partecipato.

Ora, ritorno sul tema, dando ulteriori spunti per approfondirlo.

Cominciamo col dire da per molto tempo scuola e genitori hanno valutato i VG come poco validi da diversi punti di vista. Questo modo di vederli sta cambiando in positivo. Al punto che ora si parla di “Giochi seri” per isolare i VG meritevoli di attenzione a livello educativo, formativo e cognitivo.

Non mi dilungo, rimandando ad altri post gli approfondimenti. Il post precedente (vedi) potrebbe anche entrare in linea di conto.
Faccio notare che il congresso organizzato dal CTIE – segnalato sopra – ha permesso di concludere che alcuni VG – che chiameremo “Giochi seri” – sono utilizzabili scientemente come strumenti didattici, risultano essere efficaci in vari campi disciplinari, permettendo agli allievi di essere indipendenti, attivi e di studiare a ritmi personali. Uno sdoganamento pedagogico importante. Teniamone conto.

Per approfondire il tema segnalo 3 siti (in francese) da cui partire:

- Comprende les jeux vidéo , per un’entrata in materia generale
- PedaGoJeux , per una prima sensibilizzazione ai VG dal punto di vista pedagogico
- Serious Games, compte rendu de la journée d’information “Serious Game” de l’université de Toulouse (23/10/09)

Chi può contribuire con segnalazioni di siti analoghi, in italiano, lo faccia, dando pf una sintesi qualitativa del sito segnalato. GRAZIE