Apprendere, formarsi, comunicare ed essere critici con le ICT
Multimedialità a scuola: produzioni realizzate in un modulo della FB
Nel I semestre di studio della formazione di base (FB) – curricolo di studio che prepara a diventare docenti di scuola elementare o dell’infanzia – si svolge un modulo interdisciplinare denominato “Multimedialità e formazione“.
Gli obiettivi da raggiungere a fine modulo sono:
- Saper analizzare un messaggio multimediale nelle sue componenti principali: immagine, suono, testo
- Saper costruire un messaggio multimediale nelle sue componenti principali
- Intuire come questo messaggio multimediale può essere creato a supporto dell’insegnamento e della formazione
- Iniziare una riflessione su come sia possibile integrare la fruizione di prodotti multimediali nella pratica didattica
Per arrivare a questo agli studenti viene soprattutto chiesto di creare dei filmati, al seguito di una parte teorica introduttiva e dopo aver seguito dei mini-corsi di tipo tecnico. Quest’anno la scelta del tema è caduta sui pericoli insiti nei servizi di internet. Si trattava cioè di creare dei filmati da poter utilizzare nel videogioco “World of Worlds”, videogioco creato dal DTI della SUPSI per il gruppo di prevenzione Webminore. Il gruppo del progetto “World of Worlds” è così diventato il committente dei lavori multimediali.
I risultati del lavoro a fine modulo (9 filmati di circa 1 minuto ciascuno) sono – a detta del committente – di buona qualità.
Ve ne proponiamo uno..
http://www.vimeo.com/8213307
Gli altri filmati sono visionabili a partire dal gruppo DFA di VIMEO
15 Dicembre 2009 - 11:39
Complimenti per quest’idea. Trovo che proporre dei cortometraggi sia un metodo diretto, attrattivo e facile da distribuire per i Nativi Digitali. Sono del parere che le immagini video, magari provocatorie, possano spingere i ragazzi a riflettere su questi problemi. A tale proposito ho trovato un canale di YouTube italiano che ha come tema la sicurezza in internet: http://www.youtube.com/user/sicurezzainrete LIl canale propone queste “puntate” che toccano diversi temi riguardanti la sicurezza nel web. Penso che questo tipo di canali on-line possano raggiungere un numero importante di giovani in maniera economica. Penso che le immagini, ancor più delle parole, permettano di far riflettere chi le osserva in modo diretto e anche quasi inconscio.
Sono curioso di vedere le altre creazioni effettuate da parte degli studenti del primo anno della FB. Cordialemente, Ivan
17 Dicembre 2009 - 00:25
Un plauso a tutti gli allievi della Formazione di Base primo anno che hanno “riflettuto” e “praticato” questo linguaggio cosi “diretto” ai nativi digitali ma non solo….
Come docente di Educazione Visiva SM in formazione ritengo davvero riuscito il progetto già dalla riflessione e distribuzione dei compiti e temi discussi tra gli allievi. Un plauso poi per la qualità “visiva” generale dei 9 progetti e dei linguaggi estetici usati. Il video è un linguaggio “diretto” ed “attraente” per noi giovani immersi da sempre nel mare degli stimoli visivi, pubblicitari, televisivi, informativi e cinematografici. Gli stimoli ed i “pericoli” pero’ sono tali che non possono essere slegati da un educazione a riconoscere i messaggi ed i linguaggi con cui spesso sono confezionati. Per arrivarci il percorso di “pratica” mi sembra fondamentale ed estremamente efficace. Un approfondimento e una riflessione per dare misura e senso alla fatica del realizzare questi lavori, che permettono di acquisire un minimo discernimento per orientarci nella selva di stimoli visivi, per dare delle competenze di base a noi spettatori spesso impotenti che quando osserviamo la tv, il cinema ed in generale tutte le forme di espressione talvolta storditi, senza sapere quale fatica e serietà o viceversa banalizzazione vi sia dietro nella preparazione. Distinguere questo mi sembra importante quanto toccare il tema dei social network, dei pericoli e dell’assuefazione da tecnologie. Questi cortometraggi (o forse meglio dire “spot”) nati nell’ambito scolastico sono straordinari veicoli di conoscenza e approfondimento come e forse meglio di un depliant cartaceo o una scheda da commentare in classe.
Bravi tutti quindi per la “leggibilità” dei progetti e ripeto, per il lavoro dietro le quinte di produzione, sceneggiatura, riprese, ricerca delle location(scenografia), montaggio e sonorizzazione. Tante sono le competenze espressive, tecniche e linguistiche messe in atto. Inoltre il tema, le riflessioni ed il senso di un operazione cosi sono immeditamente leggibili e commentabili, utili al dibattito tar gli allievi.
Nel mio caso questa proposta mi apre un desiderio per progetti video da elaborare e sperimentare nei prossimi anni con gli allievi delle scuole medie.
Grazie.
Paolo
Ah dimenticavo:
A livello personale trovo da
“DFA PARDO” i N° 1 “Chat” e il n° 9 “torta” mentre darei un “premio di regia” per la cura tecnica al N° 3 “Vivi la vita reale”.
22 Dicembre 2009 - 14:05
Complimenti davvero agli abilitandi in formazione di base!
Questo progetto, a mio parere, rispecchia appieno l’approccio capace di catturare l’attenzione dei nativi digitali: non solo per la scelta di utilizzare l’ironia come arma (un’ironia apprezzata, nonostante il fatto che molti ragazzi ne siano bombardati, soprattutto sul web ed alla televisione), ma anche per quella di avvicinarsi al loro mondo, di infiltrarvisi, utilizzandone le caratteristiche per colpire e fissare il messaggio.
Il video proposto, ad esempio, evita i paternalismi tipici del “messaggio sociale” (quel messaggio d’attenzione che ormai non fa più effetto e viene anzi schernito e pervertito per farne un prodotto comico) concentrandosi sull’essenziale. Perchè la generazione digitale È essenziale: la comunicazione , non impoverita dal linguaggio rapido (come invece potrebbe esserlo la grammatica: ma lo è realmente?), sfrutta ora TUTTI i canali e tutte le forme. E questo genere di filmato le riassume in modo molto efficace!
In un contesto linguistico ove anche l’italiano (rispetto alla lingua digitale) può essere considerato Lingua2, la comunicazione più efficace diventa quella che sfrutta al meglio tutte le competenze dei ragazzi: siano esse audio, video, linguistiche, ecc.
E per essere ancora più efficace, deve proiettarsi nel contesto a loro più congeniale, adottando il “filtro” attraverso il quale la GD osserva il mondo…
23 Dicembre 2009 - 17:41
Anch’io faccio i complimenti agli abilitandi in formazione di base per questi bellissimi video che hanno realizzato!
Sono semplici, piacevoli da vedere e diretti e possono essere davvero efficaci per sensibilizzare i cosiddetti nativi digitali ai pericoli che ci possono essere in rete o nell’uso non corretto del web.
Molti genitori sono preoccupati della sicurezza dei propri figli on-line e cercano di controllarli come possono, mettendo dei filtri o controllando i siti da loro visitati. A questo proposito è stato fatto un sondaggio da McAfee: http://www.xtremehardware.it/news/varie/mcafee:-sondaggio-pericoli-web-200811102105/ Non sempre però questi sistemi hanno successo e in più si rischia di perdere la fiducia dei figli. Un altro sistema è quello di agire in anticipo, insegnando loro come comportarsi in maniera sicura e responsabile on-line, proprio come lo si fa nella vita reale.
Penso che dei video come questi possano essere più incisivi delle parole e fanno davvero riflettere su questi problemi.
26 Dicembre 2009 - 21:10
Pro e contro dei Social Network
L’esperienza di realizzare un video sui Social Network mi ha fatto riflettere molto.
Oggigiorno la stragrande maggioranza delle persone fa parte o ha fatto parte di una piattaforma virtuale come ad esempio Facebook, Messenger, Badoo e molti altri ancora. Se non si è un membro di questi mondi virtuali, sembrerebbe quasi una mancanza sociale. Avere un proprio spazio o la propria pagina personale in una rete così grande come quella d’internet, piace sempre più alla gente. Questo è dovuto secondo il mio modo di vedere ad un problema di fondo della società sviluppatosi negli ultimi anni. Questo problema è di tipo sociale legato perlopiù ai giovani, essi, infatti, son confrontati con sempre maggiori problemi di integrazione nella società: dai problemi di disoccupazione, alla vita reale sempre più difficile, fino ad arrivare ai molteplici impegni e il minor tempo a disposizione. Tutto ciò spinge il giovane, ma anche il meno giovane a crearsi un profilo personale, ma pur sempre virtuale in questa società. Si condivide di tutto: emozioni, immagini, testi, canzoni e quant’altro. Condividere la propria vita con altre persone rende appagati, ma si deve far sempre più attenzione a quello che si condivide. La privacy di una persona è una parte personale che non dovrebbe mai essere violata. Preservare la propria privacy è un dovere di tutti noi!
Come già detto all’inizio questo mondo è virtuale e non reale, ragione in più per fare attenzione a quello che si vede e a quello che si legge, ognuno di noi potrebbe crearsi un profilo fasullo per altro scopi che son ben differenti da quelli previsti dai Social Network.
Dall’altra parte della medaglia però non si devono dimenticare i lati positivi che spingono tanta gente a utilizzare queste piattaforme di condivisione. Per elencare solo alcuni motivi esse, possono mantenere il contatto con persone lontane, che per motivi differenti non sempre si possono incontrare; inoltre aiutano persone afflitte da malattie, costrette a letto, a mantenere un contatto con la vita esterna. Infine un utilizzo dei Social Network, che per alcuni è positivo e per altri meno, è curiosare nella vita delle altre persone, cercando pettegolezzi o solamente per farsi un’idea di come vivono gli altri.
Concludendo, questi mondi virtuali hanno sì dei lati negativi, ma soggettivamente da persona a persona, per ogni lato negativo esiste anche un lato positivo.
27 Dicembre 2009 - 14:28
Mi associo ai miei colleghi sopra nel fare i complimenti agli autori dei filmati!!
Ci sono dei concorsi europei in proposito….visitate
http://ec.europa.eu/information_society/activities/sip/index_en.htm sia mai che riusciate anche ad accedere a qualche finanziamento!!
Nel trattare l’argomento “Pericoli insiti nei servizi Internet” e riferendosi in particolar modo ai minori, mi sembrava molto interessante rimandare alla Carta dei Diritti dei Minori in Rete, approvata dal Consiglio nazionale degli utenti dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni il 3 febbraio 2004.
Libertà di espressione, eguaglianza, salute, educazione e formazione, socializzazione e gioco, ascolto, dignità e riservatezza, sicurezza, responsabilità: questi i titoli. Riaffermando in modo esplicito i diritti irrinunciabili sanciti dalla Costituzione e dalle Convenzioni internazionali a protezione del fanciullo, la Carta “evidenzia le potenzialità di internet per la crescita e lo sviluppo del minore e sottolinea la necessità di una assunzione di responsabilità da parte di tutti gli interlocutori, dalla famiglia alla scuola, dalle istituzioni ai fornitori dei servizi in rete”.
Consiglierei la lettura integrale
http://www.malnate.org/a%20CHI%20Trovi/Carta%20dei%20diritti%20dei%20minori%20in%20Rete.html
io l’ho trovata qui, ma credo che ci sia un po’ ovunque in rete.
Buon lavoro!
Sara Casartelli
27 Dicembre 2009 - 23:13
“Vivi la vita reale”
Grazie all’obiettivo di progettare e creare un video di 60 secondi richiesto dal modulo “Multimedialità e formazione”, ho avuto l’opportunità di mettere in pratica le conoscenze basi acquisite durante le lezioni teoriche. Tale trasposizione di competenze, mi ha arricchita sia dal punto di vista dell’apprendimento e dell’utilizzo di programmi specifici, quali iMovie e GarageBand e sia da quello della creatività e dell’ingegno.
L’ideazione di un breve filmato, potrebbe sembrare un’operazione pressoché banale, ma dopo quest’esperienza ho potuto comprenderne le difficoltà:
- Trovare un’idea pertinente e diretta.
- Trovare soluzioni efficaci per effettuare le riprese utilizzando i mezzi messi disposizione.
- Prendere confidenza coi programmi di montaggio e di sonorizzazione del video.
Al termine di questo modulo, sento di aver acquisito delle nuove competenze che potranno certamente essermi utile nel mio futuro da docente. Infatti, durante la progettazione e la creazione dello Spot, ho avuto modo di riflettere sull’immediatezza dell’assimilazione del messaggio.
In conclusione, in ambito educativo, le tecnologie possono essere uno strumento didattico molto utile che mi sembra peccato non sfruttare.
29 Dicembre 2009 - 14:27
Secondo me il pericolo di oggi è che, essendo nativi digitali, i giovani pensano di sapere già tutto. Tanti adulti che li circondano hanno delle difficoltà ad utilizzare piattaforme informatiche che, evolvendo sempre più in fretta, tengono un ritmo molto sostenuto e difficile da seguire. Ritmo che seppur frenetico non è difficile da seguire per chi è nato con l’iPod nelle orecchie. Sentendosi competenti in materia ho paura che questi giovani possano pensare di non aver più nulla da imparare. Loggo il mio account in Facebook, chatto con gli amici, scarico film, musica, (in modo legale o meno), gioco on-line, non mi serve altro. Questo secondo me è il pensiero di molti giovani. I nostri filmati, ideati, girati e montati da noi, giovani di vent’anni e passa, sono belli, fanno passare il messaggio, ma chi recepisce il messaggio? Noi “adulti” forse, ma i più piccoli? Mi sorgono dunque dei dubbi. La strafottenza del giorno d’oggi mi fa pensare a una situazione dove il giovane nativo digitale guardando da solo a casa il nostro filmato, lo blocca arrivato metà e passa a un video di Shakira, molto più alla moda e interessante di un video “barboso” dove mi si rende attento e in cui mi viene detto ciò che devo o non devo fare in internet. “Ma per chi mi hanno preso? Io sono avanti, questi adulti non sanno inviare un’e-mail e mi vengono a spiegare cosa fare?”. Ho paura che possa succedere questo.
A mio avviso non è facile, anche se con ottimi supporti come questi filmati, far capire che internet, il social network, tutto il mondo virtuale è appunto VIRTUALE e che altro non è che una facciata messa lì per piacerci, coinvolgerci, incollarci al computer, con delle tecniche studiate apposta e nei minimi dettagli per raggiungere il loro scopo. Ciò che mi sembra utile è cominciare a sensibilizzare i bambini, mettendo loro a disposizione delle aule d’informatica dove poter sperimentare con il supporto di un docente qualificato, in modo da poter mostrare anche il “lato oscuro” di questo mondo tecnologico. Mettendo in pratica e sperimentando. Non solo sentirsi dire: “non fare questo, non fare quello, fai così”. A volte “ficcarci il naso”, ovvero essere coinvolti in una situazione, viverla sulla propria pelle, permette di riflettere e recepire il messaggio molto meglio di certe lezioni frontali dove si sparano mille raccomandazioni a raffica.
Questa non è che una mia visione dei nativi digitali d’oggi, ovviamente sto parlando di una parte e non di tutti. Siccome giovane non è sinonimo di stolto, molti si rendono conto da soli che su certe cose bisogna rifletterci. Vorrei anche ricordare che i genitori sono presi come esempio dai bambini. Sì è vero, per me bisognerebbe sensibilizzare i nativi digitali, ma anche i loro genitori.
31 Dicembre 2009 - 17:10
Trovo che l’aspetto multimediale a scuola sia molto importante ma non indispensabile. Questo aspetto non è solo utile per i ragazzi, gli allievi ma anche per i docenti. Frequentando la scuola DFA mi rendo conto che saper usare determinati programmi, avere un minimo di conoscenze informatiche sia molto importante per poter svolgere determinate attività, proporre lezioni alternative, ecc. Dopo aver svolto il modulo riguardante la multimedialità a scuola e dopo aver avuto la possibilità di creare un video di 60 secondi, credo di aver potuto migliorare le mie capacità verso determinati programmi, ho potuto capire la difficoltà nel creare un filmato, che sia semplice ma altrettanto diretto, al fine di poter trasmettere il messaggio in modo chiaro. Grazie a questo modulo ho avuto l’occasione di ampliare le mie conoscenze e prendere spunto per poter creare eventuali lezioni, musiche, video.
Nel filmato creato, il messaggio che io e il mio gruppo volevamo far passare era quello della falsa identità di alcune persone, dietro a facebook, messenger, ecc. Bisogna dunque far capire alle persone che bisogna fare attenzione ai pericoli e che non bisogna sostituire la vita reale con quella virtuale. Inserendo la multimedialità a scuola i ragazzi sarebbero accompagnati in modo prudente in questo mondo, e grazie alla presenza di un adulto formatore potrebbero venire a conoscenza dei problemi e dei pericoli che potrebbero verificarsi all’interno di Internet.
Al giorno d’oggi la multimedialità gioco un ruolo importante se non fondamentale ed è per questo che i giovani devono essere introdotti in questo mondo sempre tenendo conto che il computer non potrà mai sostituire l’affettività tra le persone.
In conclusione Internet sì ma con prudenza!!
1 Gennaio 2010 - 15:24
Oggigiorno è importante saper analizzare i messaggi multimediali, viviamo in una realtà in cui il virtuale è onnipresente, per cui ritengo questo corso una scelta importante e molto interessante per i futuri docenti.
I docenti giovani in formazione conoscono internet, i più hanno un account in facebook, cercano informazioni, scaricano musica, chattano con gli amici, telefonano via skype, sanno utilizzare i servizi proposti in rete con una certa dimestichezza, questo non può che favorire la loro capacità di capire gli allievi, di essere loro “vicini” nella virtualità della loro realtà.
Il tema proposto per la realizzazione dei brevi filmati è molto attuale, e tutti gli allievi della formazione di base che hanno partecipato a questo corso hanno avuto idee originali per rappresentare i pericoli insiti nei servizi internet, a volte però non mi è sembrato sempre chiaro il target a cui questi ultimi sono rivolti.
Ovviamente i pericoli si temono per i giovani ma ci sono adulti, forse anche con dei figli, che non hanno praticità con l’informatica, che non conoscono bene i servizi internet, che non sanno cosa i loro stessi figli cliccano davanti al computer, anche queste persone a mio avviso andrebbero sensibilizzate.
Ci sono filmati, tra quelli che ho potuto vedere, che mi sono apparsi rivolti piuttosto ad un pubblico adulto, mentre altri sicuramente adatti ad un pubblico più giovane.
Trovo interessante insegnare hai futuri docenti ad analizzare i vari linguaggi visivi: siamo bombardati da immagini ogni giorno, attraverso la televisione, le pubblicità, internet, ecc. Alcune immagini ci impressionano, ci fanno riflettere, ci piacciono, ci attraggono; altre non ci colpiscono affatto, non le cogliamo, non le vediamo. Ecco dunque l’importanza all’interno di questi messaggi visivi del target di riferimento. Attraverso quali immagini mi avvicino meglio ai giovani? Cosa li colpisce, li attrae, li rende attenti? Quale musica o sottofondo è più consona? Loro che musica ascoltano? Come parlano fra loro e come si rivolgono a mamma e papà? E agli adulti in generale?
Riflettere sugli stimoli visivi e audio significa fare ricerca, scoprire, capire, cogliere, analizzare, e tutto questo credo sia assolutamente importante e costruttivo sia per i docenti che per gli allievi.
Complimenti a tutti coloro che hanno realizzato e collaborato a realizzare i filmati. Buona l’idea di creare dei brevi spot. Saper sintetizzare, colpire e far riflettere in pochi secondi è una sfida veramente interessante.
Sylvia
1 Gennaio 2010 - 20:04
“Colloquio Facebook”
Personalmente sono molto soddisfatta del lavoro che ho fatto con il mio gruppo e anche del lavoro svolto dai miei compagni.
I temi affrontati sono presenti nelle nostre vite, sempre di più e sono sicura che questi filmati faranno riflettere chi li vedrà, sicuramente molto di più di quanto abbia fatto io. Ci ho riflettuto meno perchè sono argomenti sui quali avevo già riflettuto in passato, così ora ho potuto fare un confronto e rendermi conto di quanto questi Social Networks si siano espansi in tutto il mondo, specialmente nei giovani.
Ritengo quindi che questo lavoro é stato utile per noi e il bello è che sarà sicuramente utile anche ad altre persone che potranno rendersi conto dei vari pericoli e di tutto il resto che comporta un Facebook o una vita in internet.
Come ha scritto Nicola, ritengo anche che sia utile sensibilizzare i GENITORI dei nativi digitali e renderli più attenti! Sono anche loro, adulti e vaccinati, che dovrebbero avere un controllo sui loro figli e su cosa combinano in internet, specialmente se sono piccoli e già in possesso di un loro computer.
Bell’attività in ogni caso.
Valentina.
3 Gennaio 2010 - 18:08
I pro e i contro dei social network.
Trovo che il lavoro svolto in classe per quanto riguarda i social network sia stato molto utile. Mi ha fatto riflettere parecchio sui pro e i contro di questo nuovo mondo virtuale. Personalmente penso che ci siano più contro che pro, ma questo è un punto di vista personale, mi rendo perfettamente conto di remare in controcorrente. I pro a mio avviso sono ben pochi. Prendo per esempio il più famoso dei social network attuali, ovvero Facebook. Io Facebook lo considero vantaggioso solo per la possibilità di avere contatti con tanti amici sparsi nel mondo, gente che ho conosciuto in varie competizioni sportive e con i quali ci tengo a restare in contatto. Tutto qua. E a chi posso, chiedo il contatto MSN, molto più sicuro e molto più pratico. Iniziamo con i contro. La poca privacy: tutti possono vedere le foto di tutti, i commenti di tutti, le faccende di tutti e tutto di tutti. Conosco gente che passa intere giornate davanti al computer solo per sapere cosa fanno gli altri, per vedere le foto degli altri e per scoprire i segreti degli altri, la cultura dei gossip, brutta malattia. L’indipendenza: gente incollata al computer a scrivere con un amico che magari abita a 100 metri da casa sua, o addirittura nello stesso palazzo al piano inferiore. Oggigiorno la maggior parte dei giovani preferisce stare incollato ore e ore al computer a parlare con un amico piuttosto che attivare il dimenticato sistema muscolare, alzarsi dalla sedia, distogliere lo sguardo dal beneamato schermo e andare a bere qualcosa per parlare faccia a faccia con l’amico in questione. Incontri inconvenienti: come ci ha ben illuminato il filmato dei nostri compagni intitolato ‘’ indovina chi ‘’ l’identità della persona con cui parli non è sempre quella che ti fanno credere. Non bisogna mai fidarsi delle persone con cui chatti se non le conosci personalmente. Penso che la mia posizione riguardo ai social network sia piuttosto chiara. Quindi se volete invitarmi a una festa o a una cena di classe non fatelo tramite Facebook, rischiereste di non avere una risposta, non per antipatia, ma solo perché passerebbero mesi prima che leggessi il messaggio. Questione di feeling.
3 Gennaio 2010 - 22:06
Mi associo alla serie di complimenti fatti agli studenti della Formazione di base.
Trovo il video della torta il più bello e creativo, nonché generale livello di realizzazione tecnica notevole.
L’utilizzo di mezzi multimediali può essere un buon modo per affrontare numerosi argomenti durante le ore didattiche.
Durante una lezione di quest’anno abbiamo avuto la possibilità di ascoltare l’esperienza di un insegnante di scuola media che ha deciso di discutere l’argomento del bullismo durante l’ora di classe. Il docente ha proposto di trattare l’argomento con l’obiettivo finale di realizzare un filmato.
Gli allievi hanno realizzato differenti video, dando la loro interpretazione a questo fenomeno. L’insegnante ci ha raccontato che l’esperienza é stata molto positiva e gli allievi sono stati coinvolti attivamente nella realizzazione di questi filmati.
L’idea di base, oltre che interessante, é decisamente motivante per gli allievi.
La produzione di un video porta non solo alla riflessione dell’argomento, ma anche all’esposizione dello stesso, quale lo sviluppo di una sceneggiatura pertinente in grado di trasmettere a chi lo guarda un messaggio chiaro ed efficace. Inoltre un lavoro di questo tipo richiede la suddivisione in vari compiti per arrivare ad un buon risultato. É un lavoro di equipe nel quale tutti possono essere coinvolti in ciò che più desiderano: realizzazione sceneggiatura, scenografia, recitazione, realizzazione tecnica…
Possiedo uno studio di registrazione, nell’ultimo anno ho avuto la possibilità di lavorare con parecchi ragazzi tra i 15-18 anni. Questi ragazzi vengono a registrare canzoni hip hop su basi già preparate. Mi stupisco sempre dell’impegno che ci mettono nel realizzare testi di ogni genere, che trattano di ogni argomento.
Queste esperienze in studio mi hanno portato a constatare quanto i giovani hanno voglia di comunicare, a modo loro, trattando diversi argomenti, passioni, disagi, problemi, sogni… e che se coinvolti e stimolati nel modo giusto ci mettono grande impegno e dedizione, purtroppo difficilmente riscontrabili durante le lezioni scolastiche.
Vi propongo la videoclip realizzata da questo ragazzo, con il quale ho lavorato (ma non per questo video), che trovo molto bella sia nei contenuti che nella realizzazione.
http://www.youtube.com/watch?v=dPe1CY8C1×8
4 Gennaio 2010 - 19:37
Trovo che l’idea di farci creare dei filmati sia stata molto interessante. Per realizzare i filmati abbiamo dovuto, innanzitutto, riflettere sui rischi che possono essere incontrati su internet. Queste riflessioni, avvenute all’interno di gruppetti, mi hanno permesso di prendere pienamente coscienza dei rischi che posso correre quando giornalmente visito dei siti internet. Prendo a titolo di esempio facebook che è uno dei socialnetwork più utilizzati dai giovani in questo momento. Spesso su facebook si trovano notizie di ogni genere inerenti la vita privata delle persone. Il filmato intitolato colloquio facebook, realizzato dai miei compagni, mi ha fatto riflettere. In effetti, molte volte, inconsciamente, si pubblicano delle notizie o delle fotografie che potrebbero essere “nocive” per se stessi. Com’è mostrato bene nel filmato, la ragazza che sta facendo un colloquio per un posto di lavoro, da informazioni personali false, il datore di lavoro, ha infatti la possibilità di verificare le risposte della ragazza su facebook. Credo quindi che sia molto rischioso pubblicare qualsiasi informazione inerente alla propria privacy su una pagina web, proprio per il semplice fatto che tutto quello che è pubblicato può essere, anche se non lo si pensa, “spiato” da chiunque, e potrebbe dunque compromettere, ad esempio, la propria carriera professionale. Un altro filmato che mi ha colpito molto è quello intitolato “Chat”. Molto spesso, noi nativi digitali, soprattutto adolescenti, entriamo nelle chat senza essere consapevoli dei rischi che possiamo incontrare. Come già detto, chiunque può pubblicare informazioni false e, come mostra bene il filmato, magari si pensa di chattare con una ragazza, dandole forse anche informazioni personali, ma in verità colui che ti scrive è un uomo. Questo è, secondo me, molto pericoloso, soprattutto perché nel mondo è pieno di gente di cui non ci si può fidare. Può succedere che pedofili creino delle false identità su siti web e chattino con ragazzine per scoprire informazioni personali. Dopo diverse ore passate davanti al computer chattando con l’amico/a “falso/a” magari ci si incontra. È proprio qui che a volte succede quello che non dovrebbe succedere. A tale proposito, ho trovato un sito sul quale ci sono degli articoli che parlano proprio della pedofilia online, ecco il link: http://www.narcomafie.it/articoli_2005/dos_11_2005.htm.
Secondo me, i filmati da noi realizzati, o altri filmati simili, dovrebbero essere utilizzati in ambito preventivo nelle scuole per mostrare i rischi di internet. Chiaramente, internet non è fonte solo di aspetti negativi, è però importante, secondo me, per prima cosa, evidenziarne i pericoli. Ragazzi che si mettono per la prima volta davanti al computer non sono a conoscenza dei pericoli, è proprio per questo che è importante che venga svolta, nelle scuole medie, una buona prevenzione. Trovo che alcuni di questi video siano veramente efficaci per far emergere queste problematiche.
Daria
4 Gennaio 2010 - 22:21
La creazione del video mi ha permesso di avere un approccio pratico, ludico e diretto con le tecnologie : dalla semplice manipolazione di una telecamera per trovare come viene collegata alla presa, fino al montaggio di un progetto di gruppo.
Mi ha permesso di addentrarmi alla scoperta di nuovi programmi (che sicuramente pre-esistevano, ma di cui non ne conoscevo l’esistenza) che potrebbero essermi utili in futuro, soprattutto GarageBand e iMovie, come pure Toast e Hijack.
Oltre che un lavoro tecnologico è stato anche un lavoro ideologico.
Ideologico globale :
Oggi come oggi viviamo in un mondo in cui si fa ricorso ad un uso sempre maggiore delle risorse multimediali. Un bene o un male? Sicuramente un processo inevitabile…
Credo che sia utile stare in passo con i tempi, come in una sorta di formazione continua. Interessarsi di tanto in tanto alle ultime novità, anche solo a titolo informativo, può essere utile a livello personale, come pure nelle future vesti di maestra o di genitore.
Ideologico nel contesto del progetto–video :
Affrontare questi temi, mettere in comune delle idee, progettarle, idealizzarle… E’ stato un interessante lavoro di gruppo. Un vero e proprio laboratorio sperimentale. Un miscelare di tante provette per trovare la formula adatta. Riuscita o meno, poco importa… Abbiamo cercato di dare il massimo e ci siamo divertiti
5 Gennaio 2010 - 00:54
Complimenti anche da parte mia agli abilitandi della formazione di base!
Vorrei sottolineare sia l’originalità e la profondità dei messaggi, che la qualità delle riprese e delle inquadrature. Ottimo anche il montaggio!
Trovo molto affascinante questo progetto (e piacerebbe anche a me partecipare ad un progetto simile, nella formazione SM!) perché insegna ai futuri maestri un linguaggio artistico bellissimo e molto attuale, quello del cinema! Il cinema… che racchiude in sé l’arte della scrittura, della fotografia e del teatro!… ( E non poteva mancare un simile progetto nella città del Pardo! )
Il tema dei video – ovvero i rischi legati ad internet – è molto importante e non può essere ignorato, soprattutto se si pensa che ormai ragazzi giovanissimi utilizzano regolarmente internet. Sono pericoli di cui dobbiamo essere coscienti sia come cittadini che come futuri docenti.
Riguardo alla realizzazione di questi bei filmati, sono convinto che chi vi ha partecipato si è arricchito molto e tanti futuri maestri avranno voglia di realizzare dei video a scuola e trasmettere a loro volta questo sapere agli allievi. Un progetto di questo tipo ci può aprire gli occhi su moltissime cose, tra cui l’importanza delle immagini (statiche o dinamiche che siano) nella didattica.
Complimenti all’ASP/DFA per un progetto così illuminato ed illuminante, che mi auguro possa continuare nel tempo!
5 Gennaio 2010 - 11:01
Trovo che il lavoro che abbiamo svolto creando dei filmati brevi a partire dallo spunto generale sul tema dei social network è stato un lavoro positivo perché ho avuto modo di avvicinarmi a programmi che non sapevo usare (come iMovie e Garage Band). Inoltre trovo che i risultati sono stati più che positivi e i messaggi molto forti. Tutti i gruppi sono riusciti in pochi secondi di video a trasmettere un messaggio profondo: secondo me a volte si trasmette molto di più attraverso le immagini che attraverso altro. È per questo che trovo che la multimedialità a scuola può essere interessante per proporre lezioni alternative e spunti di discussione, perché secondo me il messaggio che un filmato pùo dare può arrivare in maniera più diretta ai bambini. Inoltre può essere sicuramente interessante far creare ai stessi bambini un loro prodotto, oltre al fatto che permetterebbe loro di lavorare in gruppo e potrebbe così favorire una bella armonia in classe.
Riguardo al tema « social network » da cui abbiamo preso spunto per creare i filmati, devo dire che personalmente non ho tanto contatto con questi ultimi ; non sono ad esempio iscritta a facebook e non ho neanche il bisogno di farlo. Preferisco molto di più il contatto diretto con le persone.
In ogni caso però ho riflettuto molto su questo tema dei social network e soprattutto sui rischi che possono nascondere a chi ne fa un uso eccessivo e non intelligente. Devo dire che sono della stessa opinione di Taryn :
Prima di tutto, la dipendenza da computer è secondo me un rischio grave: ci sono persone che usano i social network e internet in maniera ponderata, ma ci sono anche quelle che sono talmente internet-dipendenti che « perdono » una vita sociale; il contatto diretto con gli amici viene sostituito da un contatto indiretto. Secondo me questo è un peccato, perché ci allontaniamo sempre più dalle cose concrete e belle della vita, dall’affettività reale.
Poi c’è il rischio della privacy che viene a mancare qualora dati e immagini personali sono « messi in mostra » in una maniera eccessiva.
Oppure esistono anche persone che usano dati altrui facendo finta di essere loro stessi.
E infine c’è il problema della falsa identità che tutti si possono creare, quindi a meno che conosci la persona con cui chatti ad esempio, tutte le altre persone potrebbero essere potenzialmente delle « false identità » ; purtroppo, nei casi più gravi, siamo a conoscenza che la pedofilia si nascondo spesso dietro a questi « falsi nomi », ma qui la colpa non è solo del bambino/ragazzo che naviga ma anche dei genitori che dovrebbero controllare di più quello che il loro figlio fa: trovo che spesso non è colpa dei ragazzi ma dalla cattiva sensibilizzazione che hanno ricevuto dai genitori o dal mondo esterno. È proprio per questa ragione che penso sia interessante e utile proporre a scuola un corso sui social network e internet in generale, magari proponendo proprio i nostri filmati: prima di tutto perché ormai questo mondo virtuale ci circonda e non possiamo farne a meno e, si sa, i ragazzini utilizzano sempre più queste risorse, e poi per avvicinare i bambini a questo mondo ma facendo loro capire che i pericoli sono dietro l’angolo e che non bisogna mai sottovalutarli !
Nevena
5 Gennaio 2010 - 18:56
Da apprezzare il lavoro svolto dagli allievi in formazione di base, molto interessante e soprattutto educativo. Complimenti!
Condivido l’opinione che le immagini hanno maggiore efficacia delle parole. Quotidianamente genitori ed insegnanti sommergono gli adolescenti di raccomandazioni riguardanti le regole comportamentali, l’educazione, il rispetto altrui, l’impegno che devono profondere in ciò che fanno. Questi sono temi sicuramente fondamentali ed importanti nel loro percorso di crescita, spesso però succede che questa continua insistenza porti l’adolescente ad un rifiuto di queste norme di comportamento.
Il video intitolato La torta mi è piaciuto particolarmente, lo trovo geniale, poiché è un messaggio chiaro che viene trasmesso attraverso semplici immagini di azioni che si ripresentano nella vita di ogni giorno. La metafora della preparazione di una torta, usata per rendere esplicita l’importanza della costante presenza di un genitore nella vita di un figlio, in particolar modo quando si ha a che fare con internet, ha il potere di catturare l’attenzione di chi lo guarda, più di ogni forma scritta!
6 Gennaio 2010 - 19:00
La multimedialità è un fenomeno diffuso ovunque, soprattutto tra i più giovani; in pochi anni con lo sviluppo di molte tecnologie la multimedialità (internet, social network, realtà virtuale) è diventata accessibile un po’ a tutti, soprattutto i cosiddetti nativi digitali, ovvero coloro che fin da piccoli hanno potuto confrontarsi con questa realtà, a differenza per esempio (parlo facendo riferimento alla maggior parte dei genitori della nostra generazione) di coloro che non sono cresciuti con l’accesso facile a queste tecnologie ma che magari era riservato ad un pubblico più ristretto. I bambini, o per lo meno la gran parte di loro, adesso accedono facilmente per esempio a internet e quindi hanno contatto con tutto quello che ne fa parte, come potrebbero essere i social network, magari anche senza supervisione perché “tanto sono capaci di usarlo” anche meglio dei propri genitori, ma il punto credo sia che quello che ruota attorno alla multimedialità non è solo il fatto di sapere come farne uso ma piuttosto di sapere di cosa fare uso. Lo scambio, tramite internet, di informazioni, dati e tutto il resto è talmente facilitato che c’è la possibilità di non preoccuparsi della sicurezza e dei rischi nei quali si può incappare. La scuola in questo senso potrebbe aiutare; accedere a programmi, informazioni, ecc con qualcuno che ti segue può essere d’aiuto per venir sensibilizzato sui problemi o i rischi che ci possono essere in questo campo, una sorta di visita guidata tra quello che piace fare ai bambini ma con la presenza di un adulto che spieghi loro, accompagnandoli, che qui o li ci possono essere dei pericoli.
Credo inoltre che la multimedialità a scuola possa essere utile anche per il docente, il quale può rendere più interessante e soprattutto coinvolgente un tema anche solo con un immagine o un breve video. Inoltre questo aspetto di utilizzare per esempio un video per fare passare un messaggio è, oltre che da stimolo per quanto riguarda l’attenzione degli allievi, utile alla comprensione di un concetto ed a mio parere, in quanto lo stimolo visivo può avere maggior impatto sul bambino, potrebbe aiutare l’allievo ad apprendere o ricordarsi meglio quello che il docente gli sta trasmettendo.
Quindi tutto sommato se impostata bene la multimedialità a scuola potrebbe risultare utile sia agli alunni che ai docenti.
7 Gennaio 2010 - 16:06
Ritengo che il lavoro svolto da tutti i gruppi coinvolti sia stato eseguito in maniera più che soddisfacente ed il messaggio lanciato molto forte e chiaro. Il corso mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a programmi che non conoscevo (garage band, imovie,..).
Per quanto riguarda i pericoli insiti nei social networks, trovo molto significativo il fatto che ad un certo momento gli adolescenti non riescono più a scindere il mondo reale da quello virtuale. Una conoscenza virtuale diventa così un’amicizia, ma di quell’amico non si conosce nulla, solo quelle informazioni, vere o false, che ci vengono trasmesse in rete. Il mio concetto di amicizia è infatti ben diverso; anzitutto un’amicizia la si coltiva pian piano, ci si frequenta, si impara a conoscere l’altra persona. Con i social networks i rapporti diventano superficiali; l’amicizia non è quel momento di piena condivisione che dovrebbe essere. Il termine amico viene utilizzato in un certo senso abusivamente.
Vi è comunque un altro lato della medaglia, quello che ha voluto evidenziare il nostro gruppo, ossia che a volte, per alcune persone, la rete è l’unico modo per rimanere in contatto con il mondo esterno. Facebook & co possono infatti aiutare alcune persone, che si trovano in situazioni sfavorevoli, a sentirsi meno sole. In questo caso può tuttavia sorgere il problema che non sappiamo chi c’è dall’altra parte e una persona che soffre di solitudine può essere presa di mira più facilmente, in quanto vulnerabile.
8 Gennaio 2010 - 12:58
Dato ché viviamo in un periodo storico in cui la tecnologia è onnipresente e le nostre abitudini quotidiane sono strettamente legate a essa, trovo fondamentale applicarla anche nel contesto scolastico. Infatti offre innumerevoli stimoli che possono essere utilizzati dal docente come metodo per attirare l’attenzione e coinvolgere maggiormente l’allievo.
Frequentando ICT ho potuto arricchire notevolmente le mie conoscenze in questo ambito, ora ho le basi per poter strutturare una lezione con l’ausilio di alcune tecnologie come: filmati, power point, melodie…
Ritengo inoltre che sia fondamentale trattare il tema della multimedialità con i propri alunni per fargli capire che si nascondono anche numerose insidie, che possono nuocere in modo estremamente tangibile la loro persona.
Una marea di informazioni bombardano costantemente le loro menti non permettendogli più di poter discernere fra il giusto e lo sbagliato, il vero e il falso; scaricano musica e film illegalmente senza essere realmente coscienti di quello che ciò comporta; chattano sui social network con persone che nemmeno conoscono, ignari delle insidie che possono trovarsi di fronte e combattono in videogiochi per ideali che non gli appartengono, facendosi condizionare.
La musica, i film e perfino gli amici sono diventati virtuali. Bisogna cercare di capire la tendenza di questa vertiginosa evoluzione tecnologica per riuscire poi a sviluppare metodi utili e basilare per permetterne il suo corretto utilizzo.
Urge quindi sensibilizzare ed educare l’allievo all’utilizzo di questi macchinari all’avanguardia con responsabilità e intelligenza, tutto ciò possibilmente con il supporto e contributo delle famiglie.
8 Gennaio 2010 - 13:02
La mia riflessione sarà in merito al tema dell’educazione in campo della multimedialità e, più precisamente si fonda su una domanda di base: è possibile conciliare educazione e tecnologia in ambito scolastico?
Occorre una riforma del pensiero. Si tratta di sostituire un pensiero che separa e che riduce con un pensiero che distingue e collega. Non ci servono né tuttologi né specialisti. Nella formazione e nell’educazione ci serve la struttura che connette, che consente di collegare. (Edgar Morin)
Credo a questo proposito che la multimedialità inserita nel contesto scolastico possa essere utile prima di tutto per essere conformi al contesto in cui ci troviamo oggi, ossia un contesto cambiato in cui le persone stesse e il loro modo di relazionarsi sono cambiati. Sarebbe infatti controproducente utilizzare unicamente strumenti tradizionali poiché una volta usciti da scuola, ci scontreremmo pur sempre a livello più o meno ampio con la tecnologia. Risulta dunque efficace avere delle conoscenze oggettive riguardanti i nuovi strumenti piuttosto che non toccare del tutto l’argomento e lasciarne l’utilizzo in balìa dei giovani stessi. Se la finalità della scuola prevede l’educazione degli allievi alla cittadinanza, ritengo opportuno constatare prima di tutto che la società sia cambiata. In questo senso, l’introduzione nelle sedi scolastiche di un elemento ormai divenuto sociale, sarebbe giustificato in funzione dell’obbiettivo della scuola stessa.
Vi sono inoltre numerose altre ragioni per le quali i docenti dovrebbero introdurre tali mezzi. Egli può rendere infatti più coinvolgente la trattazione di un tema anche solo con un immagine o un video, consentendo agli allievi di seguire con maggior interesse la lezione. L’elemento visivo infatti viene percepito dai nostri occhi in modo immediato e rimane nella nostra memoria più a lungo di un semplice discorso (non per tutti però è così). Risulterebbe quindi utile alla comprensione.
Non dimentichiamo però che la scuola dovrebbe sensibilizzare gli allievi sugli eventuali problemi e rischi che questi mezzi possono indurre, dovrebbe dunque far emergere le due facce della tecnologia, consentendo a tutti di poter disporre di un’ampia visuale in cui compiere delle scelte ragionate.
8 Gennaio 2010 - 17:55
Il modulo interdisciplinare “Multimedialità e formazione” dà la possibilità a noi studenti del DFA di imparare ad utilizzare programmi che si potranno rivelare utili in futuro. Personalmente, ho trovato questo modulo molto interessante e allo stesso tempo piacevole; ho imparato ad utilizzare programmi che altrimenti non avrei mai utilizzato (GarageBand). Prima di questo modulo ad esempio, l’unico utilizzo di iMovie che facevo era quello di associare ad una serie di foto un sottofondo musicale. Con questo corso ho imparato a tagliare video, introdurre degli effetti come la dissolvenza, associare dei suoni,…
La creazione di un video di 60 secondi mi ha permesso di verificare se avevo realmente appreso le conoscenze teoriche ricevute nelle lezioni precedenti. C’è chi potrebbe pensare che essendo un video molto breve si tratti di un lavoro molto semplice, ma non è affatto così. La creazione di un video simile, se pur breve, richiede molto tempo ed impegno. Bisogna pensare ad un messaggio, decidere come trasmetterlo in modo che risulti il più chiaro possibile, scegliere le varie sequenze del video e le varie prospettive per le riprese, stare attenti a non saltare l’asse, montare il video, scegliere la parte sonora,…
A mio parere un modulo simile è molto importante. Al giorno d’oggi le nuove generazioni sono sempre più native digitali. La multimedialità è infatti una tecnologia che si avvicina molto al modo di vivere dei ragazzi, capace di renderci attenti su argomenti anche delicati e con una maggior forza rispetto ai giornali o libri di testo. Di conseguenza, il docente, per poter seguire passo per passo i suoi allievi si deve continuamente aggiornare. Inoltre trovo la tecnologia un ottimo strumento didattico nell’ambito dell’educazione, in quanto permette di creare lezioni alternative.
8 Gennaio 2010 - 23:41
L’utilità della realizzazione di questi video è varia.
In primo luogo mi ha permesso di mettere in pratica le nozioni che ho acquisito durante le lezioni di teoria, è stata un’ulteriore possibilità di prendere contatto con gli strumenti multimediali quali videocamera e programmi di montaggio. Trovo che questi mezzi siano molto utili per la professione di docente. Poter creare dei video e delle proiezioni è un metodo per attirare l’attenzione degli allievi ed inoltre, con i più grandi, c’è la possibilità di realizzarne uno, toccando anche dei temi importanti. Secondo me, grazie ad un’attività del genere, si riesce a sensibilizzare molto di più gli allievi che non attraverso una semplice lezione di raccomandazioni. Il fatto che gli alunni siano coinvolti e che debbano costruire qualcosa di loro è sicuramente d’aiuto, ed è un’attività al passo con i tempi che riscuote successo tra i giovani.
In secondo luogo i temi che ci sono stati dati per realizzare i video hanno permesso al gruppo di riflettere sulle visioni di internet sotto vari punti di vista e ci hanno obbligati a pensare all’uso personale che facciamo della rete. Una volta definito il contenuto del cortometraggio che il gruppo voleva realizzare, ci siamo chiesti quale fosse il modo più efficace per trasmettere un messaggio, in modo tale che le persone possano coglierlo, conservarlo, e non dimenticarlo immediatamente. Abbiamo dunque riflettuto su cosa ci colpisce in un filmato. Alcuni di noi hanno fatto notare che la suspence, la sorpresa, e la manifestazione di qualcosa che non è atteso, portano lo spettatore ad aumentare la sua attenzione e di conseguenza a ricordare più facilmente ciò che ha visto. Le nostre riprese si sono dunque indirizzate in questo senso. L’utilità finale del nostro lavoro è però quella che sta più a cuore a tutti: il passaggio del messaggio, la speranza che bambini e genitori prendano seriamente coscienza degli aspetti negativi di internet e di conseguenza reagiscano, ma che non dimentichino che il web possiede anche molteplici aspetti positivi.
9 Gennaio 2010 - 11:59
La realizzazione di un cortometraggio comporta un duplice vantaggio: da una parte ti permette di trasmettere un determinato messaggio in maniera rapida ed efficace, dall’altra ti costringe a soffermarti su quello che effettivamente vuoi comunicare. Dietro ad un video che può durare anche solo una manciata di secondi, si nasconde infatti un lavoro di riflessione nient’affatto trascurabile. Proprio il fatto che questo messaggio abbia una brevissima durata, implica, se così si può chiamare, un’operazione di sintesi forzata. Più che dal considerevole lavoro legato alla realizzazione (riprese, montaggio,..) devo ammettere che sono stata colpita da quella che è la fase di progettazione. La ricerca di un’idea valida da mettere in atto, mi ha infatti portato a riflettere parecchio sul rapporto che abbiamo oggigiorno con la tecnologia. In particolare ho avuto modo di ragionare su quello che è il mondo dei cosiddetti social network e di conseguenza sul modo con cui, soprattutto i più giovani, si confrontano con esso. Per quanto mi riguarda sono entrata in contatto con questa nuova realtà da poco tempo (dopo un lungo periodo di titubanza) e ciò che mi ha lasciato maggiormente interdetta è l’assoluta facilità con cui la gente metta in circolazione materiale strettamente legato alla propria sfera personale. Ho scoperto recentemente che per la maggior parte delle persone iscritte in Facebook (mi rifaccio al social network ormai più diffuso) le impostazioni legate alla privacy sono una sorta di zona d’ombra. I più non sembrano rendersi conto dell’effettivo significato della parola “pubblicare”: il materiale messo in rete, senza i dovuti accorgimenti (e anche in questo caso c’è sempre il rischio che qualcosa sfugga alla nostra attenzione), diventa accessibile a chiunque. Per non incorrere in pericoli di vario genere (come ben mostrato da alcuni video realizzati da altri gruppi) è dunque necessario prestare particolare attenzione a quest’aspetto legato alla protezione di dati e informazioni personali: è proprio per questo motivo che abbiamo fatto della privacy il tema portante del nostro cortometraggio. La speranza è quella che, attraverso simili lavori, sia possibile attuare un processo di sensibilizzazione, in particolar modo nei confronti dei giovanissimi.
9 Gennaio 2010 - 18:33
Durante la vita di tutti i giorni, basta guardarsi in giro per rendersi conto che la tecnologia e la multimedialità hanno preso il sopravvento, sono diventate indispensabili. Come esempio, possiamo prendere il considerazione l’utilizzo del computer. Al giorno d’oggi, non saper utilizzare un computer è impensabile. Si rimarrebbe completamente tagliati fuori dal mondo.
Una persona che cerca un lavoro verrà sicuramente scartata se sul suo curriculum vitae non è presente un punto in cui ci sarà scritto “buone conoscenze del pacchetto Office”. Infatti, non esiste praticamente più un lavoro in cui non venga utilizzato un computer. Lo dimostrano anche le lezioni di questo modulo interdisciplinare “multimedialità e formazione”: una volta al docente servivano solo carta, penna, una lavagna, un gessetto e eventualmente un libro; oggi invece un docente deve saper utilizzare vari software per rendere le lezioni più interattive, coinvolgenti e dinamiche.
La mia non si tratta assolutamente di una critica al bisogno di saper usare il computer. Infatti, esso ci permette di essere molto più veloci, sia per quanto riguarda la comunicazione di informazioni, sia per quanto riguarda la ricerca di informazioni o la strutturazione dei nostri pensieri…potremmo trovare un’infinità di aspetti positivi nell’utilizzo di tale mezzo. Bisogna però stare attenti a non perdere di vista i valori della vita reale. Non bisogna abusare della tecnologia, poiché potremmo essere risucchiati in un mondo parallelo a quello reale, come ad esempio un social network come Facebook e Badoo, o un videogioco. Si rischierebbe infatti di allontanarsi sempre di più dal contatto faccia a faccia con la gente, di provare emozioni vere e vivere esperienze in modo fisico. Questo è anche stato il tema che il mio gruppo ed io abbiamo scelto di trattare nello spot “Vivi la vita reale” che abbiamo dovuto creare per questo MIT. Ho trovato questo lavoro molto interessante, poiché mi ha fatto imparare ad utilizzare molti programmi nuovi, e mi ha fatto rendere conto del lavoro che sta dietro alla realizzazione di un film: riprese, montaggio, sfumature, attrezzi, competenze, conoscenze, ricerche, collaborazione…e moltissime altre cose.
Posso dunque concludere dicendo che trovo molto importante saper utilizzare il computer e sfruttare tutte le possibilità che ci offre, ma senza farlo diventare un abuso.
10 Gennaio 2010 - 20:28
I social network
La continua diffusione e espansione dei social network hanno fatto in modo che questi divenissero un argomento molto discusso al giorno d’oggi e, sono convinto, anche in futuro. A mio parere è difficile stabilire se essi abbiano un’influenza positiva o negativa nella nostra società; per avvicinarsi a una risposta è secondo me importante in primo luogo domandarsi il perché del fatto che sono nati. Se pensiamo a facebook, possiamo dire che c’è il fine di mantenere i contatti in modo semplice e veloce con persone che abitano lontane: in questo caso si può pensare senza ombra di dubbio che essi sono utili e facilitano la comunicazione saltuaria. Purtroppo essi sono diventati uno strumento per condividere ogni aspetto della propria vita e l’obiettivo iniziale è trascurato parecchio. In questo senso secondo me i social network perdono utilità e diventano semplicemente degli strumenti per condividere informazioni spesso inutili e instaurare comunicazioni via short-message ai quali sono adibiti altri canali quali ad esempio msn messenger. Un grosso rischio che nasce con l’espansione di questi social network è il fatto che si rende accesibile al mondo intero o quasi le proprie informazioni personali che possono essere usate per fini illegali da terzi. È secondo me importante essere coscienti di questi rischi ed essere capaci a usare in modo responsabile questi mezzi messi a disposizione su internet. L’aspetto socio-psicologico che attira di più la mia attenzione è il degrado delle comunicazioni umane del quale i social network sembrano farsi protagonisti poiché non permettono una comunicazione “naturale” e ricca di quegli elementi come la gestualità che sono a mio parere fondamentali.
Con la creazione del video ho potuto riflettere di più riguardo a queste problematiche e sono felice di aver prodotto insieme alle mie compagne qualcosa che ha l’intento di opporsi all’uso sconsiderato dei social network e tenta di responsabilizzare e mettere in guardia sui pericoli ad essi connessi.
10 Gennaio 2010 - 20:46
Prima di iniziare il corso “Multimedialità e formazione” non mi ero mai resa conto di come le nuove tecnologie possano essere utili nella professione dell’insegnate. A parere mio, un buon filmato, la consultazione in classe di un blog serio e interessante, o l’utilizzo di un computer o una lavagna multimediale interattiva (LIM) possono catturare l’attenzione degli allievi rendendo l’insegnamento e la trasmissione del sapere più facili! Le nuove generazioni sono interessate fin dai primi anni di vita alle tecnologie. Infatti, già a tre anni di età, alcuni bambini, se hanno la possibilltà, sanno già utilizzare il computer, ovviamente per lo scopo di giocare. Si dovrebbe dunque approfittare di questo loro interesse, integrando sempre di più l’utilizzo delle ICT nella formazione.
Tutto ciò neccessita però anche di una buona consapevolezza e attenzione da parte dei docenti. Ovvero, questi ultimi devono conoscere i limiti e i difetti delle tecnologie con cui stanno confrontando i loro allievi, e devono saperli informare sui rischi e pericoli che questa ultime possono apportare. Per questo motivo, secondo me, è utile formare i docenti integrando un modulo che tratti proprio il tema e li informi anche sulla parte meno piacevole che può essere presente.
Una domanda pertinente potrebbe essere la seguente: i docenti che hanno alle spalle anni di insegnamento e esperienza, e non essendo “nativi digitali”, devono ricorrere ai ripari e recuperare le conoscenze in questo ambito? A mio parere, non è un obbligo, ma nel caso in cui ci fosse l’interesse da parte dell’insegnante, è compito suo informarsi e formarsi sulle ICT.
Come tutti sanno, le tecnologie avanzano e migliorano ad una velocità costante, e dunque le nuove generazioni vengono confrontate fin dalla tenera età con possibilità sempre più incredibili e utili. La mia generazione è denominata quella dei “nativi digitali”, le generazioni future che avranno a disposizione apparecchiature tecnologiche in grado di fare operazioni oggigiorno impensabili, come verranno soprannominate? I “nativi ultra digitali”?
Scherzi a parte, concludo dicendo che la tecnolgia e l’informatica non cesseranno mai di evolversi, perchè è nell’interesse dell’uomo, e proprio per questo io spero che questa evoluzione venga compiuta con intelligenza e cautela.
Per approfondire il tema sulla lavagna multimediali interattiva, consultare il post:
http://aspti.ch/blogs/ictblog/2009/10/04/la-lavagna-multimediale-interattiva/
11 Gennaio 2010 - 12:10
Grazie a questa opportunità di realizzare cortometraggi ci siamo confrontati realmente con strumenti multimediali essenziali per la nostra formazione. La multimedialità inserita nel contesto scolastico funge da grande aiuto per risparmiare tempo e migliorare la qualità dell’apprendimento e delle presentazioni.
La possibilità di creare un progetto comune ci ha permesso di scoprire nuovi programmi (Garage Band, iMovie, utilizzo della telecamera) e soprattutto di concretizzare un idea, nel nostro caso quella di essere consapevoli che i social network hanno un impatto non indifferente sulla privacy.
Ritengo tuttavia importante equilibrare l’utilizzo di queste nuove tecnologie con i metodi tradizionali dell’apprendimento e dell’insegnamento. Ognuno di noi ha sicuramente già scaricato file di musica o di video, ma sottolineerei che un file scaricato non potrà mai sostituire materialmente un cd, un dvd o un libro vero e proprio. Il piacere di possedere tra le mani un esemplare originale è incomparabile.
Personalmente penso che l’inesistenza di leggi precise da rispettare contribuisca ad un utilizzo quasi “selvaggio” delle risorse in rete. La possibilità che chiunque nel web possa costruirsi una falsa identità alimenta un’inaffidabilità, un’ insicurezza e dei rischi ben precisi, ma l’importante è essere consapevoli e verificare sempre le fonti di provenienza.
Da parte nostra sarà importante sensibilizzare ed educare le prossime generazioni ad un utilizzo appropriato e coerente di tutte queste immense possibilità che la tecnologia ci offre.
12 Gennaio 2010 - 18:20
Ritengo che il lavoro svolto da tutti i gruppi coinvolti sia stato eseguito in maniera più che soddisfacente ed il messaggio lanciato molto forte e chiaro. Il corso mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a programmi che non conoscevo (garage band, imovie,..).
Per quanto riguarda i pericoli insiti nei social networks, trovo molto significativo il fatto che ad un certo momento gli adolescenti non riescono più a scindere il mondo reale da quello virtuale. Una conoscenza virtuale diventa così un’amicizia, ma di quell’amico non si conosce nulla, solo quelle informazioni, vere o false, che ci vengono trasmesse in rete. Il mio concetto di amicizia è infatti ben diverso; anzitutto un’amicizia la si coltiva pian piano, ci si frequenta, si impara a conoscere l’altra persona. Con i social networks i rapporti diventano superficiali; l’amicizia non è quel momento di piena condivisione che dovrebbe essere. Il termine amico viene utilizzato in un certo senso abusivamente.
Vi è comunque un altro lato della medaglia, quello che ha voluto evidenziare il nostro gruppo, ossia che a volte, per alcune persone, la rete è l’unico modo per rimanere in contatto con il mondo esterno. Facebook & co possono infatti aiutare alcune persone, che si trovano in situazioni sfavorevoli, a sentirsi meno sole. In questo caso può tuttavia sorgere il problema che non sappiamo chi c’è dall’altra parte e una persona che soffre di solitudine può essere presa di mira più facilmente, in quanto vulnerabile.
9 Febbraio 2010 - 17:02
Cari studenti, ho impiegato i vostri filmati in classe, in particolare quello del colloquio di lavoro – Facebook, in IV media. È l’età dove si giocano dei destini e alcuni degli allievi già inoltrano candidature per dei posti di lavoro. Sono già alcuni anni che mi danno l’anima per far loro capire l’importanza di mantenere un profilo “pulito ” in rete, oltre a cercare di far passare altri concetti. Grazie per aver centrato così bene l’argomento! Mi auguro che anche nelle vostre future carriere professionali continuerete a dedicarvi a questo aspetto che sta ora affiorando nella sua gravità (malgrado i segnali già lanciati) e che rimarrà problematico ancora per qualche tempo, fintanto che la gente – sbattendoci il naso – non avrà acquisito naturalmente le competenze per proteggere la propria privacy.
OTTIMO LAVORO, che ho messo in evidenza proprio oggi, 9 febbraio, giornata europea per la sensibilizzazione dei minori all’utilizzo sicuro e responsabile di Internet e dei nuovi media, su http://www.educa.ch.
Patrizia Canonica Tettamanti, collaboratrice del Server svizzero dell’educazione