15 Aprile 2010 - 10:09
Scritto in Formazione, Tecnologia | Nessun commento
Se non al 100%, almeno al 95% posso affermare che, a partire dal prossimo anno scolastico, inizierà in IV SM – almeno per ora in modo sperimentale – un’opzione tecnologica che prevede anche la programmazione del robot NXT (vedi).
Questa sperimentazione è importante poiché permette, in sintesi, di:
integrare uno strumento ICT nella formazione
dare la possibilità alle/gli [...]
13 Dicembre 2009 - 18:28
Scritto in Formazione, Istituzionale | 3 commenti
Chi si interessa di integrazione delle ICT nella scuola conosce i lavori di Seymour Papert e sa che l’approccio costruttivista è foriero di interesse.
Secondo Papert, “l’essere umano, a prescindere dall’età, ha bisogno di avere a disposizione materiali concreti affinché la conoscenza acquisita sia tanto più vicina alla realtà“.
Partendo dall’ottica costruttivista intersezionata con le [...]
17 Agosto 2009 - 11:05
Scritto in Educazione, Formazione | 11 commenti
Da anni seguo l’evoluzione dei videogiochi(VG). Perlomeno di quelli potenzialmente interessanti per l’apprendimento.
Già alla fine degli anni ‘80 sul mercato apparvero dei VG che dal mio punto di vista erano molto interessanti. Il loro referente psico-pedagogico (nella formazione, tutto si potrebbe ricondurre a uno o più referenti psico-pedagogici) era di regola quello costruttivista, che vede [...]
Sul sito “informatica08” molte le opportunità utili per avvicinare i giovani al mondo tecnologico che li aspetta.
Dopo avere presentato le opportunità date dall’uso dei robot nella formazione (vedi post), ecco un estratto di un altro “artefatto cognitivo” interessante e integrabile in un contesto all’intersezione tra formazione, tecnologia e scuola: Scratch.
Dal sito Informatica08:
“I giovani che devono [...]
6 Gennaio 2009 - 10:16
Scritto in Educazione, Formazione, web2.0 | Nessun commento
Su “Scuola ticinese” del novembre-dicembre 2008, in ultima di copertina, il giornalista Orazio Martinetti parla delle forme di trasmissione del sapere (dunque anche di competenza della Scuola) che si stanno modificando grazie alle ICT. Rifacendosi a Raffaele Simone e presentando il testo di Claudio Giunta (”L’assedio del presente”, editore il Mulino), l’autore sottolinea quanto già [...]
22 Agosto 2008 - 17:09
Scritto in Individuale, web2.0 | 2 commenti
È iniziato da alcuni mesi un dibattito che tocca l’uso delle ICT in ambito cognitivo, per rapporto ai vantaggi e agli svantaggi che questo impiego comporta. In grandi linee, ci si interroga sul fatto che l’uso di internet renda più o meno idioti. Tutto è partito da Nicholas Carrche ha pubblicato un saggio su “The [...]
12 Agosto 2008 - 13:27
Scritto in Educazione, Etica, Formazione | 4 commenti
Chi si interessa di integrazione delle ICT nella scuola conosce i lavori diSeymour Paperte sa che l’approccio costruttivista< da lui condiviso in ambito educativo è foriero di interesse anche se difficile da intraprendere. Secondo Papert, “…l’essere umano, a prescindere dall’età, ha bisogno di avere a disposizione materiali concreti affinché la conoscenza acquisita sia tanto più [...]
11 Agosto 2008 - 12:28
Scritto in Individuale, web2.0 | Un commento
Si è tenuta la scorsa settimana a Las Vegas il congresso Black Hatdedicata alla sicurezza informatica. Questo incontro era quasi interamente dedicato a temi che interessano i tecnici informatici che si occupano di sistemi di protezione. Un congresso quindi da specialisti in materia. Tuttavia, dalle conferenze proposte sono emersi temi che concernono anche alcune [...]
31 Luglio 2008 - 14:28
Scritto in Educazione, Etica, Individuale, web2.0 | 3 commenti
Da un’inchiesta effettuata dalla Doxa per l’associazione “Save the Children nel febbraio 2008 (scarica in .pdf), risulta che il 2/3 degli adolescenti italiani che usa internet entra nei servizi del web2.0 e rende disponibile un proprio profilo personale. Anche da noi, empiricamente parlando, questa è la tendenza. Questo sembra essere coerente con quanto precedentemente scritto [...]
13 Luglio 2008 - 12:10
Scritto in Formazione, Individuale, web2.0 | 2 commenti
Da oltre 10 anni (dalla massificazione di internet) sento gente di scuola (ma non solo) affermare che l’informazione in internet è troppa, che ci si perde, che la qualità non sempre è valida. Insomma, nella moltitudine delle notizie di internet ci si potrebbe annegare. Inizialmente concordavo con queste affermazioni. Da pochi anni ho però [...]
29 Dicembre 2008 - 12:44
Internet, una fonte, sembrerebbe, inesauribile di informazioni. Non ci sono limiti alla ricerca: immagini, musica, testi, archivi…Partendo da questa premessa non si può che giudicare la rete come un mezzo a noi oggi indispensabile, utile per il lavoro, utile per qualsiasi tipologia di ricercatore. A mio parere bisogna fare un passo indietro e cercare di allontanarci per un attimo da questi mezzi per osservare ciò che li circonda: noi utenti.
Essendo una futura docente ed avendo già insegnato nel settore secondario, la domanda che spesso ci poniamo di fronte ai nostri allievi, ormai nativi digitali, è se ,e quanto, possa essere effettivamente utile l’uso di internet, quali conseguenze nascono e soprattutto cosa apprendono?. Sono sicuramente per un’integrazione delle ICT a scuola indipendentemente dal livello e credo fermamente che oggi noi docenti non possiamo più distanziarci dai mezzi informatici, ma dobbiamo includerli sempre più nelle nostre lezioni, per riuscire ad avvicinarci a quel pubblico ormai abituato, e forse più informato di noi, ad utilizzarli. La mia paura, e credo non sia solo la mia, è che questi utenti utilizzino internet come unica fonte attendibile. Ricordo ancora un docente del liceo che affidandoci una piccola ricerca da fare a casa, aveva sancito come unica clausola quella di non utilizzare come fonte internet. Rimanemmo tutti molto delusi perchè già allora internet ci aiutava a trovare informazioni utili. Col senno di poi, e ritrovandomi oggi dall’altra parte, quella consegna ora non mi pare più così assurda. Poco tempo fa diedi anch’io una ricerca da fare ai miei allievi, dando loro la possibilità di accedere alle aule di informatica e di trarre le informazioni necessarie. Dissi chiaramente a loro che non avrei accettato un “copia e incolla” ma che lo scopo era, nel nostro caso, quello di usare questo mezzo per velocizzare i tempi di ricerca e per verificare alcuni dati che potevano essere importanti e non da ultimo per trarre immagini che avrebbero potuto arricchire il testo. Il risultato fu che, per quasi tre giorni, restai attaccata ad internet verificando se e in quale misura ciò che avevano scritto era loro o dettato da altri. Nella maggioranza dei casi il testo era stato leggermente cambiato aggiungendo qua e là delle parole con l’intento di camuffare il totale plagio. Altri citarono in maniera adeguata dei passaggi e rimandarono ad alcune pagine internet da consultare. Bene, fu una prima esperienza che mi insegnò molto e che fece nascere in me una serie di domande che fino ad allora ritenevo poco importanti. Dedicai in seguito qualche ora di lezione per evidenziare l’importanza di internet e soprattutto l’importanza a non saccheggiare le parole scritte da altri e la veridicità delle informazioni. La responsabilità di come usare internet oggi è lasciata, nei primi anni di studio, al caso. Manca, secondo me, in alcune scuole un aiuto informatico necessario a far nascere in loro uno spirito critico sufficientemente adeguato per avere un uso consapevole di questo mezzo informatico così vasto e pieno di insidie.
Ritornando alla domanda principale la rete ci rende più o meno intelligenti?, la risposta provocatoria è quindi dipende. È chiaro che internet è un mezzo rapido, in alcuni casi essenziale nella misura in cui ci permette di annullare le distanze e di raccogliere dati da ogni parte del mondo, ma sono per un uso responsabile. Internet, il computer, insomma le ICT hanno creato una nuova forma di intelligenza, forse più elastica, attaccata ad una realtà virtuale. La mente è più reattiva e assorbe con maggior velocità un alto numero di informazioni in breve tempo: apriamo ad esempio una pagina web, oltre al testo abbiamo le immagini, svariati rimandi ad altri siti, pubblicità che incorniciano la pagina. Il nostro sguardo è sicuramente più aperto, ma rimangono dei dubbi: i nostri allievi apprezzeranno ancora la pagina stampata, avranno ancora voglia di entrare in una libreria per non parlare della biblioteca, riusciranno soprattutto ad integrare in modo consapevole questi due mondi? Non lo so, ma credo che su questo argomento dovremmo sensibilizzarci tutti un po’ di più.
14 Dicembre 2009 - 23:37
Non c’è dubbio che ogni epoca sia segnata dall’emergere di nuovi artefatti cognitivi e paradigmi di pensiero. Analizzarli però in tempo reale non è così semplice. Si va piuttosto ad impressioni. Come dice la collega, il saccheggio e il plagio di parole altrui è un problema grosso per la scuola, istituzione culturale per eccellenza. Ci si potrebbe senz’altro dilungare sui risvolti negativi di internet, dall’inaridimento dei rapporti interpersonali, ai siti pericolosi per le giovani menti, al distacco dalla natura, messa in disparte dalle ore filate davanti allo schermo lattiginoso. Tuttavia ogni opera umana possiede due facce, e secondo me quest’invasione tecnologica porta anche nuove forme di intelligenza, non facili da cogliere, né dai giovani stessi né dagli adulti che li osservano. Una cosa è certa: la massa di informazioni e punti di vista diversi con cui i giovani oggi vengono a contatto è di gran lunga superiore a quella disponibile ai giovani di soli dieci-quindici anni fa. La rete è una fonte pressoché inesauribile di dati, e solo questo fatto rispecchia la varietà stessa del mondo e delle sue culture. Si tratta, già solo a questo livello, di una consapevolezza intrinseca nei giovani d’oggi: nel mondo si trova di tutto, ma veramente di tutto. Ciò porta il giovane d’oggi ad essere forse maggiormente possibilista, più disinvolto, più cittadino del mondo, e questo rappresenta un segno di apertura mentale. Non si può pensare alla realtà europea senza considerare la contemporanea esistenza di presenti e realtà differenti nelle altre parti della Terra. Interessante è poi la possibilità di esprimere in maniera economica la propria creatività nella rete, fatto che migliora l’autostima di molti giovani e che crea gruppi con interessi convergenti, potenziali preamboli per più arricchenti incontri in carne ed ossa. Il solo fatto di accedere alla rete trasmette inoltre al giovane la consapevolezza di entrare in contatto con un luogo frequentato 24 ore al giorno, che odora di presente e di immediatezza, una sorta di termometro degli scenari internazionali, una vetrina immensa lungo una strada affollata. Che tutto questo accresca l’intelligenza è però da verificare, e, come detto, non sembra un’impresa tanto semplice. Un’impressione è che la socialità in internet sviluppi nuove forme, soprattutto tramite forums e chats spontanee tra giovani che si aiutano a trovare delle soluzioni a piccoli-grandi quesiti, delle aggregazioni dal basso che si autoalimentano nella rete. È innegabile la tentazione di etichettare i nativi digitali e i giovani e giovanissimi internauti come degli stupidi, pigri e viziati fruitori di un sapere diluito, tuttavia questo sarebbe riduttivo e chiaramente offensivo. Se è vero che l’accesso ad ogni tipo di informazioni è una realtà che contrasta con le vecchie, lunghe e accurate ricerche sui libri, non si conosce ancora bene l’espansione neuronale che informazioni di vario genere anche se tendenzialmente superficiali possono permettere nelle nuove generazioni. Sta comunque sedimentandosi una nuova abitutdine, quello della percezione della globalità. Personalmente ritengo che l’accesso alla rete tenga l’internauta costantemente in uno stato di consapevolezza nuovo, quello di essere in qualche modo collegato in contemporanea ad un fermento di pensieri e di cervelli attivi nei vari fusorari e applicati in chissà quali progetti. Si ha la sensazione di entrare in un enorme cantiere dove ognuno può fare la sua parte, dove ognuno si sente parte dell’umanità del qui-ed-ora, animato di un elettrizzante possibilismo che odora di giovane e di libertà. Una cosa è certa, nella rete si riversano milioni di sogni e di speranze, è una sorta di diario di un solo grande uomo, che inizia appena a pensare all’unisono, a sentirsi un essere completo nelle sue mille sfumature.
Per approfondire il discorso sull’emergere di nuove intelligenze collettive, segnalo il seguente link http://giacomofiaschi.wordpress.com/2009/07/25/gli-%E2%80%98wiki-come-forme-di-intelligenza-collettiva/
Gionata Pieracci
6 Gennaio 2010 - 18:15
Internet ci rende veramente intelligenti?
Personalmente non saprei come rispondere a questa domanda.
Da una parte penso che Internet ci metta a contatto con una moltitudine di dati (informazioni, fotografie, musica,…) che noi automaticamente assimiliamo. Ma dall’altra parte mi sembra che entrando così tante informazioni nel cervello, alla fine non tutte possano restarci e costituire quindi un ulteriore bagaglio culturale. Penso che alla fine la maggior parte di ciò che acquisiamo in rete vada perso.
“L’intelligenza è, secondo la scienza umana della psicologia, l’insieme di funzioni conoscitive, adattative e immaginative, generate dall’attività cerebrale dell’uomo e di alcuni animali. È anche definibile come la capacità di ragionare, apprendere, risolvere problemi, comprendere a fondo la realtà, le idee e il linguaggio.”
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Intelligenza_(psicologia)
Da questa definizione risulta, come ho già detto prima, che non basta “sfogliare” milioni di pagine Internet per aumentare la propria intelligenza ma i dati devono venire elaborati e approfonditi.
Personalmente, come è già stato detto in un altro commento, trovo positiva la possibilità di accedere ai forum, dove in poco tempo si può trovare qualcuno che risponda alle tue domande o risolva i tuoi dubbi. Questo metodo può aumentare senza troppi sforzi le proprie conoscenze (non so se si può parlare di intelligenza) e permette di risparmiare molta fatica in ricerche sui libri.
Anche per quanto riguarda i bambini la rete ha lati positivi e lati negativi. Negli ultimi anni sono stati creati tantissimi siti internet che trattano temi scolastici e permettono agli allievi di allenarsi in diverse materie scolastiche come per esempio con calcoli e problemi matematici oppure con la grammatica italiana o straniera. Questo tipo di approccio, oltre a interessare maggiormente il bambino rispetto a un normalissimo quaderno, può davvero aumentare le sue capacità intellettive.
È anche vero però che navigando in Internet il bambino che non è seguito/controllato da un adulto spesso non andrà a cercare di sua spontanea volontà temi scolastici ma avrà accesso (volontariamente o involontariamente) a informazioni o immagini non adatti alla sua età che non accrescono la sua intelligenza. Anni fa, quando si consultavano i libri e non la rete, non era così facile che una bambino si mettesse a leggere un volume che trattasse argomenti a lui non idonei.
Per finire penso che quando si naviga in rete sia molto importante fare attenzione all’autenticità delle fonti; senza dubbio una persona che legge un’informazione falsa inventata da qualcuno e la prende per vera, non aumenterà di certo la sua intelligenza, anzi!
Internet è una fonte inesauribile di informazioni, però da qui a dire che ci renda davvero più intelligenti secondo me ce ne passa…
20 Gennaio 2010 - 11:36
Innanzitutto vorrei sollevare una questione metodologica, legata ad una premessa di fatto. L’apparizione e la diffusione di un nuovo artefatto cognitivo implica innegabilmente una trasformazione dell’individuo (in particolare nelle sue componenti mentali).
Come ogni trasformazione, essa comporta sempre, accanto ad aspetti positivi (quali l’acquisizione di nuove facoltà) anche aspetti negativi (legati alla perdita di determinate funzioni).
Tuttavia, l’evoluzione tecnologica è un fenomeno inarrestabile. A mio avviso è quindi inutile disquisire sull’opportunità dell’introduzione delle ICT nei vari aspetti della vita umana (scuola, lavoro, tempo libero, comunicazione, ecc.) proponendo i vantaggi e gli svantaggi ad essa correlati.
Infatti, essendo l’artefatto cognitivo in generale (e le ICT in particolare) una creazione umana mi sembra invece più interessante tentare di identificare i rischi e i pregi che scaturiscono dalla sua introduzione per indirizzarne l’evoluzione in modo da massimizzare gli aspetti positivi e minimizzare gli effetti negativi.
In altre parole, le critiche rivolte alle ICT dovrebbero essere rivolte a migliorarne la qualità e non a contestarne la legittimità.
Fatta questa premessa importante, mi addentrerei nel valutare i pregi e i difetti della rete, così come si presenta allo stato attuale (concentrandomi in particolare sugli aspetti che concernono il suo impiego a fini scolastici – educativi).
Come detto in uno dei precedenti commenti, la rete (internet) non è che uno degli aspetti delle ICT (forse al giorno d’oggi il più rappresentativo).
A livello tecnico, le ICT permettono di creare e ordinare in modo strutturato una moltitudine di informazioni (testi, immagini, filmati, suoni, …) raccolte sotto forma di documenti. La particolarità risiede nel fatto che queste informazioni, di natura molto variegata, possono essere archiviate e utilizzate a partire da un unico supporto (hardware). Un punto fondamentale consiste nel fatto che i limiti quantitativi di stoccaggio di informazioni sul supporto sono al giorno d’oggi molto ampie (e in costante aumento).
In questo ambito la rete rappresenta la possibilità di collegare un determinato supporto informatico (computer, touchphone, …) con una moltitudine di altri supporti e di condividere quindi le informazioni tra tutti gli utenti connessi alla rete.
La rete quindi aumenta in modo esponenziale l’aspetto quantitativo della disponibilità di informazioni a partire da un unico supporto informatico.
In parole povere, tramite le ICT (e la rete) ogni individuo ha a disposizione in casa propria (o addirittura in tasca) l’equivalente di informazioni che prima potevano essere contenute in un migliaio di biblioteche gigantesche.
Questo aumento dei limiti quantitativi di disponibilità delle informazioni comporta evidenti vantaggi quali la rapidità di accesso alle informazioni (le distanze fisiche vengono soppresse), l’aumento del numero di informazioni disponibili e la generalizzazione della libertà di pubblicare informazioni (chiunque al giorno d’oggi è in grado di mandare il proprio messaggio al mondo intero).
L’illimitatezza dello spazio a disposizione nasconde però a mio avviso anche un’insidia.
Il fatto di avere molto spazio a disposizione comporta anche una minor necessità di selezionare l’informazione. Le informazioni di qualità elevata vengono collocate a fianco (al medesimo livello) delle informazioni di bassa qualità.
Prima dell’avvento della rete, prendendo l’esempio delle produzioni scientifiche – letterarie, venivano pubblicati solo gli autori le cui opere venivano considerate essere di qualità elevata. Di conseguenza, l’individuo che cercava informazioni in un determinato ambito riusciva, anche se al prezzo di maggiori sforzi fisici ed economici (per raggiungere il luogo fisico in cui si trovava l’informazione), ad accedere immediatamente ad informazioni di qualità elevata senza dover effettuare lui stesso la selezione dell’informazione.
In questo senso l’introduzione della rete può generare paradossalmente un aumento delle difficoltà nell’ambito della ricerca di informazioni di qualità. L’individuo è costretto a dover selezionare da solo l’informazione di qualità in mezzo a migliaia di documenti. Spesso questa operazione risulta essere molto dispendiosa in termini di energie e di tempo se non addirittura impossibile.
In riferimento ai commenti precedenti, l’introduzione della rete favorisce anche la tentazione del plagio da parte degli studenti in ambito scolastico. Infatti le possibilità di controllo da parte del docente risultano particolarmente ridotte, data l’innumerevole quantità di informazioni disponibili. Il plagio esisteva anche prima dell’introduzione della rete, ma era più difficile da realizzare. Bisognava riuscire a trovare il libro che il docente non aveva letto.
Queste controindicazioni dell’uso della rete possono essere corrette, soprattutto in ambito scolastico, tramite un’istruzione approfondita sull’uso della rete. In particolare bisogna insegnare agli studenti le procedure per trovare in fretta le informazioni di buona qualità e bisogna promuovere ed esercitare il lavoro individuale di sintesi (mostrando anche i risultati negativi che derivano dal plagio di informazioni di bassa qualità).
Non va comunque trascurato nemmeno l’impatto della rete sulle relazioni sociali.
Da un lato questo aumento esponenziale della condivisione di informazioni a livello planetario può agevolare la riduzione delle barriere interculturali (e quindi favorire una maggior conoscenza e apertura mentale nei confronti delle altre culture). D’altro canto la globalizzazione della cultura potrebbe comportare un ridimensionamento delle culture regionali.
In questo ambito va anche menzionato il fatto che l’utilizzo della rete nelle relazioni interpersonali comporta un cambiamento importante delle modalità comunicative e relazionali. Molti rapporti interpersonali che prima si svolgevano tramite la presenza fisica dei partecipanti (e che quindi comportavano oltre alla comunicazione verbale anche tutta una serie di interazioni di tipo sensoriale) ora si svolgono a distanza e vengono quindi basate esclusivamente su un linguaggio di tipo formale.
Come già rilevato nei commenti precedenti concluderei quindi che la rete non ci rende né più, né meno intelligenti. Semplicemente ci rende diversi. Sta all’essere umano la responsabilità di modellare il proprio artefatto cognitivo ed imparare ad usarlo in modo da massimizzarne gli effetti positivi e ridurne al minimo quelli negativi.
20 Gennaio 2010 - 11:45
A proposito del plagio segnalo comunque il software antiplagio Compilatio.net disponibile al seguente indirizzo: http://www.compilatio.net/it/solutions/