Apprendere, formarsi, comunicare ed essere critici con le ICT
Il computer ci aiuta a pensare e a scrivere le storie
È stato pubblicato col titolo del post su “Scuola Ticinese” n. 291, marzo-aprile 2009, un insieme di articoli che descrive un uso pertinente, integrato, delle ICT in aula. Grazie all’itinerario presentato sono stati (meglio) raggiunti gli obiettivi previsti dal programma scolastico – in questo caso di Scuola elementare – per quanto concerne la lingua madre. La proposta metodologica porta il nome di “Giochiamo con la fiaba”, ed è stata ideata dai docenti di SE Angelo Morini e Corrado Scaroni con il supporto recente dell’ASP.
Integrare uno strumento informatico in un contesto formativo di classe significa mettere il computer al servizio della metodologia didattica per raggiungere, con qualità accresciuta, gli obiettivi previsti. In altre parole, lo strumento o il servizio informatico si inseriscono nel processo didattico, passando però in secondo piano per rapporto al compito che supportano, integrandosi.
In questo itinerario didattico è stato creato un data-base (mysql-php) nel quale vengono inserite storie inventate dagli allievi i quali, successivamente, ne verificano la correttezza sintattica (coerenza e coesione del testo). Le storie inventate e inserite possono mescolarsi a piacimento, usando il modello della fiaba di Propp.
Nell’itinerario “Giochiamo con la fiaba”, il computer viene impiegato per i seguenti compiti:
- digitazione delle sequenze narrative della fiaba nel database usando un browser;
- controllo su schermo o su stampa della coerenza delle sequenze narrative;
- correzione dei testi risultati non coerenti;
- creazione di nuove fiabe tramite rimescolamento delle varie sequenze attraverso il browser;
- inserimento dei disegni dei bambini (dopo acquisizione tramite scanner) a illustrare le corrispondenti sequenze narrative.
Con impieghi del computer di questo tipo, gli allievi lavorano per raggiungere lo scopo principale dell’itinerario, che attiene alla scoperta e all’uso degli elementi linguistici che rendono possibile la coerenza e la coesione del testo, riferendosi alla struttura narrativa della fiaba.
Scopri l’itinerario partendo da http://www.aspti.ch/fiaba o scarica l’articolo (in .pdf) pubblicato su “Scuola Ticinese”.
22 Luglio 2009 - 17:49
Computer? Strumento, e non contenuto. Sicuramente i mezzi informatici ci aiutano giornalmente ad esprimere contenuti comunque giâ esistenti. La lingua è stata tra i primi metodi di connessione tra individui (pensiamo al periodo preistorico) interessante pensare ad esempio ad internet come ad una nuova lingua mondiale comune a tutti gli individui. A questo punto si può fare un parallelismo tra corde vocali, strutture semantiche e suoni con un computer, una tastiera e un cavo. Ciò che vogliamo dire deve essere comunque elaborato prima.
A livello medio e superiore la figura del didatta e del pedagogo a mio parere sta nel ben chiarire all’allievo queste differenze, infatti un sistema informatico non fa assolutamente nulla da solo. Se penso infatti alla mia materia di insegnamento, ossia ed. musicale, mezzi didattici e contenuti sono due cose ben distinte.
Attraverso l’analisi di strutture narrative (in musica ad esempio strutture musicali quali la forma sonata) e la catalogazione di quest’ultime, un sistema informatico può essere poi in grado di riproporre soluzioni affini alle statistiche raggiunte. Questo non significa però che il computer abbia effettivamente eseguito una scelta in base ad un suo gusto personale, ad una sua sensibilità artistica/intelletuale. Le statistiche infatti derivano dall’analisi di opere umane.
Concludendo, l’utilizzo di mezzi informatici, a mio parere, ci può aiutare non solo nel raggiungimento del prodotto, ma anche nella ricerca, reiterativa e multimediale, che eseguiamo per arrivare ad esso.
2 Dicembre 2009 - 14:34
L’utilizzo del computer nella scrittura di storie può risultare molto interessante. Al giorno d’oggi infatti, la didattica scolastica è quasi costretta ad intraprendere un percorso evolutivo in direzione di una sua informatizzazione. Questo non significa rivoluzionare integralmente il sistema di insegnamento utilizzato sino ad oggi, quanto piuttosto un inserimento del sistema informatico nell’apprendimento. Il nuovo progetto sostenuto dal DFA relativo alla scrittura di fiabe con il computer può da una parte risultare molto interessante e redditizio in quanto invoglia maggiormente gli allievi a fantasticare e poi a scrivere una propria fiaba. Tuttavia d’altro canto credo che questo possa portare anche delle conseguenze negative. Sono infatti fermamente convinta che la scrittura a mano rimane una tecnica da mantenere. Sebbene sempre di più ci si trova a scrivere al computer, penso che ancora per molto tempo ci verrà richiesto di scrivere a mano in molte occasioni. Questo implica ad esempio la mancanza del correttore, presente nel computer. Se penso poi alla mia materia di insegnamento (storia alle SM), mi risulta difficile pensare ad una conversione della scrittura manuale ad una computerizzata. Questo in quanto, oltre all’aspetto sottolineato in precedenza, la scrittura manuale permette anche indirettamente un esercizio di lettura di testi scritti a mano che, sebbene progressivamente in diminuzione, costituiscono la quasi totalità dei documenti di cui disponiamo per lo studio del passato.
In conclusione approvo il nuovo progetto didattico, ma attenzione a non dimenticare l’utilizzo della penna stilografica!
4 Gennaio 2010 - 22:43
La proposta metodologica ideata dai due docenti di SE mi sembra un’ottima iniziativa circa il lavoro che si sono prefissati di fare con gli allievi, infatti con tali obiettivi e scopi il lavoro al computer mi sembra alquanto sensato. L’uso intelligente e ragionevole del PC, come lo è stato in questo caso, diventa utile e pratico per alcune attività, se si pensa infatti di proporre un lavoro analogo senza l’uso del computer si abbisognerebbe di una quantità di fogli non indifferente per la stesura delle fiabe e infine si necessiterebbe, per la parte riguardante il rimescolamento delle varie sequenze, di molto tempo. Lo strumento in questione permette di svolgere il compito con chiarezza e con una velocità che la scrittura a mano non permetterebbe affatto.
Per gli allievi delle elementari, la proposta metodologica, sarebbe inoltre un modo per avvicinarli al computer come strumento utile all’apprendimento della loro lingua madre, nonché dello sviluppo dell’italiano, e non sarebbe lo strumento di svago che gli allievi conoscono sin troppo bene.
È interessante applicare l’uso del computer alle varie materie solo quando si delinea bene il ruolo che esso deve svolgere; se penso alla mia materia (l’italiano) il computer è utile durante quei lavori di stesura che implicano rimescolamenti, tagli di sequenze, di frasi, di parole che andranno poi incollate in altre parti del testo. In tal senso il PC permette una praticità che il lavoro a mano su supporti cartacei non permetterebbe (in tempi brevi).
L’utilità del PC non deve indurci a dire basta con le penne e le matite, e mettere quindi i PC su ogni banco; sarebbe un’idea lontana dai veri bisogni dell’educazione, infatti uno dei compiti fondamentali della scuola è quello di insegnare a scrivere agli allievi indipendentemente dagli strumenti tecnici che si utilizzano. È vero che il computer è al riguardo un mezzo fenomenale che può contribuire alla costruzione della competenza necessaria per riempire una pagina in modo decente, ma lo è paradossalmente proprio perché la tecnologia permette di scrivere esattamente con gli stessi processi mentali che caratterizzano la scrittura a mano: stesura della frase e poi correzione, sistemazione del testo man mano che si viene delineando, eccetera. Scrivere con il PC richiede esattamente la stessa formazione di quella della scrittura con la penna: cioè richiede una competenza profonda, teorica e pratica, esercitata a lungo negli anni, del tutto indipendente dal fatto che si abbia davanti un foglio vuoto o uno schermo bianco. Insegnare agli allievi correttamente a leggere, scrivere, ascoltare e parlare non cambia se lo si impara usando il PC o foglio e penna, semmai in alcuni lavori può portare vantaggi circa la velocità e l’ordine, ma nulla di più.
Concordo pienamente con quanto detto da Sacha e da Laura; solo una fatto mi convince poco quando la collega di storia afferma che “il progetto sostenuto dal DFA […] invoglia maggiormente gli allievi a fantasticare”. Nella mia esperienza di insegnamento dell’italiano non ho ancora potuto confermare questo, ho notato invece che gli allievi con uno strumento come il computer sono un poco più incentivati a lavorare visto che la scuola non sempre permette l’uso costante di esso.
5 Gennaio 2010 - 12:05
Una corretta e misurata integrazione tra lo strumento informatico e la didattica, con lo scopo di perseguire gli obiettivi previsti con indubbio vantaggio degli allievi, è certamente da sollecitare e da sperimentare in tutte le materie insegnate. Quando, come nel caso dell’itinerario “Giochiamo con la fiaba”, le finalità della scelta di creare un data-base di sequenze narrative da rimescolare sono chiaramente esplicitate, e quando anche agli allievi è chiaro che il gioco di invenzione è facilitato (direi quasi reso possibile in modo veloce, dinamico e fruttuoso) dal supporto informatico, non credo ci siano appunti da muovere o controindicazioni da segnalare.
C’è di sicuro un aspetto pratico, che anche Sultan nel suo intervento mette in evidenza, che può certamente essere trasferito ed impiegato in altre attività di scrittura con buoni risultati (scomposizioni testuali, trasformazioni prosa-poesia, creazione di testi diversi lavorando sull’aggettivazione, sulle sfumature di significato dei sinonimi, ecc.). A mio parere deve però essere ben chiaro al docente, e di riflesso anche agli allievi, che devono ricevere un’adeguata informazione, il motivo per il quale si è scelto l’uso di un computer per svolgere una determinata attività e in che termini gli obiettivi prefissati sono relazionabili al supporto utilizzato: valutare i vantaggi o gli svantaggi (magari inizialmente sottovalutati) e prendere coscienza dell’aiuto concreto.
Il titolo che introduce la presentazione della proposta didattica creata e messa in atto nelle SE è forse volutamente provocatorio e vuole, giustamente, attirare l’attenzione: in qualche modo credo sia comunque fuorviante.
Se pensiamo alla lettura e alla scrittura, è un dato di fatto che il computer non sia ormai più solo uno strumento, ma che in qualche modo sia parte integrante di una nuova strutturazione del linguaggio: forse ancora difficile da valutare in relazione all’uso di un programma di scrittura piuttosto che della penna stilografica, di certo già preoccupante se pensiamo ad internet e a quella “lingua mondiale comune a tutti gli individui” di cui parla Sacha nel suo commento. Per tornare al titolo, direi che il computer (non sempre e non in modo indiscriminato) ci porta piuttosto a pensare e a scrivere storie con un linguaggio diverso, seguendo procedure diverse.
Credo sia indispensabile esserne sempre ben coscienti: quando scriviamo un commento per un blog, quando leggiamo un articolo in rete, e anche quando, come nel caso del progetto “Giochiamo con la fiaba”, le applicazioni sono di qualità e raggiungono lo scopo con successo.