Posts tagged didattica

Il viaggiatore scientifico 5

viaggiatore_scientificoAnche quest’anno, continuando una (quasi) tradizione, il DFA propone una giornata  dedicata alla divulgazione scientifica, ai suoi aspetti spettacolari e a nuove proposte didattiche. Questa giornata avrà luogo il sabato 19 febbraio 2011 Ore 8.30 Aula magna, Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) SUPSI Piazza San Francesco 19, Locarno.

Di seguito i temi affrontati in conferenze e atelier:

* Un po’ di fisica nella scuola dell’infanzia?

* Quelques démonstrations de chimie de niveau gymnase

* La Scatola di Einstein a Barcellona

* Come funziona il sapone?

* Il LASER compie 50 anni!

* Fisica Sognante – Fisica e giocoleria

Informazioni di dettaglio:

Premiazione concorso “ICT award”

premiazione_ICT_awardIl 31 maggio 2010 dalle 16.30 nell’aula magna del DFA avrà luogo la cerimonia di consegna del primo concorso ICT award, concorso aperto alle/gli studentesse/i del bachelor del DFA.
L’obiettivo del concorso è già stato descritto in un precedente post (vedi).

I concorrenti sono stati pochi ma con produzioni di qualità. D’ufficio sono stati aggiunti tutti gli studenti e le studentesse del I anno di studio bachelor che hanno realizzato filmati di pubblicità sociale nell’ambito del modulo “Multimedialità a scuola”, vedi post sul tema.

Al tema dell’integrazione delle ICT nell’insegnamento e a ICT award anche rete3 ha realizzato una serie di interviste: ascolta il podcast di rete3.

Le categorie da premiare sono:

  • ICT in classe con gli allievi
  • ICT per il docente nella preparazione di lezioni
  • Multimedialità costruita per messaggi formativi e/o educativi
  • Superpremio: studente/essa tecnologico/a dell’anno 2010

Il presentatore ufficiale sarà Vilmos Cancelli. Il coro del DFA contribuirà con il Servizio Informatica e Multimedia (SIM) allo spettacolo.

Informazioni di dettaglio:

Diritti d’autore e dintorni nella didattica

copyrightChi, come docente o studente, non si è mai confrontato col tema del diritto d’autore nel mondo delle informazioni condivise di oggi, via internet? Pochi o nessuno! Infatti, questo è un tema che ricorre spesso nell’ambito della didattica di classe, ma soprattutto della didattica oltre la classe, per via asincrona, supportata da servizi del web2.0. Quali sono le avvertenze da fornire ai docenti che usano – o vorrebbero usare – documenti di varia natura nei loro corsi? Rispettivamente, quali diritti posso attribuire alle mie produzioni formative inserite in rete?

Senza essere esaustivo, propongo alcune informazioni essenziali per meglio orientarsi, ricordando che siamo nell’ambito del diritto d’autore, ambito in cui da poco tempo è possibile usare dei diritti di protezione meno restrittivi. Penso all’impiego dei Creative Commons (CC) che sono orientati alla condivisione e agli utilizzi pubblici soprattutto di materiale digitale. Ritornerò sul tema dei Creative Commons.

Questi consigli sono tratti da  “Pubblicare e scaricare da Internet Qualche riflessione” – 2009, Cancelleria dello Stato (vedi)

Ricerca in Internet
È possibile utilizzare tutti i testi e le immagini che si scaricano da Internet per la didattica. Se uno studente prepara una presentazione o una ricerca per la scuola, gli è quindi permesso inserire i contenuti che ha trovato in Internet. Dovrà però sempre citare le fonti del materiale che ha utilizzato. Non è consentito invece utilizzare questo materiale sul proprio sito web o su quello della scuola.

Pubblicazioni sul sito della scuola (o su un blog)
In generale è importante distinguere tra le pubblicazioni sul server interno alla scuola (Intranet) e la pubblicazione su Internet. Il sito Intranet della scuola è a scopo didattico. Visto che è accessibile solo ad allievi e docenti, tutto ciò che vi si pubblica è considerato una riproduzione per informazione interna a un istituto; citando l’autore e tenendo conto di alcune eccezioni, la pubblicazione è possibile. Non è invece possibile (senza il consenso dell’autore) la pubblicazione in Internet, a meno che siano protetti con specifici CC.

Video registrati alla TV, acquistati o noleggiati
Un docente può registrare programmi radio o televisivi per mostrarli agli allievi in classe. Non può però salvarli integralmente sul sito interno alla scuola (Intranet); è possibile unicamente pubblicare degli estratti di queste opere.
Su Internet invece non è possibile alcuna pubblicazione, nemmeno di estratti (a meno che i video non siano stati realizzati dalla scuola stessa). L’uso di filmati provenienti e pubblicati da altri siti è permesso ( via “embedded”), visto che la fonte viene mostrata.

Testi e immagini non realizzati dalla scuola
Pubblicare testi o immagini sul sito interno della scuola è possibile; per quanto riguarda il sito Internet al contrario non lo è, a meno che non si abbia il consenso dell’autore o siano protetti da specifici diritti CC.

Testi e immagini realizzati da un docente/studente in seno all’attività didattica
Se un’opera (testi, fotografie, filmati,…) viene realizzata da un docente – o studente maggiorenne -  nell’ambito del suo lavoro, i diritti d’autore appartengono alla Scuola (anche se l’autore è il docente).

Opere di allievi
Per pubblicare opere di allievi in Internet occorre la loro autorizzazione. Se l’allievo è minorenne occorre il consenso dei genitori.

Insegnare con le lavagne interattive multimediali

LIMIl sito educa.ch pubblica un interessante dossier inerente alla LIM (Lavagna Interattiva Multimediale).
L’autore di questo blog – che si interessa al tema poiché nel novero del suo ambito di interesse (vedi) – pensa che la LIM non sia uno strumento didattico particolarmente innovativo per quanto attiene al far scuola. Infatti, questo strumento tende a riprodurre una didattica tradizionale, di classe, frontale. L’insegnante che ne fa uso rafforza questa metodologia organizzativa e per la classe diminuiscono le possibilità di poter vedere attivata una didattica diversificata, per esempio a gruppi.

Tuttavia, è importante sottolineare l’apporto che lo strumento LIM porta all’insegnamento di questo tipo – frontale -, metodologia molto diffusa, soprattutto a livello d’insegnamento post- scuola obbligatoria.
Il nostro Dipartimento usa la LIM da anni, ne ha sperimentato l’impiego nella scuola obbligatoria, diffonde le sue possibilità d’implementazione e ne segue la ricerca e l’evoluzione tecnica e didattica. Considera cioè la LIM  uno tra i molti strumenti ICT che potrebbero rendere l’insegnare in classe maggiormente interessante.

Il dossier è un buon punto di partenza per chi intende avvicinarsi alla LIM. Esso è stato redatto da Stéphanie Burton e Laurent Jauquier

Nel dossier trovate:
Introduzione | La ricerca e le LIM | Installazione – ergonomia | Case study sulle LIM | Esperienze, progetti e buone pratiche | Link di interesse sulla LIM

Accedi al dossier su educa

La lavagna multimediale interattiva

lim1La LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) viene impiegata da anni nelle scuole ticinesi. Dalla Scuola elementare a quella medio-superiore, passando per il settore medio. Uno strumento didattico che sta avendo successo nella scuola poiché ripropone – in forma tecnologicizzata – il classico strumento che da decenni è usato nelle classi: la lavagna.

Dal mio punto di vista e da quello pedagogico, la LIM non è che parzialmente innovativa, non permettendo che minime modifiche nel sistema didattico che rimane prevalentemente classico, frontale e a classe intera. Altri sono gli strumenti tecnologici che potrebbero, integrandosi, modificare il modo di far scuola e dare un plus-valore e un’innovazione all’insegnamento. Ma, rimaniamo sulla LIM.
Essa permette di integrare la multimedialità digitale. Suoni, testi, video e collegamento internet sono disponibili. Risulta possibile intervenire, evidenziando, quanto appare sul grande schermo. Tutto quello che viene visualizzato sulla lavagna interattiva può essere stampato, registrato e quindi diffuso per vie elettroniche, dalla posta elettronica alle piattaforme di sussidio all’insegnamento, per es. educanet2.

Sarà uno strumento didattico che avrà successo nella nostra scuola? Presumo di si.
Come DFA (già ASP) da anni usiamo le LIM sia nella nostra formazione terziaria (ne abbiamo finora installate quatto, molto apprezzate) sia in attività di ricerca, seguendo esperienze della scuola elementare in cui la LIM è usata. Siamo un centro di competenza nel contesto d’uso delle LIM in classe.
lim2In questi giorni è stato firmato una accordo con una ditta che vende LIM, per collaborare, offrendo corsi di formazione a questo strumento, rivolti non solo alla Scuola ma anche al mondo dell’amministrazione che sempre di più le impiega. Stiamo infatti certificando due persone affinché possano avere il “label” di formatore LIM non solo a livello didattico ma anche tecnologico. A breve offriremo corsi di vario livello per “target” differenziati.

In prospettiva, apriremo quindi discussioni su argomenti correlati alla LIM che da oggi diventa ufficialmente uno dei tag di questo blog, da sviluppare.

Do you remember?

insegnare logoraSulla “Regione” del 23 settembre 2009, Giorgio Mainini, già direttore di Scuola Media, scrive una lettera aperta dal titolo “Riapriamo il dibattito sulla scuola“.
Mainini sottolinea anche come le ICT possano modificare l’odierno modo ticinese di far scuola, migliorandolo e adattandolo alle attuali esigenze sociali, nonché venendo incontro alle competenze degli allievi -  “nativi digitali” – che usano massicciamente le ICT non ritrovandole che omeopaticamente nella scuola odierna, eccezioni a parte.
Mainini cita pure uno scritto (Nuove tecnologie informatiche nella scuola) del 2001 nel quale il sottoscritto ed altri autori cercavamo di perorare la causa dell’integrazione delle ICT (vedi). In questo  formulavamo proposte operative – disattese – e indicavamo delle proposte di inquadramento, di politica scolastica, pure disattese, almeno finora. Le ribadisco di seguito:

  • elaborazione di una precisa strategia cantonale, realistica ma vincolante, da un lato per la sperimentazione, dall’altro per l’aggiornamento di tutti gli operatori scolastici nella nuova didattica, con la relativa determinazione di spazi, contributi, scadenze, se necessario anche con l’adozione di misure (in positivo e in negativo) nei confronti di quadri (funzionari, esperti, direttori, consulenti, …) e docenti;
  • creazione di una struttura di formazione degli insegnanti e dei quadri, nella direzione volta a considerare l’uso delle ICT una chiave universale per la concezione di una scuola “ (…) che fornisca al ragazzo la capacità di orientarsi nel mondo in cui vive, per fare scelte personali ragionate; che gli insegni non migliaia di nozioni, ma la tecnica per imparare e assimilare quelle che davvero gli serviranno; che gli spieghi come si argomenta, come si progetta, come si pone una domanda sensata; che gli fornisca una maturità di pensiero tale da consentirgli di riconoscere il valore imprescindibile della tradizione storica, e lo ponga in relazione con la contemporaneità e con il contesto culturale e sociale; che gli dia una formazione scientifica certa e accettabile.” (Ignazio Contu);
  • imposizione dell’acquisto di apparecchiature equivalenti, da parte del Cantone, a tutti i Comuni per le SE, se del caso con adeguati sussidi, per ovviare al formarsi di una “scuola comunale” troppo dipendente dalle capacità finanziarie e dalle sensibilità dei Comuni.

Le proposte secondo me sono ancora attuali, benché da adattare, anche alla luce della scarsa valutazione ricevuta dalla scuola ticinese nell’ambito dell’integrazione delle ICT, vedi precedente post. Remember…

La scuola digitale – podcast

osservatoriorsi2Da circa una trentina d’anni i computer sono diventati strumenti  d’uso corrente, diffusi in tutti i contesti professionali e praticamente in tutte le case. Sono entrati anche  nelle scuole,  portando con sé un potenziale innovativo che influisce sullo scenario didattico tradizionale. Lentamente, in modo non uniforme, con resistenze e controindicazioni, la scuola sta cambiando in rotta verso il digitale con prospettive che potrebbero rivoluzionare modi, tempi e luoghi dell’insegnamento.
Antonio Vassalli, autore della trasmissione “L’osservatorio”.

A discutere su questo tema – all’interno delle offerte di questa trasmissione della RSI, RETE2 – si sono trovati Marco Beltrametti docente di tecnologie didattiche presso l’Alta Scuola Pedagogica di Locarno (autore di questo blog) e Paolo Ferri che insegna “Teorie e tecniche dei nuovi media” all’università di Milano Bicocca e autore di un saggio cui idealmente ci si riferisce nel titolo che è per l’appunto La scuola digitale, pubblicato da Bruno Mondadori (ISBN 978-88-424-2042-2).

La discussione ha permesso di fare il punto il punto sulla situazione in Ticino ma non solo, di  come, quanto e a che livello  l’informatica, i computers sono entrati nelle scuole e che tipo di problematiche didattiche ovvero di risposte di allievi e insegnanti hanno suscitato.

Ascolta/ scarica  il podcast (gentile concessione de L’osservatorio, RSI RETE DUE)

Il computer ci aiuta a pensare e a scrivere le storie

È stato pubblicato col titolo del post su “Scuola Ticinese” n. 291, marzo-aprile 2009, un insieme di articoli che descrive un uso pertinente, integrato, delle ICT in aula. Grazie all’itinerario presentato sono stati (meglio) raggiunti gli obiettivi previsti dal programma scolastico – in questo caso di Scuola elementare – per quanto concerne la lingua madre. La proposta metodologica porta il nome di “Giochiamo con la fiaba”, ed è stata ideata dai docenti di SE Angelo Morini e Corrado Scaroni con il supporto recente dell’ASP.

Integrare uno strumento informatico in un contesto formativo di classe significa mettere il computer al servizio della metodologia didattica per raggiungere, con qualità accresciuta, gli obiettivi previsti. In altre parole, lo strumento o il servizio informatico si inseriscono nel processo didattico, passando però in secondo piano per rapporto al compito che supportano, integrandosi.

In questo itinerario didattico è stato creato un data-base (mysql-php) nel quale vengono inserite storie inventate dagli allievi i quali, successivamente, ne verificano la correttezza sintattica (coerenza e coesione del testo). Le storie inventate e inserite possono mescolarsi a piacimento, usando il modello della fiaba di Propp.

Nell’itinerario “Giochiamo con la fiaba”, il computer viene impiegato per i seguenti compiti:
- digitazione delle sequenze narrative della fiaba nel database usando un browser;
- controllo su schermo o su stampa della coerenza delle sequenze narrative;
- correzione dei testi risultati non coerenti;
- creazione di nuove fiabe tramite rimescolamento delle varie sequenze attraverso il browser;
- inserimento dei disegni dei bambini (dopo acquisizione tramite scanner) a illustrare le corrispondenti sequenze narrative.

Con impieghi del computer di questo tipo, gli allievi lavorano per raggiungere lo scopo principale dell’itinerario, che attiene alla scoperta e all’uso degli elementi linguistici che rendono possibile la coerenza e la coesione del testo, riferendosi alla struttura narrativa della fiaba.

Scopri l’itinerario partendo da http://www.aspti.ch/fiaba o scarica l’articolo (in .pdf) pubblicato su “Scuola Ticinese”.

fiaba

RomandTIc Journée intercantonale d’intégration des MITIC dans la pédagogie

romandtic

La Conferenza  dell’istruzione pubblica dei cantoni della Svizzera romanda e del Ticino (CIIP) organizza una “Giornata intercantonale d’integrazione delle ICT nella pedagogia“, a Losanna il mercoledì 6 maggio 2009 (vedi).
Questa giornata è coerente con le raccomandazioni delle CDPE  in materia d’integrazione delle ICT (doc “Recommandations relatives à la formation initiale et continue des enseignantes et enseignants de la scolarité obligatoire et du degré secondaire II dans le domaine des technologies de l’information et de la communication (ICT)“  del marzo 2004, consulta in .pdf).

Per il Ticino saranno presenti, come relatori, Marco Beltrametti (ASP), Filippo Gabaglio (SE) e Manuela Gerber, Remigio Tartini (SM).

Gli obiettivi della giornata sono:
- favorire l’introduzione delle ICT nelle classi;
- dare esempi concreti d’integrazione delle ICT riusciti (vedi esempio della giornata ASP del I aprile);
- favorire scambi tra rappresentanti ICT dei vari Cantoni coinvolti;
- mettersi all’ascolto dei docenti, notando le loro aspettative in materia;
- discutere dell’importanza delle ICT nel Piano di Studio Romando (PER).

Programma della giornata (.pdf) | iscrizione |

Esempi d’integrazione di strumenti/servizi ICT nella scuola

Integrare uno strumento informatico in un contesto formativo di classe significa mettere il computer al servizio della metodologia didattica per raggiungere, con qualità accresciuta, gli obiettivi previsti. Lo strumento o il servizio informatico si inseriscono nel processo didattico, passando in secondo piano per rapporto al compito che supportano, integrandosi. Infatti, lʼintegrazione delle ICT nella formazione ha come scopo la valorizzazione del compito da eseguire, usando lo strumento come mezzo e non come fine. Viene così a crearsi un plusvalore dato dalla tecnologia integrata.

Il movimento tendente a inserire le ICT nella formazione scolastica è in atto da circa 20 anni. Lʼinserimento avviene lentamente in quanto i processi dellʼinsegnare e dellʼapprendere sono complessi, a differenza, per esempio, di procedure produttive i cui flussi sono facilmente identificabili e programmabili.

Si possono identificare delle “buone pratiche” in cui le ICT sono integrate a livelli diversi: per il lavoro di programmazione del docente, come strumento didattico in classe, come mezzo comunicativo in una formazione oltre lʼaula oppure come artefatto cognitivo che permette didattiche fino a poco tempo fa impensabili.

L‘Alta Scuola Pedagogica organizza il 1 aprile 2009 una giornata in cui alcune di queste attività sono mostrate in workshop. Pur non essendo esaustivi rispetto a quanto realizzato nella formazione nel campo dellʼintegrazione delle ICT, questi workshop mettono in evidenza alcuni esempi a vari livelli e con diverse metodologie d’impiego.

Per dettagli e iscrizioni, partire da qui…

Motivando la necessità del blog

Sei mesi or sono, iniziando il mio blog dal titolo “ICT tra formazione e apprendimento” (esterno all’ASP, vedi…), menzionavo l’intenzione di utilizzarlo “… come raccolta di temi e luogo di scambio tra il formatore (chi scrive) e gli studenti (futuri docenti) iscritti ai miei moduli“. Lo scopo principale consisteva nel testare se e come l’impiego del blog in campo formativo appariva utile.
L’uso del blog in questione veniva proposto nell’ambito ASP, prevalentemente collegato con un modulo offerto per la formazione pedagogica (vedi descrittivo in .pdf del modulo per il settore SMS).

In ambito formativo – ma non solo -, i blogs  permettono la diffusione di idee e concetti che, prestandosi al commento, ben si adeguano agli obiettivi di formazione socio-costruttivista e condivisa. In contesti di formazione di adulti iniziano ad essere impiegati a supporto dei momenti d’aula, in modo più interessante che non in piattaforme di e-learning, sistema recentemente in tendenza negativa per quanto concerne l’interesse e la soddisfazione degli utenti.

Ebbene, dopo 2 mesi di interazione e di sperimentazione, posso affermare che l’impiego è stato proficuo: un centinaio di commenti, alcuni dei quali interessanti e meritevoli di approfondimento che spero avverrà oltre questo blog.

Ho comunque deciso di approfondire e generalizzare l’uso del blog a scopo formativo, implementando questo servizio (blogsASP) all’interno del sito web dell’ASP.
Perciò, a partire dal mese di dicembre 2008, posterò i miei commenti in questo “nuovo” blog, anziché su quello esterno finora impiegato. Chiederò ai/lle docenti che hanno postato commenti ritenuti interessanti di ripostarli in alcuni post (scegliendone una per post al massimo), come memoria. I commenti sono comunque ancora consultabili sul “vecchio” blog.
In successivi post cercherò di dare elementi utili a comprendere l’opportunità formativa di un simile strumento.

La storia “open source”

Stanno avendo un successo al di sopra delle aspettative i siti web – di regola delle televisioni statali – che offrono materiale multimediale di tipo storico.
Nella fruizione delle informazioni, la multimedialità si è da tempo affiancata ai testi grazie alla digitalizzazione che la rende più manipolabile e riutilizzabile. I suoi canali comunicativi (suono, immagine, testo) si fondono, rendendo le informazioni veicolate maggiormente pregnanti. Se i contenuti sono interessanti, ecco che il successo appare evidente. Nell’ambito formativo la multimedialità sta’ avendo successo da vari punti di vista: passivo (fruizione), creativo (costruzione) e interattivo (individuale). Su questi punti tornerò in dettaglio più avanti. Fermiamoci però alla storia.
Il poter usufruire e commentare (stile web2.0) documenti multimediali di tipo storico, autorizza l’uso dell’identificativo “open source”. Infatti, sono disponibili i filmati, condivise la critiche, individuali le ricostruzioni. Evidentemente, non sono i siti come quello della TSr, dell’archivio della Tv francese della TSi (vedi navigastoria) o altri che potranno (ri)costruire la storia. Tuttavia, anche in questo campo emergono opportunità interessanti che a livello formativo e soprattutto didattico forniscono spunti e materiale che fino a pochi lustri or sono erano impensabili. Al docente conoscerne la portata, approcciarli criticamente, integrarli nella sua didattica di classe e consigliarli come materiali per uno studio/approfondimento individuale. Questo è un esempio di integrazione delle ICT.