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“La scuola 2.0 è ancora lontana”

Durante l’estate è apparso nel blog di Saul Gabaglio (Ticinonline,) un’intervista su temi attinenti a questo blog. La riporto di seguito. I grassetti sono stati inseriti dall’autore di questo blog.

sguardo

Il dibattito attorno all’introduzione delle nuove tecnologie nelle aule scolastiche è probabilmente stato accelerato dal successo ottenuto dai nuovi dispositivi, in particolar modo dall’iPad. Capita sempre più di frequente di vedere nei licei cantonali docenti che fanno largo uso di computer (e in alcuni casi anche di iPad) per le proprie lezioni e di studenti che utilizzano gli stessi strumenti per prendere appunti. Nuove tecnologie che potrebbero rappresentare la maggiore rivoluzione nel lavoro dello studente degli ultimi decenni dall’avvento dei quaderni.

La domanda che ci si deve porre allora è la seguente: la scuola è pronta ad accogliere le nuove tecnologie? “Da più parti s’intuisce che le tecnologie d’informazione e comunicazione (ICT) – complice anche il web2.0 – potrebbero modificare l’organizzazione scolastica. Tuttavia, siamo ancora lontani da una riflessione che indichi come queste potrebbero diventare un’occasione per cambiare e migliorare l’istruzione e la scuola” spiega Marco Beltrametti, responsabile del corso di Integrazione ICT al DFA di Locarno. Come rileva in seguito l’esperto, la tendenza a un’integrazione delle ICT esiste ma, confinata in pochi ambiti, risulta essere ancora innovativamente poco incisiva e, di conseguenza, “non modifica granché l‘attuale organizzazione scolastica e la tradizione didattica”.

Cosa vuol dire effettivamente l’integrazione delle tecnologie di informazione e comunicazione nella Scuola ticinese? Quali sono i vantaggi che quest’integrazione può apportare alla scuola e all’apprendimento degli studenti?
“Potenzialmente l’integrazione delle ICT consentirebbe agli studenti di apprendere con il proprio ritmo, utilizzando strumenti e servizi personalizzati, con il docente che assume un ruolo più di accompagnatore che di istruttore. Nella scuola ticinese – ma anche in quella di altri cantoni – si procede a tentativi d’integrazione, slegati, a macchia di leopardo, senza una bussola pedagogica settoriale che possa indicare la direzione da seguire”.

Non potrebbe essere la Confederazione a indicare la direzione da seguire?
“Nello scorso decennio in ambito d’integrazione delle ICT, la confederazione ha dato impulsi interessanti a tutti i cantoni, ma questi impulsi – almeno da noi – non hanno portato a grandi ricadute. Principalmente perché non sono ancora fruibili i referenti di politica scolastica all’interno dei quali crescere con le ICT. Intendiamoci, nella Scuola ticinese le ICT sono disponibili: i computer, le reti, internet, i servizi amministrativi informatizzati, le lavagne interattive multimediali e altro ancora stanno entrando sempre più nelle nostre scuole. Alcuni docenti usano le ICT in classe in modi pertinenti e innovativi. Tuttavia, la disponibilità di servizi e strumenti ICT non significa necessariamente che la scuola si è modificata grazie a loro. Infatti, non sono ancora evidenti le “buone pratiche” che possono affermare che la scuola, rispetto a 20 anni fa, è cambiata nell’organizzazione e nella didattica di classe, grazie alle ICT”.

Quali sono le prime tappe da percorrere in questa direzione?
“Come detto, una bussola pedagogica aiuterebbe, anche se non è evidente definirla. Servono accordi tra le componenti scolastiche e progettualità che conducano a sperimentazioni, a formazioni e a investimenti dai quali far emergere i plus-valori e le modifiche da apportare al sistema scuola. L’integrazione delle ICT non è mai stata uno dei temi privilegiati dalla scuola ticinese. Sarebbe positivo lo diventasse perché avremmo chiaro il traguardo da raggiungere. Le tappe, poi, si potrebbero definire durante il percorso”.

Nel caso le dessero la bacchetta magica, quale cambiamento apporterebbe sin da subito per facilitare la reale integrazione delle ICT nelle scuole e nei processi di apprendimento degli allievi?
“Ascoltare gli allievi di oggi (nativi digitali), dando spazio ai docenti, così da poter sperimentare nuove forme d’insegnamento con strumenti e servizi ICT (pratiche sicuramente ben accolte dagli allievi come testimoniano i docenti che stanno già lavorando con questi strumenti, ndr.), naturalmente accompagnati e formati in modo adeguato”.

Una situazione che secondo Beltrametti pone l’istituzione ancora molto distante da una vera e propria Scuola 2.0. “Penso che avremo un impulso concreto in questa direzione quando i nativi digitali di oggi saranno i docenti e i quadri scolastici di domani” conclude Beltrametti. Per il momento, quindi, accontentiamoci degli strumenti: per la rivoluzione c’è tempo.

Saul Gabaglio

Ricominciano le scuole, con o senza ICT

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L’anno scolastico è da poco iniziato. Le allieve e gli allievi ritornano sui banchi, la maggior parte di loro lasciando il computer a casa. Infatti, nella scuola obbligatoria, portare il proprio computer non è usuale; nemmeno ritrovarne uno sui banchi.
Tuttavia, la scuola obbligatoria ticinese quest’anno presenta alcune novità: per quanto attiene all’integrazione delle ICT, qualcosa si muove.

Presentiamo questo minimo che avanza dal punto di vista del possibile riverbero che questo potrebbe avere su sedi e docenti. Diciamo innanzitutto che se di riverbero si tratta, quanto viene offerto (sperimentazione e formazione)  deve essere oggetto di inquadramento (teoria e ricerca) e accompagnamento (dotazione e formazione). Infatti, le esperienze che a macchia di leopardo vedono integrate le ICT, non fanno testo in un’ottica di generalizzazione se non accompagnate e sostenute.

In particolare vediamo che almeno 3 offensive continuano o iniziano.

  • La prima esperienza, nella scuola elementare, vede protagoniste una decina di classi in cui la matematica viene trattata con un software specifico denominato CAbriElem. I docenti operano in un “…cantiere sempre aperto dove si cerca, attraverso una continua riflessione disciplinare e pedagogica, di individuare quegli ambiti in cui l’informatica può contribuire all’apprendimento“. Per informazioni di dettaglio sull’esperienza e sul corso di formazione/accompagnamento, vedasi il sito di presentazione o l’articolo “Insegnare nella scuola elementare con l’ausilio dell’informatica: una sfida possibile” di Elena Mock pubblicato sulla rivista Scuola Ticinese no. 305.
    In sintesi, si tratta di integrare le ICT come artefatto cognitivo.
  • La seconda, nella scuola media (SM), vede continuare la sperimentazione inerente all’opzione tecnologia SM, opzione inserita nella fascia opzionale di orientamento in IV media della durata di 2 ore. In questa opzione le/gli allieve/i lavorano all’interno di più squadre col robot NXT della Lego, risolvendo compiti complessi, indagando, pianificando, programmando, per poi presentare il loro progetto a fine opzione.
    Un corso di formazione certificato CAS (corso di studi avanzato) denominato CAS tecnologia nella SM (12 ECTS), organizzato dal settore FC del DFA, accompagna questa esperienza, formando i docenti per abilitarli all’insegnamento. Un CAS è terminato a giugno 2011 (vedi) e un altro è da poco iniziato. In totale sono coinvolte una quindicina di sedi di SM. Per informazioni vedi post precedente.
    In sintesi, si tratta di integrare le ICT come oggetto di studio.
  • La terza esperienza è nuova e vede coinvolte 5 sedi di SM con oltre 30 docenti. Come nella precedente, si tratta di sperimentare l’impiego delle ICT in classe accompagnati da un CAS (10ECTS) organizzato dal settore FC del DFA. Il CAS è denominato 3i (Informatica Integrata nell’Insegnamento) e permette ai docenti iscritti di migliorare le conoscenze tecniche e pedagogiche di vari strumenti e servizi ICT per poi integrarli nel loro insegnamento, indipendentemente dalla didattica disciplinare insegnata.
    Per informazioni, vedi post precedente, e la presentazione del corso (sito FC SUPSI-DFA)
    In sintesi, si tratta di sperimentare come integrare le ICT come sussidio didattico.

In conclusione, si può affermare che nella scuola ticinese, qualcosa si muove nel campo dell’integrazione delle ICT, “qualcosa” di strutturato poiché inserito in un contesto di sperimentazione accompagnata (in 2 casi su 3  pure certificata) che si affianca alle varie e valide proposte di docenti, esperti e sedi, esistenti nella scuola ma a macchia di leopardo.

ICT e Psico-pedagogia | Libri di testo: carta, bit e anche video

Nell’ambito del  corso “Integrazione delle ICT nella SM” inserito nel piano studi del Master of Arts SUPSI in Insegnamento nella scuola media 2010/2011, è stato chiesto ai partecipanti di redigere riflessioni tematiche sotto forma di blog. Il post che segue è uno tra quelli ritenuti meritevoli di pubblicazione.
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imm_master11Il 29 maggio dalla costa ovest degli Stati Uniti è arrivata l’attesa e da alcuni temuta notizia: l’ebook ha superato il libro cartaceo.  La notizia data dal portale a stelle e strisce di Amazon è poi rimbalzata tra le pagine online di praticamente tutti i siti di notizie del mondo. Grazie alla sempre maggiore diffusione dei supporti digitali, gli ebook sono sempre più interessanti sia per il lettore, sia per l’editore. Tra questi Zanichelli, che tra i suoi titoli ha numerosi volumi scolastici, ha messo in piedi un spazio virtuale dedicato espressamente a studenti e docenti che affianca il sempre più fornito negozio online dal quale si possono comperare i libri di testo in tutte le loro forme.

Questi nuovi strumenti offrono la possibilità di accedere a una serie di contenuti aggiuntivi, disponibili in varie forme (.pdf, .mp3, etc.), che rappresentano dei plus-valori notevoli e che possono aiutare l’allievo nel processo di apprendimento. Nuovi strumenti che, offrendo online esercizi e test, modificano l’utilizzo del libro (che nel caso si sia acquistata la versione cartacea è disponibile gratuitamente anche in formato .pdf) rendendo l’allievo più attivo nel suo studio e permettendogli di attivare differenti forme di intelligenza.

Tra gli strumenti mediatori inseriti nel triangolo pedagogico, quelli appena descritti sollevano inevitabilmente alcune domande:

  • quale beneficio reale hanno gli allievi da questa modalità di apprendimento?
  • Aiutano lo sviluppo dell’indipendenza e della responsabilizzazione dell’allievo (SE) o unicamente la costruzione di un sapere mnemonico(S)?
  • Se l’ICT in classe rappresenta uno strumento di mediazione con l’insegnante, quando l’allievo studia a casa quale ruolo assumono?

Autore: Saul Gabaglio

Nativi digitali | Apprendere in 2.0

Nell’ambito del  corso “Integrazione delle ICT nella SM” inserito nel piano studi del Master of Arts SUPSI in Insegnamento nella scuola media 2010/2011, è stato chiesto ai partecipanti di redigere riflessioni tematiche sotto forma di blog. Il post che segue è uno tra quelli ritenuti meritevoli di pubblicazione.
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xpostmaster2Si sente parlare tanto di nativi digitali, ma chi sono? Cosa li contraddistingue? Come si può dedurre dal termine stesso i nativi digitali sono coloro che, nati in un’epoca in completo rinnovamento, sono cresciuti a strettissimo contatto con le tecnologie più moderne. I nati negli anni Ottanta non li si possono ancora definire veramente nativi digitali in quanto le nuove tecnologie facevano appena capolino nella società di massa. I figli del nuovo millennio, invece, crescono a latte e Internet, a pane e touch screen, a caramelle e Facebook.

Tale rapida evoluzione umana e tecnologica comporta tutta una serie di cambiamenti a livello dell’apprendimento, ma anche della comunicazione e della socialità. Questi cambiamenti devono essere assolutamente presi in considerazione dall’istituzione scolastica, in modo da poter fornire ai nuovi giovani un’educazione adatta a loro, alle loro esigenze e alle loro attitudini.

In questo senso, si dovrebbe ripensare alla scuola e all’insegnamento così da favorire soprattutto quelle capacità che i ragazzi aquisiscono naturalmente, grazie alle nuove tecnologie, fin dalla prima infanzia. In particolare promuovere l’atteggiamento costruttivistico, che li vede protagonisti della progettazione e creazione del mondo che li circonda. Immagino, dunque, un docente sempre meno dispensatore di informazioni e sempre più facilitatore di sapere.

Per approfondire:

Autrice: Jessica Marci

Terminato il CAS “Opzione tecnologia SM”

RoboteamIl 22 giugno 2011 è terminato il CAS (corso di studi avanzato) denominato CAS tecnologia nella SM (12 ECTS) che ha formato e abilitato 7 docenti di SM di discipline diverse a insegnare nell’opzione tecnologia e lavoro per progetti nella SM, usando il robot NXT della Lego. Il CAS in questione è stato organizzato dal servizio di formazione continua del DFA-SUPSI.

L’opzione tecnologia inserita nella fascia opzionale di orientamento in IV media è un’opzione settimanale  della durata di 2 ore, per  gruppi di al massimo 15 allieve/i. In questa opzione le/gli allieve/i lavorano all’interno di più squadre col robot NXT della Lego, risolvendo compiti complessi, indagando, pianificando, programmando, per poi presentare il loro progetto a fine opzione.
Dopo un inizio di sperimentazione promettente, l’Ufficio d’Insegnamento Medio del canton Ticino (UIM) ha deciso di proporre questa offerta formativa alle sedi di SM che condividono questa visione di orientamento alla tecnologia. Per insegnare in questa opzione è necessario seguire un Certificato di Studi Avanzati (CAS) denominato Tecnologia e lavoro per progetti nella SM.
Lo scopo principale dell’opzione è rintracciabile nell’orientamento dei/lle giovani che si iscrivono verso professioni di tipo informatico. L’opzione tende a proporre l’informatica come oggetto di studio.

Il CAS in questione ha permesso di costruire nei/lle docenti che l’hanno terminato:

  • competenze tecniche di programmazione del sistema NXT,
  • competenze pedagogiche legate al lavoro per progetti,
  • un’esperienza professionale tramite lo svolgimento dell’opzione tecnologica per un anno con l’accompagnamento di esperti.

In primavera il CAS  tecnologia nella SM è stato riproposto e una dozzina di docenti si sono iscritti. Questo permette di affermare che la proposta di opzione e di orientamento è ben accetta dalle varie componenti scolastiche e , si spera, potrà avere ulteriori sviluppi nell’ambito dell’informatica come oggetto di studio.

Il viaggiatore scientifico 5

viaggiatore_scientificoAnche quest’anno, continuando una (quasi) tradizione, il DFA propone una giornata  dedicata alla divulgazione scientifica, ai suoi aspetti spettacolari e a nuove proposte didattiche. Questa giornata avrà luogo il sabato 19 febbraio 2011 Ore 8.30 Aula magna, Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) SUPSI Piazza San Francesco 19, Locarno.

Di seguito i temi affrontati in conferenze e atelier:

* Un po’ di fisica nella scuola dell’infanzia?

* Quelques démonstrations de chimie de niveau gymnase

* La Scatola di Einstein a Barcellona

* Come funziona il sapone?

* Il LASER compie 50 anni!

* Fisica Sognante – Fisica e giocoleria

Informazioni di dettaglio:

Opzione tecnologia nella scuola media

NXT3I giovani d’oggi sono fortemente tecnologicizzati: anche per questo sono definiti “nativi digitali”. Essi sono utilizzatori di strumenti e servizi tecnologici, consumatori di grandi quantità di informazioni multimediali e si relazionano tramite piattaforme digitali. Tuttavia, questi stessi nativi digitali dimostrano poco interesse per l’acquisizione di competenze utili alla progettazione di strumenti e servizi digitali e possiedono poco spirito imprenditoriale e creativo, competenze e qualità sempre più richieste a livello professionale, soprattutto ingegneristico.

Come formatori di giovani non possiamo rimanere indifferenti a questi massicci utilizzi della tecnologia e alla scarsa propensione verso professioni tecniche. Sosteniamo quindi anche attività scolastiche che permettano di orientare i giovani verso la tecnologia. Sono dunque benvenute proposte che – in modo ludico – guidano i giovani in progetti e sostengono attività propedeutiche di approccio alla tecnologia, permettendo di rispondere convenientemente alle sfide tecnologiche e professionali future. 
In particolare, siamo convinti che attività come quelle sperimentate nell’attuale opzione tecnologia inserita nella fascia opzionale di orientamento in IV media  hanno una grande importanza per rapporto alle professioni di tipo tecnico e ingegneristico.

L’opzione tecnologia inserita nella fascia opzionale di orientamento in IV media è un’opzione settimanale  della durata di 2 ore, per  gruppi di al massimo 15 allieve/i. In questa opzione le/gli allieve/i lavorano all’interno di più squadre col robot NXT della Lego, risolvendo compiti complessi, indagando, pianificando, programmando, per poi presentare il loro progetto a fine opzione. Dopo un inizio di sperimentazione promettente, l’Ufficio d’Insegnamento Medio del canton Ticino (UIM) ha deciso di proporre questa offerta formativa alle sedi si SM che condividono questa visione di orientamento alla tecnologia. Per insegnare in questa opzione è necessario seguire un Certificato di Studi Avanzati (CAS) denominato Tecnologia e lavoro per progetti nella SM.

Non toglieteci l’internet

strade e autostradeI giovani d’oggi -  i cosiddetti “nativi digitali” – usano massicciamente le tecnologie e sono regolarmente connessi a internet, almeno durante il loro tempo libero.
Da questi usi e da questa connessione nascono abitudini comunicative e culturali che essi vorrebbero poter applicare anche a scuola, sia in classe, sia nelle ore buche.
Tuttavia, l’impiego di servizi internet o l’accesso a dati e siti dalla sede scolastica a volte risulta negato, filtrato da firewall.
Su questo punto alcuni di questi studenti legittimamente reclamano e chiedono aperture di rete che non sempre sono possibili.

Questo tema è sentito soprattutto dagli studenti e dalle studentesse maggiorenni, quindi agli ultimi anni di studio delle Scuole medie superiori.
Un gruppo di loro – Scuola Cantonale di Commercio – ha realizzato nel corso dell’attuale anno scolastico un itinerario didattico sul tema, nell’ambito delle ore di Comunicazione  in collaborazione con  retedue, trasmissione Geronimo web.

Il sottoscritto ha pure partecipato – in classe – ad alcune discussioni sui vari argomenti con la docente Natalia Lepori.
Il percorso didattico sul tema, selezionato e montato, è disponibile via podcast nella sezione RSIRETE DUE di Geronimo web.

Sono intervenuti, oltre agli studenti , Luca Botturi e Marco Beltrametti, docenti presso il DFA della SUPSI, Lara Zgraggen, autrice con Michele Mainardi di “Minori e internet” uno studio promosso dal dipartimento Scienze aziendali e sociali della SUPSI, Diego Erba, capo della divisione della scuola presso il dipartimento Educazione Cultura e Sport e Roberto Lauriola, docente presso la SSIG (Scuola Superiore di Informatica e Gestione di Bellinzona).

Premiazione concorso “ICT award”

premiazione_ICT_awardIl 31 maggio 2010 dalle 16.30 nell’aula magna del DFA avrà luogo la cerimonia di consegna del primo concorso ICT award, concorso aperto alle/gli studentesse/i del bachelor del DFA.
L’obiettivo del concorso è già stato descritto in un precedente post (vedi).

I concorrenti sono stati pochi ma con produzioni di qualità. D’ufficio sono stati aggiunti tutti gli studenti e le studentesse del I anno di studio bachelor che hanno realizzato filmati di pubblicità sociale nell’ambito del modulo “Multimedialità a scuola”, vedi post sul tema.

Al tema dell’integrazione delle ICT nell’insegnamento e a ICT award anche rete3 ha realizzato una serie di interviste: ascolta il podcast di rete3.

Le categorie da premiare sono:

  • ICT in classe con gli allievi
  • ICT per il docente nella preparazione di lezioni
  • Multimedialità costruita per messaggi formativi e/o educativi
  • Superpremio: studente/essa tecnologico/a dell’anno 2010

Il presentatore ufficiale sarà Vilmos Cancelli. Il coro del DFA contribuirà con il Servizio Informatica e Multimedia (SIM) allo spettacolo.

Informazioni di dettaglio:

Nuova opzione tecnologica nella Scuola Media ticinese

Se non al 100%, almeno al 95% posso affermare che, a partire dal prossimo anno scolastico, inizierà in IV SM – almeno per ora in modo sperimentale – un’opzione tecnologica che prevede anche la programmazione del robot NXT (vedi).

Questa sperimentazione è importante poiché permette, in sintesi, di:

  • integrare uno strumento ICT nella formazione
  • dare la possibilità alle/gli allieve/i di avvicinarsi alla programmazione e alla robotica
  • proporre una metodologia di lavoro per progetti ampiamente testata a livello internazionale.

Ecco le competenze che si vorrebbero raggiungere a fine corso:NXT2
Ambito logico-analitico: saper analizzare un progetto da eseguire con metodo, programmandolo (logica), traducendolo formalmente (programmazione), verificandone il risultato e implementando eventuali adattamenti (meta-riflessione).

  • Ambito progettuale: comprendere la necessità di pianificare progetti di lunga durata con il coinvolgimento di più persone.
  • Ambito socio-relazionale: saper interagire con più persone dello stessa squadra, valorizzando le competenze e le caratteristiche dei singoli, rispettandone le individualità.
  • Ambito comunicativo: essere in grado di sintetizzare e comunicare (via canali di diffusione sincroni e asincroni) il progetto realizzato.
  • Ambito manuale: saper assemblare pezzi riproducendo modelli e rifacendo procedure descrittive (costruzioni e ingranaggi Lego).

Parallelamente alla sperimentazione, verrà offerto ai docenti delle sedi interessate un corso di formazione con certificazione, abilitante all’insegnamento nel modulo tecnologico. Infatti, non risulta possibile insegnare nell’opzione senza aver seguito il corso e conseguito la certificazione prevista.

Per avere più informazioni di dettaglio è possibile scaricare un documento di sintesi (.pdf)

Concorso “ICT award”

l'interrogazioneDa alcuni anni gli studenti e le studentesse della Formazione di Base della SUPSI/DFA, usano strumenti e/o servizi ICT nella preparazione del loro materiale didattico. Alcuni di loro impiegano pure in classe, con gli allievi, nella pratica professionale, strumenti o servizi ICT.

Per comprendere quali sono gli usi – normalmente integrati nella programmazione e nella didattica – si indice un concorso che dovrà permettere di fare il punto su questo tema all’intersezione tra programmazione didattica e formazione in classe con  ICT, servizi dell’internet, apparecchi multimediali, LIM e altro ancora.

Informazioni sul tema:

Competenze degli allievi per rapporto a strumenti ICT

Group of young laptop usersQuando i programmi scolastici saranno impostati in funzione delle competenze e non più degli obiettivi, il saper usare strumenti ICT (computer, periferiche e oggetti tecnologici) e servizi informatici (da Twitter a wikipedia, passando per Google), diventerà un fatto normale.

Un’avvisaglia di questa tendenza si intravvede in discorsi emergenti in cui le competenze sono sempre più considerate. Prendiamo per esempio l’idea avanzata all’interno della riforma dei  programmi della scuola primaria inglese (progetto Rose). Ne ha anche scritto Norberto Bottani in un suo post (vedi).
Riportiamo di seguito uno stralcio del suo scritto che interessa il nostro ambito, come stimolo di riflessione e fonte di discussione.
I temi attorno ai quali ruoterebbe la scuola primaria sarebbero meno rispetto alle classiche materie scolastiche.
In questa proposta inglese, le novità concernono l’insieme dei contenuti che…  è descritto in termini di competenze da conseguire entro la fine della scuola primaria. Il nuovo programma afferma che gli allievi dovranno, entro la fine della scuola primaria, sapere usare una tastiera di computer, consultare Wikipedia, utilizzare le applicazioni di comunicazione in rete come Twitter, redigere un testo con un’applicazione di trattamento di testo, utilizzare un correttore automatico dell’ortografia e della grammatica, consultare in linea i dizionari, gestire un blog personale, ecc.

Questo cambio di paradigma ci fa capire come questo discorsi di integrazione delle ICT e di valorizzazione delle competenze -  coscientemente o meno – siano ancora omeopatici nell’ambito della Scuola ticinese.

Web e SM: fase propedeutica terminata

web_siteIn questi giorni di fine 2009 sono entrati in funzione i nuovi siti web di alcune Scuole Medie cantonali che hanno come supporto informatico un sistema di CMS (Content Management System). Questo sistema, una volta impostato in grandi linee, permette di comunicare ai vari utenti di una scuola (allievi, docenti, genitori) le informazioni pertinenti senza che si debba conoscere un applicativo o un linguaggio particolari.
Con questo sistema il contenuto e il target possono interagire senza grandi filtri tecnici, in modo molto più semplici che con “vecchie” tecnologie (siti statici).

Questa disponibilità di siti web di SM in CMS è il compimento di un progetto iniziato all’ASP a fine 2005 nell’ambito dell’offensiva federale utile all’integrazione del ICT. Infatti, d’accordo con l’UIM (ufficio Insegnamento Medio) si era inoltrato un progetto che andava in questo senso. Denominato “Piattaforma ICT per le SM”, il progetto aveva ottenuto un riconoscimento e un sussidio ( 40′000 fr. ) per iniziare (vedi sito del progetto). Il progetto è stato poi coordinato e realizzato da una docente, a tempo parziale, coadiuvata da  colleghi e servizi.
I siti che ora potete vedere sono il compimento di questo progetto (ASP, UIM e Confederazione), poi iniziato nel 2006, che voleva essere propedeutico al raggiungimento dello scopo attualmente concretizzato: dotare le sedi di SM interessate di una piattaforma di comunicazione adattata alla tecnologia attuale.
I siti in rete, per ora, sono:
Lodrino , Cevio, Pregassona , Massagno e Stabio. Si è pure iniziata la messa a disposizione del sito amministrativo dell’UIM al link http://www4.ti.ch/decs/ds/uim/.

Un’iniziativa riuscita che si svilupperà nel corso dei prossimi anni.

educanet2 da buttare?

sguardoDa un’inchiesta effettuata in 23 sedi di Scuola media (SM) a fine ottobre 2009, si è potuto appurare che solo il 10% delle sedi usa educanet2, la piattaforma svizzera per l’apprendimento e per la collaborazione.

Prima di entrare succintamente nel merito di questa analisi deludente dal punto di vista dell’integrazione delle ICT nella SM, vediamo di dare alcuni numeri su educanet2, per meglio comprendere.

educanet2 è l’evoluzione di educanet, apparso nel 2001 e “upgradato” nell’attuale versione – tuttora in evoluzione – a partire dal 2004. Si tratta di una comunità con oltre 450′000 persone (350′000 allievi e 100′000 docenti), riunite in 27′000 classi e 16′000 gruppi tematici e disponibile nelle 3 lingue nazionali con l’aggiunta degli idiomi spagnolo e inglese. Le possibilità attivatili dagli attori scolastici (dall’allievo al docente, passando per l’amministrazione) sono molteplici. Qui non si descrivono, rimandando direttamente al sito per il dettaglio di queste funzionalità.
educanet2 stata sviluppata secondo direttive pedagogico-didattiche per essere impiegata nell’insegnamento. È sussidiata dalla Confederazione – tramite il CTIE – e dai Cantoni, tra cui il Ticino.

Per questo ambito, finanziario,  varrebbe la pena interrogarsi sull’opportunità del sussidio ticinese, visto che educanet2 è poco usata nelle nostre scuole. Qualcuno potrebbe anche affermare che educanet2 non serve e quindi suggerire di abbandonarla, risparmiando e attivando nel contempo un “alleingang” ticinese dal punto di vista scolastico.
Se non fosse così – come mi auguro per il bene della scuola -  siamo comunque di fronte a un problema: non si è sufficientemente chiarito il quadro d’impiego delle ICT – ricordiamoci che non esiste in Ticino una politica chiara (vedi)  – e non si è presentato e formato a sufficienza sul tema in questione.

Probabilmente saranno le nuove generazioni di docenti quelle che inizieranno ad apprezzare le potenzialità e gli usi pertinenti di questa comunità/piattaforma.
Come DFA, usiamo da anni educanet2 come piattaforma per il nostro insegnamento, lo apprezziamo e siamo disponibili ad ampliare il discorso didattico che emerge dall’uso di piattaforme tipo educanet2, partendo dal lato tecnico (i servizi e il loro funzionamento) per arrivare a quello pratico (”best-practices”), passando dalle riflessioni pedagogiche.

Riferimenti: sito educanet2 | brochure in .pdf

La scuola digitale – podcast

osservatoriorsi2Da circa una trentina d’anni i computer sono diventati strumenti  d’uso corrente, diffusi in tutti i contesti professionali e praticamente in tutte le case. Sono entrati anche  nelle scuole,  portando con sé un potenziale innovativo che influisce sullo scenario didattico tradizionale. Lentamente, in modo non uniforme, con resistenze e controindicazioni, la scuola sta cambiando in rotta verso il digitale con prospettive che potrebbero rivoluzionare modi, tempi e luoghi dell’insegnamento.
Antonio Vassalli, autore della trasmissione “L’osservatorio”.

A discutere su questo tema – all’interno delle offerte di questa trasmissione della RSI, RETE2 – si sono trovati Marco Beltrametti docente di tecnologie didattiche presso l’Alta Scuola Pedagogica di Locarno (autore di questo blog) e Paolo Ferri che insegna “Teorie e tecniche dei nuovi media” all’università di Milano Bicocca e autore di un saggio cui idealmente ci si riferisce nel titolo che è per l’appunto La scuola digitale, pubblicato da Bruno Mondadori (ISBN 978-88-424-2042-2).

La discussione ha permesso di fare il punto il punto sulla situazione in Ticino ma non solo, di  come, quanto e a che livello  l’informatica, i computers sono entrati nelle scuole e che tipo di problematiche didattiche ovvero di risposte di allievi e insegnanti hanno suscitato.

Ascolta/ scarica  il podcast (gentile concessione de L’osservatorio, RSI RETE DUE)

Internet agli esami?

Il Dipartimento dell’istruzione pubblica danese annuncia che – a partire dal 2011, una volta regolati i problemi di possibile  “imbroglio tecnologico” – gli studenti e le studentesse potranno avere accesso all’internet (web) durante l’esame di maturità. Il ragionamento alla base della proposta è semplice: se gli/le studenti/esse possono aver acceso al web durante lo studio casalingo, perché non permetterlo durante l’esame?
Questa proposta sta’ aprendo discussioni i cui estremi vanno dal permissivo (si testano i concetti e non la memorizzazione, gli strumenti di accesso al sapere non sono il sapere) alla chiusura (la scuola non è un’impresa, i costi di questa operazione sono alti).
Tuttavia, essa ha il pregio di abbozzare risposte alle domande generate dai cambiamenti nell’accesso all’informazione da parte dei “nativi digitali”. Queste domande sono ricorrenti e le risposte variano tra gli estremi sopra abbozzati.
Il Dipartimento dell’istruzione pubblica danese trancia il discorso facendo proprie le tesi del genetista François Taddei, direttore delle ricerche interdisciplinari nell’Université Paris 5 – Descartes. Taddei sostiene – nel rapporto “ Training creative and collaborative knowledge builders” , preparato per l’OCDE, Innovation Strategy -, che per migliorare la “performance” dei sistemi di educazione bisogna realizzare una riforma orientata al credo di Charles Darwin: “Le specie che sopravvivono non sono le più forti né le più intelligenti, ma quelle che si adattano meglio ai cambiamenti”.
Per Taddei, “…occorre formare dei creatori, degli studenti che configurino le occupazioni di domani, generino ricchezza e nuova conoscenza. Per questo scopo sono necessarie riforme pedagogiche che consentano ai “nativi digitali” di realizzare progetti originali, ripensando gli schemi classici dell’insegnamento superiore e motivandoli alla ricerca scientifica. Inoltre, a scuola bisogna imparare non dei saperi ma la ricerca dell’informazione con l’aiuto delle ICT, la critica, la sintesi e la produzione di conoscenze in rete. Il Web è un catalizzatore, che tutti devono apprendere a utilizzare a scuola, offre contenuti, ma mostra che il sapere si costruisce in modo collettivo e dinamico. Servono per ciò la motivazione individuale e la libertà di pensiero.” (vedi)
Concordo con queste visioni di Taddei e quindi benvenuta la proposta in questione. Proposta che andrà evidentemente seguita nel suo sviluppo e difesa in un contesto di scetticismo creato sia dall’attuale politica scolastica – non ancora pronta a questi cambiamenti (almeno alle nostre latitudini) – sia dalla maggioranza dei docenti, formata ancora da troppi insegnanti poco tecnologicizzati (vedi post).

Il computer ci aiuta a pensare e a scrivere le storie

È stato pubblicato col titolo del post su “Scuola Ticinese” n. 291, marzo-aprile 2009, un insieme di articoli che descrive un uso pertinente, integrato, delle ICT in aula. Grazie all’itinerario presentato sono stati (meglio) raggiunti gli obiettivi previsti dal programma scolastico – in questo caso di Scuola elementare – per quanto concerne la lingua madre. La proposta metodologica porta il nome di “Giochiamo con la fiaba”, ed è stata ideata dai docenti di SE Angelo Morini e Corrado Scaroni con il supporto recente dell’ASP.

Integrare uno strumento informatico in un contesto formativo di classe significa mettere il computer al servizio della metodologia didattica per raggiungere, con qualità accresciuta, gli obiettivi previsti. In altre parole, lo strumento o il servizio informatico si inseriscono nel processo didattico, passando però in secondo piano per rapporto al compito che supportano, integrandosi.

In questo itinerario didattico è stato creato un data-base (mysql-php) nel quale vengono inserite storie inventate dagli allievi i quali, successivamente, ne verificano la correttezza sintattica (coerenza e coesione del testo). Le storie inventate e inserite possono mescolarsi a piacimento, usando il modello della fiaba di Propp.

Nell’itinerario “Giochiamo con la fiaba”, il computer viene impiegato per i seguenti compiti:
- digitazione delle sequenze narrative della fiaba nel database usando un browser;
- controllo su schermo o su stampa della coerenza delle sequenze narrative;
- correzione dei testi risultati non coerenti;
- creazione di nuove fiabe tramite rimescolamento delle varie sequenze attraverso il browser;
- inserimento dei disegni dei bambini (dopo acquisizione tramite scanner) a illustrare le corrispondenti sequenze narrative.

Con impieghi del computer di questo tipo, gli allievi lavorano per raggiungere lo scopo principale dell’itinerario, che attiene alla scoperta e all’uso degli elementi linguistici che rendono possibile la coerenza e la coesione del testo, riferendosi alla struttura narrativa della fiaba.

Scopri l’itinerario partendo da http://www.aspti.ch/fiaba o scarica l’articolo (in .pdf) pubblicato su “Scuola Ticinese”.

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ICT nella scuola: Ticino “appena sufficiente”

Per scattare un’immagine della situazione inerente all’integrazione delle ICT a livello di Cantoni, il CTIE (Centre suisse des technologies de l’information dans l’enseignement) ha effettuato un’inchiesta. Questa ha avuto fine nell’ottobre 2008 ed è stata pubblicata di recente (scarica il documento in .pdf, in francese).
Grazie a questo scritto è possibile conoscere lo stato delle misure (concetti ufficiali) e dei supporti (concetti pedagogici, piani di studio, competenze ICT, decisioni politiche) per quanto attiene all’integrazione delle ICT nei vari Cantoni.

Senza entrare nei dettagli – per questo si consiglia la lettura del documento -, è interessante notare che il Ticino – per quanto concerne la scuola obbligatoria – non emerge in modo brillante (eufemismo).
Infatti, sempre per quanto attiene alla scuola obbligatoria, dimostra di essersi impegnato solo negli ambiti delle misure politiche (documenti e/o progetti che dichiarano un riconoscimento politico al tema grazie a testi ufficiali, esistenti anche se datati, ndr) e in quello dei concetti pedagogici (insieme di riflessioni che descrivono i modi in cui le ICT possono essere integrate, datati anche in questo ambito, ndr).

Mancano invece dei riferimenti nei campi delle misure politiche (documenti che dichiarano un riconoscimento politico grazie a testi ufficiali o insiemi di misure), dei piani di studio (competenze che gli allievi devono acquisire a tappe durante il percorso scolastico, leggi “alfabetizzazione tecnologica”) e nei referenziali di competenze (inventario di competenze richieste per raggiungere gli obiettivi del piano di studio, meta-competenze tra saperi/saper-fare/tecnologie).

Il Ticino esce da questa analisi con una valutazione di “appena sufficiente“. Speriamo possa essere uno stimolo a migliorarsi. Vedremo…

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RomandTIc Journée intercantonale d’intégration des MITIC dans la pédagogie

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La Conferenza  dell’istruzione pubblica dei cantoni della Svizzera romanda e del Ticino (CIIP) organizza una “Giornata intercantonale d’integrazione delle ICT nella pedagogia“, a Losanna il mercoledì 6 maggio 2009 (vedi).
Questa giornata è coerente con le raccomandazioni delle CDPE  in materia d’integrazione delle ICT (doc “Recommandations relatives à la formation initiale et continue des enseignantes et enseignants de la scolarité obligatoire et du degré secondaire II dans le domaine des technologies de l’information et de la communication (ICT)“  del marzo 2004, consulta in .pdf).

Per il Ticino saranno presenti, come relatori, Marco Beltrametti (ASP), Filippo Gabaglio (SE) e Manuela Gerber, Remigio Tartini (SM).

Gli obiettivi della giornata sono:
- favorire l’introduzione delle ICT nelle classi;
- dare esempi concreti d’integrazione delle ICT riusciti (vedi esempio della giornata ASP del I aprile);
- favorire scambi tra rappresentanti ICT dei vari Cantoni coinvolti;
- mettersi all’ascolto dei docenti, notando le loro aspettative in materia;
- discutere dell’importanza delle ICT nel Piano di Studio Romando (PER).

Programma della giornata (.pdf) | iscrizione |

Esempi d’integrazione di strumenti/servizi ICT nella scuola

Integrare uno strumento informatico in un contesto formativo di classe significa mettere il computer al servizio della metodologia didattica per raggiungere, con qualità accresciuta, gli obiettivi previsti. Lo strumento o il servizio informatico si inseriscono nel processo didattico, passando in secondo piano per rapporto al compito che supportano, integrandosi. Infatti, lʼintegrazione delle ICT nella formazione ha come scopo la valorizzazione del compito da eseguire, usando lo strumento come mezzo e non come fine. Viene così a crearsi un plusvalore dato dalla tecnologia integrata.

Il movimento tendente a inserire le ICT nella formazione scolastica è in atto da circa 20 anni. Lʼinserimento avviene lentamente in quanto i processi dellʼinsegnare e dellʼapprendere sono complessi, a differenza, per esempio, di procedure produttive i cui flussi sono facilmente identificabili e programmabili.

Si possono identificare delle “buone pratiche” in cui le ICT sono integrate a livelli diversi: per il lavoro di programmazione del docente, come strumento didattico in classe, come mezzo comunicativo in una formazione oltre lʼaula oppure come artefatto cognitivo che permette didattiche fino a poco tempo fa impensabili.

L‘Alta Scuola Pedagogica organizza il 1 aprile 2009 una giornata in cui alcune di queste attività sono mostrate in workshop. Pur non essendo esaustivi rispetto a quanto realizzato nella formazione nel campo dellʼintegrazione delle ICT, questi workshop mettono in evidenza alcuni esempi a vari livelli e con diverse metodologie d’impiego.

Per dettagli e iscrizioni, partire da qui…